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PENSIERI SULL'AMORE DI DIO (s.Teresa d'Avila)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 16:10
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03/08/2013 16:00
 
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25. Ringraziatelo, figlie mie, di avervi condotto in un monastero dove il demonio, per molto che faccia, non può ingannarvi come inganna coloro che vivono in casa propria. Vi sono anime alle quali sembra non manchi nulla per volare in cielo, tanto credono di seguire in tutto la perfezione, ma nessuno le conosce. Invece nei monasteri non ho mai visto crearsi illusioni, perché non si deve fare quel che si vuole, ma quello che viene imposto. Nel mondo, pur volendo sinceramente comprendersi bene nel desiderio di contentare il Signore, non è possibile riuscirvi perché, infine, quello che si fa, si fa per volontà propria, e se anche a volte la si contrasta, non si pratica la mortificazione come nei monasteri. Lasciamo da parte alcune persone che nostro Signore ha illuminato da molti anni. Queste cercano un direttore spirituale che possa capirle e al quale possano obbedire, perché la grande umiltà implica scarsa fiducia in sé, per quanto possa trattarsi anche di persone assai dotte.
26. Vi sono altri che hanno lasciato tutto per il Signore: non hanno casa né beni, non cercano la comodità, anzi sono penitenti, non godono delle cose del mondo, perché il Signore ha fatto veder loro chiaramente quanto siano miserabili, ma hanno molto vivo il senso dell’onore. Non vorrebbero far nulla che non fosse ben accetto così agli uomini come a Dio; gran discrezione, quindi, e prudenza! Ma sono due cose, queste, che mal possono conciliarsi, e il guaio è che quasi sempre, senza che essi ne vedano l’imperfezione, il partito del mondo ha la meglio su quello di Dio. Tali anime, per la maggior parte, si dolgono di qualsiasi cosa si dica contro di loro. Anziché abbracciare la croce, la portano addosso trascinandola, e così essa le ferisce, le stanca e le riduce a pezzi, perché solo se è amata, la croce è dolce da portare. Non si può dubitarne.
27. No, neppure questa è l’amicizia che chiede la sposa. Perciò, figlie mie, poiché avete fatto i primi passi di cui ho parlato qui al principio, state bene attente a non tralasciare di fare gli altri, né a tardare. Tutto quello da cui non vi liberate è per voi causa di stanchezza. Avete rinunciato al più, cioè al mondo, alle sue comodità, alle sue gioie e alle sue ricchezze: tutti beni che, anche se falsi, in fondo piacciono, e di che temete? Badate, voi non vi rendete conto che per liberarvi da una pena che vi può dare una parola vi caricate di mille preoccupazioni e obbligazioni. Sono tante quelle che si assumono quando si vuole contentare la gente del mondo che non potrei dirle senza dilungarmi troppo, e neanche riuscirei a farlo.
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