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CAMMINO DI PERFEZIONE (s.Teresa d'Avila)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 09:06
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02/08/2013 19:36
 
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CAPITOLO 3
Continua il medesimo argomento.
1. Tornando al tema principale, che è il fine per il quale il Signore ci ha riunite in questa casa dove io desidero ardentemente che noi siamo almeno un po’ tali da contentare Sua Maestà, dico che nel vedere mali tanto grandi e l’impotenza delle forze umane a isolare il fuoco acceso [da questi eretici] (benché si sia cercato di radunar soldati nell’intento di porre rimedio con la forza delle armi a tale calamità che si estende ogni giorno di più), mi è sembrato necessario seguire la tattica a cui si ricorre in tempo di guerra. Quando i nemici hanno fatto irruzione in tutto il paese, il signore della regione, vedendosi alle strette, si ritira in una città che fa fortificare molto bene; di là piomba di quando in quando su di essi, e coloro che sono nella città, essendo soldati scelti, combattono in modo tale da fare più loro da soli di quel che potrebbero fare molti, se codardi. E così spesso si guadagna la vittoria, o almeno, se non la si ottiene, non si è vinti; infatti, poiché non vi sono traditori, ma gente scelta, non si può cedere che per fame. Qui, da noi, non ci può essere neppure questa fame a farci arrendere: possiamo, sì, morire, ma essere vinte, mai.
2. Ma perché ho detto questo? Affinché voi comprendiate, sorelle mie, che ciò di cui dobbiamo supplicare Dio è che nessuno dei buoni cristiani ora rinchiusi in questo piccolo castello passi al nemico, ma li sostenga tutti con la sua mano ed egli faccia avanzare molto nella via del Signore i capitani di tale castello o cittadella, che sono i predicatori e i teologi. E poiché la maggior parte di essi appartiene agli Ordini religiosi, dobbiamo pregarlo affinché possano raggiungere un alto grado di perfezione del loro stato, essendo ciò particolarmente necessario. Infatti, come ho detto, chi ci deve salvare è il braccio ecclesiastico e non quello secolare. E, poiché noi non possiamo nulla, sia con l’uno sia con l’altro, per aiutare il nostro Re, cerchiamo di fare in modo che le nostre orazioni servano ad aiutare questi servi di Dio i quali, a prezzo di tante fatiche, si sono fortificati con dottrina, virtù e difficili prove, per venire ora in aiuto del Signore.
3. Forse vi domanderete perché insisto tanto su questo punto e perché dobbiamo aiutare quelli che sono migliori di noi. Ve lo dirò, perché non credo che comprendiate ancora bene quanto dobbiate al Signore per il fatto che vi ha condotte in una casa dove siete così libere da interessi materiali, da occasioni pericolose e dal contatto con il mondo. Questa è una grande grazia che non hanno coloro di cui parlo, né conviene oggi, meno che in altri tempi, che siano liberi da tutto ciò perché sono proprio essi che devono sostenere i deboli e dare coraggio ai pavidi. Starebbero bene i soldati senza i capitani! Devono, quindi, vivere fra gli uomini, conversare con loro, soggiornare nei palazzi e anche conformarsi a volte esteriormente a loro. Credete voi, figlie mie, che ci voglia poca virtù per trattare con il mondo, vivere in mezzo al mondo, occuparsi degli affari del mondo, conformarsi, come ho detto, alle conversazioni del mondo, ed essere interiormente estranei al mondo, nemici del mondo, vivere in mezzo al mondo, vivendo in esso come chi vive in esilio e, infine, non essere uomini, ma angeli? Se, infatti, non fosse così, non meriterebbero il nome di capitani, e allora il Signore non permetta che escano dalle loro celle, perché faranno più male che bene. Non è, infatti, questo il tempo che consenta di scorgere imperfezioni in coloro che devono essere di esempio.
4. Se nel loro intimo non hanno la salda convinzione che occorre disprezzare tutti i beni della terra, staccarsi da ciò che ha fine e attaccarsi alle cose eterne, per molto che vogliano dissimularlo, finiranno col rivelarsi quali realmente sono. Del resto, non trattano essi forse con il mondo? Bene, siano pur certi che il mondo non perdonerà loro nulla e che nessuna delle loro imperfezioni potrà sfuggirgli. Delle buone azioni molte passeranno inosservate e fors’anche non saranno considerate tali, ma per quelle cattive o imperfette non sarà così, stiano certi. Ora io mi domando, piena di meraviglia, chi mai abbia potuto indicare al mondo la perfezione, non perché la osservi (perché a ciò non crede di essere minimamente obbligato, come se non fosse tenuto a contentare Dio, sembrandogli di far molto se osserva in una certa misura i comandamenti), ma per condannare tali altri di cui a volte ciò che è virtù sembra sia fatto a soddisfazione personale. Pertanto, non pensiate che a questi uomini sia necessaria solo una limitata grazia divina per sostenere la dura lotta in cui si cimentano; occorre loro, al contrario, un grandissimo aiuto.
5. Ora, due son le cose per cui io vi chiedo di sforzarvi di esser tali da farci meritare di ottenerle da Dio: la prima è che, fra i tanti dotti e religiosi che noi abbiamo, ce ne siano molti i quali possiedano le qualità necessarie a questo fine, come ho detto, e che il Signore vi disponga convenientemente coloro che non lo sono del tutto, perché un uomo perfetto farà più di molti uomini imperfetti. La seconda che, una volta entrati in questa lotta, non certo piccola, ma grandissima – come ho detto – il Signore li sostenga con la sua mano affinché possano salvarsi dai tanti pericoli quali sono quelli che il mondo presenta e riescano ad attraversare questo mare insidioso con le orecchie chiuse al canto delle sirene. Se in questo possiamo qualcosa presso Dio, combattiamo per lui, pur stando in clausura, e io riterrò molto ben impiegate tutte le sofferenze affrontate per fondare questo piccolo ritiro, dove volli che si osservasse la Regola di nostra Signora con la perfezione primitiva.
6. Non vi sembri inutile pregare costantemente a questo scopo, visto che ci sono alcune persone cui appare cosa dura non pregare molto per la propria anima; ma quale preghiera è migliore di questa? Se vi sembra necessaria a scontare le pene del purgatorio dovute ai peccati, tranquillizzatevi: vi saranno scontate anche per mezzo di tale orazione, e se rimane ancora qualcosa, rimanga pure! Che m’importa di stare in purgatorio fino al giorno del giudizio, se con le mie preghiere potrò salvare anche solo un’anima? Tanto più, poi, se giovo al profitto di molte e alla gloria del Signore! Non badate alle pene che hanno una fine, quando si tratta di servire in qualche modo maggiormente colui che ne ha sofferte tante per noi. Lasciatevi sempre consigliare su ciò che costituisce la maggior perfezione, giacché come vi pregherò molto (e dovete considerarlo già detto) e ve ne dirò i motivi, sempre dovete trattare con persone istruite. Pertanto, vi prego, per amore del Signore, di supplicare Dio di esaudirci in questo. Io stessa, pur essendo così miserabile, ne supplico sempre Sua Maestà, perché i miei desideri siano rivolti solo alla sua gloria e al bene della sua Chiesa.
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