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IL CONCILIO DI NICEA

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2017 13:53
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25/07/2013 11:14
 
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Qualcuno obietta:
< Nel 325 d.c. quando sorse il problema dell'arianesimo e la definizione della controversia non avvenne grazie al papa di Roma o a qualche altro vescovo eminente ma per mezzo dell'imperatore pagano Costantino, quindi il papa non aveva nessun ascendente nella Chiesa>

Risposta
il 31 gennaio dell'anno 314, veniva eletto vescovo di Roma Silvestro I e che morì l'anno 335.
Prima di lui c'è stato Milziade eletto dopo una sede vacante prolungata di un anno e il suo predecessore morì il 21 ottobre del 310.
Milziade servì la Chiesa dal 2 luglio 311 al 10 gennaio 314, ed ebbe la grazia di poter celebrare dopo le persecuzioni, finalmente la Pasqua pubblicamente.
Sotto il suo mandato l'Imperatore Costantino fece dono al Papa del palazzo dell'imperatrice Fausta sul monte Celio,  il famoso Laterano ancora oggi sede del vicariato.
Torniamo agli anni  fra il 314 e il 335: c'è dunque Papa Silvestro I : questo è stato un periodo forte per la Chiesa a causa delle grandi eresie che si stavano propagando....(all'epoca non c'erano i telefonini, le notizie erano lente e non tutto era chiaro e netto.)
Ario è l'artefice, il protagonista di una crisi molto grave. Ario era un prete in Alessandria, i suoi attacchi cominciano quando decide di fare insobordinazione sulla teologia del Divin Verbo, che fino ad allora era comunemente e tacitamente scontato.
Egli si definisce il tutore della Tradizione Apostolica, l'unico che fosse stato in grado di conservarla intatta.
Nel 320 i cristiani della zona cominciano alamentarsi di lui e della propadanda che egli faceva alla sua tesi contraria alla fede comune.
La Chiesa e la sua dottrina rischiavano di subire delle conseguenze gravi, ma probabilmente papa Silvestro, diede priorità ad altre questioni .
Costantino, preoccupato dei contraccolpi e delle conseguenze sociali che una eventuale spaccatura in seno alla Chiesa, ormai radicata in tutto il mondo conosciuto, avrebbe potuto avere, pensò di riunire il Concilio, a cui comunque parteciparono i DELEGATI DEL PAPA.
Il nocciolo della questione sarà proprio la divinita' di Cristo.
Ario sosteneva che Gesù non ha una identità naturale col Padre, bensì sarebbe "nato dalla volontà del Padre".
Combatterà a difesa della Chiesa Atanasio di Alessandria, pastore di tutto l'Egitto ,con lui si schiererà un altro grande vescovo Ilario di Poitiers (favorevole al monachesimo, nella Liturgia, sviluppò l'uso degli Inni Sacri prima ancora del vescovo Ambrogio).
L'Imperatore Costantino, ovviamente ha il suo merito, era un convertito alla Chiesa di Roma, perciò non solo appoggiò il Concilio di Nicea, ma ne fu un coordinatore.

Ma non fu Costantino a decretare la Trinità di Dio, nè mise fuori concetto l'arianesimo (che non si arrestò affatto....) Egli si limitò a prendere atto del risultato delle votazioni espresse dai vescovi, i quali CONCORDEMENTE espressero la loro fede nella divinità di Cristo, e presero altre decisioni organizzative per la Chiesa: quindi il suo intervento finale fu solo la risultanza del Concilio, in cui i vescovi si erano espressi, essendo dato a loro, nella unità col papa o comunque nella unità tra tutti loro, qualora il papa fosse assente, il potere di legare e di sciogliere (Mt 18,18).
Il vescovo Atanasio di Alessandria combattè tenacemente a suon di lettere la difesa della Chiesa insieme, al vescovo Ilario.
Costantino non potrà decretare molto poichè il problema proseguirà ancora oltre il 360 (e sono già trascorsi 30 anni!) quando il vescovo Ilario, rientrato dall'esilio, richiede ed ottiene di convocare un sinodo  a Parigi e il vescovo Atanasio un altro nel 362 ,il sinodo dei "confessori"....riconoscendo che "è possibile una diversità di linguaggio pur nell'unità della fede...." Questo passo è importante perchè sarà questo concetto ad assicurare la vittoria della fede del Concilio di Nicea...e non Costantino!
 
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