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IL CONCILIO DI NICEA

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2017 13:53
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24/07/2013 18:47
 
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Organizzazione del concilio

Teoria di santi, basilica di Sant'Apollinare Nuovo,Ravenna (VI secolo)

Costantino invitò tutti i 1800 vescovi della Chiesa cristiana (circa 1000 in Oriente e 800 in Occidente). Tuttavia, solo da 250 a 320 vescovi furono in grado di partecipare. Riguardo al numero esatto di partecipanti, le fonti coeve non sono concordi: secondo Eusebio di Nicomediaerano 250; Eustazio di Antiochia, citato daTeodoro, ne cita 270; sant'Atanasio, nelle sue Epistole ai Solitati, parla di 300 (come Costantino), anche se nella lettera agli Africani, racconta di 318[3]. Essendo stati dei testimoni oculari, sono tutti degni di fede.

Il numero di 318, che il papa san Leonedefinisce misterioso, è stato poi adottato dalla maggioranza di Padri della Chiesa. Ad esempio,Sant'Ambrogio spiegava che tale numero dava la dimostrazione della presenza del Signore Gesù nel Concilio, in quanto la croce ne indicava 300, mentre il nome di Gesù 18. Sant'Ilario, difendendo il termine "consustanziale" - approvato nel Concilio, anche se condannato 55 anni prima dalSinodo di Antiochia - spiegava che:

«
80 vescovi rigettarono il termine consustanziale, ma 318 l'hanno approvato. Quest'ultimo numero è per me santo, poiché è quello degli uomini che accompagnarono Abramo, quando, vittorioso dei re empi, venne benedetto da colui che è il sacerdote eterno »

Infine Selden racconta che Doroteo, metropolita di Monembasa, diceva che il numero di padri conciliari era esattamente di 318, dato che erano passati esattamente 318 anni dall'incarnazione(tutti i cronologisti datano il concilio nel 325 dell'era volgare, ma Doroteo lo anticipa di 7 anni perché il suo ragionamento funzioni); d’altronde solo con il concilio di Lestina, nel 743, si iniziarono a contare gli anni a partire dalla nascita di Gesù.

A causa delle riserve espresse sulla dottrina dell'homooùsion da Eusebio di Nicomedia e da Teognis di Nicea, entrambi, pur avendo firmato gli atti, vennero esiliati in Gallia tre mesi dopo. Infatti, i due avendo ripreso a predicare che il Figlio non era consustanziale al Padre, si disse che avevano guadagnato alla loro causa il custode degli atti del concilio nominato dall'imperatore per cancellarne le proprie firme. A quel punto venne pensato di ristabilire il numero misterioso di 318 partecipanti, mettendo gli atti del concilio distinti per sessione sulle tombe di Crisanzio e di Misonio, morti durante lo svolgimento del concilio; all'indomani, dopo aver passato la notte in orazioni, si scoprì che i due vescovi avevano firmato.

Decisioni del Concilio

Costantino convoca i vescovi a Nicea per il concilio: mosaico in Hagia Sophia,Istanbul, c. 1000)

Le decisioni prese dal concilio con un'amplissima maggioranza - solo Teona di Marmarica e Secondo di Tolemaide votarono contro - furono essenzialmente tre:

  1. su proposta di Eusebio di Cesarea si arrivò ad una dichiarazione di fede [5], che ricevette il nome diSimbolo niceno o credo niceno. Il simbolo, che rappresenta ancora oggi un punto centrale delle celebrazioni cristiane, stabilì esplicitamente la dottrina dell'homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio: nega che il Figlio sia creato (genitum, non factum), e che la sua esistenza sia posteriore al Padre (ante omnia saecula). In questo modo, l'arianesimo viene negato in tutti i suoi aspetti. Inoltre, viene ribadita l'incarnazione,morte e risurrezione di Cristo, in contrasto alle dottrinegnostiche che arrivavano a negare la crocifissione.
  2. venne dichiarata ufficialmente la nascita virginale di Gesù, definita nel simbolo niceno: [Gesù] nacque da Maria Vergine. In realtà la nascita verginale di Gesù era già affermata nel vangelo di Matteo, pertanto nel simbolo niceno essa venne solo ribadita.
  3. fu condannata come eretica la dottrina cristologica elaborata da Ario, che sosteneva che Gesù non avesse natura divina come il Padre.

Altre decisioni erano invece di carattere non solo dottrinale ma anche disciplinare, e riguardavano la posizione da tenere in particolare rispetto agli eretici e a coloro che avevano rinnegato il cristianesimo, e cioè:

  1. furono dichiarate eretiche le dottrine del vescovo Melezio di Licopoli.
  2. furono stabilite delle regole sul battesimo degli eretici.
  3. si presero delle decisioni su coloro che avevano rinnegato il cristianesimo durante la persecuzione di Licinio, cioè i cosiddetti lapsi.

L'imperatore fece trasmettere le decisioni del concilio a tutti i vescovi cristiani esortandoli ad accettarle, sotto la minaccia dell'esilio.

Alla fine del concilio vennero stabiliti i seguenti canoni (cioè, "regole"):

1. proibizione dell'auto-castrazione; (vedi Origene[6]
2. definizione di un termine minimo per la ammissione dei neo-catecumeni nella Chiesa; [7]
3. proibizione della presenza di donne nella casa di un chierico; [8]
4. ordinazione di un vescovo in presenza di almeno tre vescovi della provincia, subordinata alla conferma da parte del vescovo metropolita[9]
5. sugli scomunicati, e sull'obbligo di tenere almeno due sinodi all'anno in ciascuna provincia;[10]
6. preminenza dei Vescovi di Roma e Alessandria[11]
7. riconoscimento di particolare onore per il vescovo di Gerusalemme[12]
8. riconoscimento dei Novaziani[13]
9–14. provvedimento di clemenza verso coloro che hanno rinnegato il Cristianesimo durante la persecuzione di Licinio[14]-[15]
15–16. proibizione di trasferimento di presbiteri e vescovi dalle loro città; [16]-[17]
17. proibizione dell'usura fra i chierici; [18]
18. precedenza di vescovi e presbiteri sui diaconi nel ricevere l'Eucaristia[19]
19. dichiarazione dell'invalidità del battesimo ordinato da Paolo di Samosata (vedi eresia adozionista); dichiarazione che le donne diacono sono da considerarsi come i laici[20]
20. proibizione di inginocchiarsi durante la liturgia della domenica e nei giorni pasquali, fino allaPentecoste[21]

Il 25 luglio 325 il Concilio si concluse, e i Padri convenuti celebrarono il ventesimo anniversario di regno dell'imperatore. Nel suo discorso conclusivo, Costantino confermò la sua preoccupazione per le controversie cristologiche e sottolineò la sua volontà che la Chiesa vivesse in armonia e pace. In una lettera fatta circolare nella prima festa della Pasqua, annunciò la raggiunta unità di fatto dell'intera Chiesa.

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