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Meditazioni

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2013 18:20
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23/03/2013 18:03
 
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DITA OSSUTE

“Poi entrò di nuovo in una sinagoga: e quivi era un uomo che avea la mano secca” (Marco 3:1)

Quest’uomo è l’immagine di quelle buone persone la cui utilità è danneggiata da qualche difetto. Senza dubbio si trattava di un uomo onesto e intelligente, ma per cosa era utile? Non poteva condurre l’aratro, non poteva gettare la rete sul lago, né impugnare un remo. Un brav’uomo, ma con una mano secca. Allo stesso modo, molte persone devote e sincere potrebbero fare del bene se non avessero un difetto che mina la loro utilità. Una credente forse è in grado di fare una cospicua donazione, ma ha un brutto carattere, è così irritabile, impaziente. Non si può ottenere nulla da lei: è una donna con la mano secca. C’è chi ha tanti impegni, troppo lavoro, e non può dare il proprio contributo all’opera della chiesa. Cerca di vivere in modo onesto, e pensa di essere pienamente scusato quando afferma di non avere tempo. Sarebbe un ottimo collaboratore nello svolgimento di questo o di quel servizio, ma è inutile chiederglielo. Forse ha iniziato qualcosa, ma poi lo ha interrotto: non riusciva più a seguirlo. È un uomo dalle buone intenzioni che, per sé stesso, nel mondo, può lavorare efficacemente con entrambe le mani, ma che nel servizio del Padre celeste ha una mano secca. C’è poi il credente troppo “parsimonioso”, benché si tratti di una contraddizione in termini, perché essere cristiani ed essere avari sono due cose in totale antitesi. “Quanto bene potrebbe fare!”, pensa la chiesa, che desidera intraprendere nuove imprese per il Signore. Eppure quell’uomo è impedito dal proprio amore per il denaro, e sta andando verso la fossa: un uomo dalla mano secca. Questo brano è anche un’immagine di colui che si è allontanato dal Signore. Il suo cuore è secco. Egli si ricorda del tempo in cui le cose erano differenti, di quando alzava la mano come Mosè, o lottava in preghiera come Giacobbe, riportando la vittoria. Ora quella mano è inutile e la forza si è dileguata. Quell’arto una volta era aperto e generoso, pronto e disposto a distribuire. Ora quelle dita contorte sono irrimediabilmente serrate. Quel pugno chiuso non sa più distendersi, rimane un groviglio inerte e inestricabile di dita ossute. È un uomo dalla mano secca.

(assembleedidio.org)

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