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Meditazioni

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2013 18:20
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12/04/2013 21:48
 
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LA SCELTA PIÙ IMPORTANTE

“Or dunque temete l’Eterno e servitelo con integrità e fedeltà
(...) scegliete oggi chi volete servire”
(Giosuè 24:14-15)

Ogni giorno siamo posti dinanzi a delle scelte, alcune sono poco determinanti per il nostro cammino e non influenzano in alcun modo la nostra morale, esse possono essere definite di second’ordine. Altre volte, invece, sentiamo su di noi il peso della responsabilità della scelta che stiamo per fare in quanto ne avvertiamo l’importanza. Ci sentiamo come davanti a un bivio, dove è necessario non sbagliare altrimenti ci inoltreremmo su un sentiero che, allontanandoci da Dio, ci farà assaporare le sue amare conseguenze. Uno dei quadri più famosi al mondo, conservato al museo “Louvre” di Parigi, è quello di Rembrand intitolato “Bath-Sheba si bagna”. In esso è ritratta la donna che ha commesso adulterio col Re Davide poco prima della decisione che la portò a tradire la fiducia del marito. La donna stringe nella sua mano destra un piccolo scritto, la lettera d’invito inviatagli dal Re. L’immagine che il pittore ha trasmesso nella tela è motivo di grande riflessione per tutti gli uomini che sono chiamati a decidere intorno a fatti importanti e determinanti per il futuro della loro vita. Il volto della donna è teso, turbato, pieno di dissenso e di incertezze, è combattuta tra la fedeltà al marito e la passione che l’attira verso il peccato. Purtroppo Bath-Sheba decise di commettere il peccato e, senza saperlo, condannò a morte suo marito e il figlio che sarebbe nato dalla sua relazione col Re Davide. Ella si privò della posizione che la faceva essere l’unica, l’amata di suo marito per diventare una delle tante mogli del Re. Davanti al bivio scelse la strada sbagliata, non fu guidata nella sua scelta dal timore di Dio, non tenne in alcun conto il consiglio di Dio e poggiò le labbra su un calice per berene il contenuto che sembrava in apparenza dolce, ma che si sarebbe rivelato profondamente amaro per la sua vita. Era il calice del peccato. Oggi davanti agli inviti che il mondo ci fa, facciamo la nostra scelta, “scegliamo di servire il Signore.

(paroledivita.org)

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13/04/2013 15:57
 
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NON CREDONO CHE DIO ASCOLTI LE LORO PREGHIERE

David Wilkerson

Alcuni credenti si scoraggiano per preghiere inesaudite e, alla fine, si arrendono. Pensano, “La preghiera non funziona con me e perché dovrei pregare se non funziona?”

Gli israeliti al tempo di Isaia avevano la stessa attitudine. Isaia scrisse: “Mi cercano ogni giorno e desiderano conoscere le mie vie, come una nazione che pratichi la giustizia…mi chiedono…e desiderano avvicinarsi a DIO. Essi dicono: "Perché abbiamo digiunato, e tu non l'hai visto? Perché abbiamo afflitto le nostre anime, e tu non l'hai notato?" (Isaia 58:2-3).

Queste persone stavano dicendo, “Io amo Dio. Faccio il bene ed evito il peccato, e fino a poco tempo fa sono stato fedele nel ricercarlo in preghiera. Ma, sai una cosa? Non mi ha mai risposto. Perché allora dovrei continuare ad affliggere la mia anima davanti a Lui?”

Giacomo scrive che Dio non risponde alle preghiere di coloro che chiedono qualcosa solo per una soddisfazione personale: “Voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri” (Giacomo 4:3). In altre parole, “Non state chiedendo secondo la volontà di Dio. Non siete pronti a sottomettervi a qualsiasi cosa Egli voglia. Piuttosto, state cercando di dettargli le cose che aggradano il vostro cuore”.

Il nostro Dio è sempre fedele. Paolo scrive, “Sia Dio verace e ogni uomo bugiardo” (Romani 3:4). Sta dicendo, “Non importa se senti milioni di voci gridare, ‘la preghiera non funziona. Dio non mi ascolta!’ Che ogni uomo sia chiamato bugiardo perché la Parola di Dio sussiste. Egli è fedele ad ascoltarci!”

Gesù disse, “E tutto ciò che chiederete in preghiera, avendo fede, lo otterrete” (Matteo 21:22). Per dirla in parole semplici, Cristo sta dicendo, “Se credi veramente, sarai disposto ad aspettare una risposta dal tuo Padre celeste. Non importa quanto ci vorrà, resisterai nella fede, credendo che risponderà”.

“Quanto è grande la tua bontà che riservi per quelli che ti temono, e che usi in presenza dei figli degli uomini” (Salmo 31:19). “I leoncelli soffrono penuria e fame, ma quelli che cercano l'Eterno non mancano di alcun bene” (34:10).

(http://www.worldchallenge.org/it/node/22360)

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16/04/2013 13:59
 
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UNA TRASFORMAZIONE AUTENTICA

“Poiché dunque tutte queste cose hanno da dissolversi,
quali non dovete voi essere, per santità di condotta e per pietà”
(II Pietro 3:11)

Ai nostri giorni c’è un vero e proprio revival del pensiero greco. Arte, filosofia, musica e cultura hanno riaffermato la loro influenza come mai prima. Possiamo constatarlo ovunque: nell’architettura dei nostri edifici, nella forma degli oggetti e nello scetticismo inquieto della nostra epoca. La stampa, la letteratura, a volte persino il pulpito testimoniano di questi influssi. Ritroviamo nella gente del nostro tempo alcune caratteristiche dei greci dell’antichità: l’inquietudine, l’intellettualismo, il desiderio irrefrenabile di divertirsi, la noia e lo scetticismo. In che modo possiamo fronteggiare tutto questo? Non serve che una cosa: coloro che si definiscono cristiani devono impegnarsi a vivere la vita a immagine di Cristo, per amore Suo. Devono adoperarsi perché gli altri possano scorgere, in ogni cosa che li riguarda, la verità, la purezza, la bontà, il coraggio di Gesù Cristo, la Sua benignità e umiltà, la Sua pazienza ma anche la Sua indignazione contro ogni malvagità, sforzandosi di portare nel mondo la speranza e l’aiuto per tutti gli uomini mediante la fede in Dio e nel Suo sacrificio. Non abbiamo diritto di sospirare pensando a quanto sia difficile vivere una vita simile. Se Cristo ci provvede la potenza, dov’è la difficoltà, se non nel fatto che non l’accettiamo? Soltanto una vita simile a quella di Cristo rappresenta il vero cristianesimo. Non pensiamo che questo consista in qualcosa di meno o di diverso: esso è la potenza per affrontare la vita che viene assegnata a ognuno di noi. Questa sarà sufficiente. I libri sulle prove del cristianesimo potrebbero costituire interessanti argomenti di discussione e anche mettere a tacere qualche opposizione, sempre che non provochino ulteriori contrasti. La potenza dello Spirito Santo, però, non è una capacità intellettuale che serve a dimostrare la verità astratta del cristianesimo, ma l’autorità che permette agli uomini di vedere e di sperimentare Cristo vivente. C’è soltanto un’opera in grado di soddisfare pienamente chiunque: essa sfida le critiche più acute e la logica più ferrea: l’opera di trasformazione che Cristo compie in un Suo figliuolo.

(assembleedidio.org)

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17/04/2013 14:16
 
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UNA CERTEZZA GIOIOSA

“Io ti sostengo con la destra della mia giustizia” (Isaia 41:10)

Il timore di cadere è salutare. Essere temerari non è mai segno di saggezza. Ci sono momenti in cui sembra che in assenza di un sostegno davvero speciale si debba affondare inevitabilmente. La mano destra di Dio è una gran cosa su cui appoggiarsi. Bada, non è soltanto la Sua mano, anche se essa mantiene il cielo e la terra al loro posto, ma la Sua mano destra,vale a dire la potenza unita all’abilità, la Sua potenza congiunta alla più assoluta destrezza. Ma non è tutto; è scritto infatti: “Io ti sostengo con la destra della mia giustizia”. Quella mano che Dio usa per preservare la Sua santità ed eseguire le Sue sentenze sarà stesa per sostenere quelli che confidano in Lui. Il pericolo dinanzi a noi è spaventoso, ma la nostra certezza è gioiosa. L’uomo che Dio sostiene, non può essere abbattuto da alcun demone. I nostri piedi possono essere deboli, ma la destra di Dio è comunque potente. Il cammino può essere duro, ma il nostro sostegno è l’onnipotenza divina. Possiamo avanzare con coraggio. Non cadremo. Appoggiamoci continuamente dove si appoggia ogni cosa. Dio non ritirerà la Sua forza, poiché lì c’è anche la Sua giustizia. Egli sarà fedele alla Sua promessa e fedele al Suo Figliuolo, e quindi fedele nei nostri riguardi. Quanto dovremmo essere felici! Non lo siamo?

(evangelo.it)

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25/04/2013 11:04
 
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UNA PERSONA DAL CUORE DOPPIO

David Wilkerson

Una persona dal cuore doppio – che crede che la potenza sia ugualmente divisa tra Dio e Satana – è instabile in tutte le sue vie. Ciò spiega perché “al momento della prova, si tirano indietro” (Luca 8:13). Essi ricadono nella paura e perdono di vista la grande potenza di Dio.

Gesù ci insegna che dobbiamo “vegliare e pregare, per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41). Lo Spirito di Dio in te anela insegnarti la fiducia nella Sua potenza, ma la carne cerca di cedere alla paura. Credo sia stata la paura – non la stanchezza – a far addormentare i discepoli mentre Gesù pregava nel giardino. Avevano appena saputo la notizia per cui Gesù sarebbe stato tradito e consegnato nelle mani di uomini empi, che Pietro sarebbe diventato un traditore, e che tutti loro sarebbero stati colpiti e dispersi. Improvvisamente, dimenticarono tutti i Suoi miracoli, la Sua potenza di guarire gli infermi e resuscitare i morti, la Sua potenza di moltiplicare pani e pesci. Erano terrorizzati di essere abbandonati dal Signore. Si addormentarono nel sonno degli uomini dannati. Quando Gesù ci chiede di pregare per non cadere in tentazione, Egli sta in realtà dicendo, “Prega di imparare a confidare nella potenza di Dio adesso, invece di ritornare ogni volta nell’arena della tentazione, finché la lezione non sarà stata imparata!”

La Bibbia dice che Dio, “sa liberare i pii dalla prova” (2 Pietro 2:9). Come? Facendoci passare per il fuoco finché non ne usciremo cantando “Colui che è in me è più grande di colui che è nel mondo” (1 Giovanni 4:4). Finché non impareremo questo, che possiamo vincere soltanto mediante la fede!

Non devi cedere alla tentazione, ma a volte potrebbe accadere! Persino i più santi fra il popolo di Dio a volte lo fanno. Ecco perché Dio ha provveduto in maniera speciale per coloro che vengono meno. “E se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto” (1 Giovanni 2:1).

Il nostro Signore non è tanto addolorato dal nostro cedere alla tentazione, quanto lo è dal fatto che non impariamo come affrontarla. Egli è più ferito dal fatto che non abbiamo avuto fiducia nella Sua potenza per liberarci. Dio non resta ferito tanto da quello che facciamo, quanto da quello che non facciamo. Il cristiano vittorioso è colui la cui vita confessa, “A Dio appartiene il regno, la potenza e la gloria per sempre. Amen!”.

(worldchallenge.org/it/node/22595)

06/05/2013 18:20
 
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IL PRESUPPOSTO FONDAMENTALE

“Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: Lèvati,
e vattene dalla parte di mezzodì, sulla via che scende da
Gerusalemme a Gaza. Ella è una via deserta”
(Atti 8:26)

Vediamo come il deserto diventa un campo fruttifero. Filippo parte. Si lascia alle spalle la città, e passa per la fertile valle di Samaria. Raggiunge il deserto. Il sole lo colpisce senza pietà. L’aria tremula danza sulla sabbia. Qua e là spuntano rocce spoglie che aumentano il senso di desolazione, mentre alcuni cespugli secchi forniscono una scarsa ombra. Un serpente e un’aquila in lontananza sono gli unici segni di vita. Che luogo inospitale per un sincero servitore di Dio! Va tutto bene. È il Signore ad averlo mandato qui: il deserto si trasformerà in un campo fertile. In lontananza la polvere si alza e si avvicinano alcuni viaggiatori. Un principe è seduto sul carro, scortato dai suoi servitori. Ci sono due cose che dovremmo imitare. Scorgendo il viaggiatore, Filippo non si precipita a “parlargli della sua anima”. Anche qui c’è una priorità. Non sono gli zelanti a conquistare le anime e a risplendere come stelle, ma chi è savio. Uno zelo privo di conoscenza è troppo animoso perché sia di qualche utilità. Filippo attende ordini: non si muove prima di averli ricevuti: “Accostati, e raggiungi codesto carro”. Sicuramente i pigri utilizzeranno questo passo come scusa per trascurare l’opera di Dio. Non importa: non farebbero nulla anche se non trovassero una scusa, quindi non c’è alcuna perdita. Il Maestro non sprecherà i propri ordini con coloro che non sono pronti a ubbidire. Se viviamo aspettando la parola del Signore, vicini a Lui per sentire il sussurro della Sua volontà, non ci mancheranno direttive chiare, come fu per Filippo. “Il segreto dell’Eterno è per quelli che lo temono”. Abbiamo bisogno che lo Spirito ci tenga lontano dalle nostre vie e c’indirizzi in vista dei Suoi scopi. Uzza morì per aver steso la mano a sostegno dell’arca di Dio senza che questo gli fosse stato richiesto. Spesso nel servizio a Dio ci sono mani che si tendono superficialmente, magari con buone intenzioni, ma che arrecano il male semplicemente perché non sono state mandate dal Signore.

(assembleedidio.org)

[Modificato da Perdonato 06/05/2013 18:20]
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QUELLO CHE AVETE UDITO, VOI ANNUNCIATELO DAI TETTI (Mt 10,27)
 
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