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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 5) Anno C

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 08:20
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08/02/2013 07:40
 
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Movimento Apostolico - rito romano
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista

Il Vangelo di oggi ci rivela che tra la realtà di una persona e la sua vera comprensione vi è sempre un abisso. La persona è una cosa, ciò che si dice di essa è tutt'altra cosa, sia in bene che in male. Questo avviene quando non si vede ogni cosa in Dio e attraverso i suoi occhi. Tutti possiamo ingannarci ed ingannare. Anche i profeti a volte si lasciano ingannare dalle apparenze. Poi viene il Signore in loro soccorso e la verità della persona è rivelata loro in tutta la sua verità: "Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore»" (1Sam 16,7). Gesù è diventato uomo famoso. La sua verità è però nascosta al cuore di molti. Tuttavia una cosa appare con somma chiarezza: Lui viene da Dio, anche se non si sa la sua perfetta identità. È da Dio, ma non si conosce cosa Dio veramente ha fatto di lui. Perché Cristo sia conosciuto, occorre la parola della rivelazione e questa può essere donata solo da Lui e da nessun altro. Solo Lui ci può dire la sua verità.
Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Giovanni il Battista è il testimone della verità di Dio, della sua volontà. Lui ricorda ad Erode la sacralità e la santità del matrimonio. Questo è inviolabile. La fedeltà va fino alla morte. Solo essa lo può sciogliere. Questa testimonianza gli crea l'odio e l'astio di quella donna adultera che è Erodiade. Il male però di una sola persona può sempre poco. Quando esso si coalizza e si trasforma in una concomitanza di cause delle quali l'una dona forza all'altra, allora non vi è alcuna possibilità di sfuggire ad esso. Erodiade da sola non può nulla. Neanche Erode da solo può qualcosa. Se a questi due si aggiunge la figlia di Erodiade, Salome, e una moltitudine di commensali, allora il male si fa corpo, struttura, masso e diviene invincibile. Salome conquista il re con la sua danza lussuriosa. Il re fa un giuramento stolto ed insipiente. I commensali sono testimoni di questa stoltezza e in qualche modo garanti. Salome non pensa da sé, si lascia consigliare dalla madre, piena di astio e di odio contro Giovanni il Battista e ne chiede la testa sopra un vassoio. Il re pieno di rispetto umano, ordina che Giovanni il Battista venga decapitato. Una verità che dobbiamo mettere nel cuore è questa: dobbiamo porre sempre molta attenzione a non commettere il primo peccato. Commesso il primo peccato, il dopo ci resta completamente ignoto e mai sapremo quale sarà il suo sviluppo. Chi vuole guardarsi da ogni male futuro, dovrà porre ogni attenzione a guardarsi dal male nel presente. È il presente che genera il futuro.
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