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01/08/2012 23:39 | |
Caro alanalato, Il testo da te citato è di Gianpaolo Barra, direttore del periodico "il Timone". L'espressione da lui usata è riferita a coloro che professano un "ateismo pratico". L'ateismo pratico è il modo di vivere di coloro che pur essendo credenti, "IN PRATICA" si comportano da NON credenti. Questo ovviamente è un modo incoerente, illogico, e pertanto in tal senso, poco intelligente. Tale espressione, se consideri l'intero testo del Barra, non è usata per coloro che invece professano un altro tipo di ateismo e cioè quello di tipo filosofico. In tal caso il comportamento è consequenziale col proprio pensiero e a tal tipo di ateismo vanno semmai fornite le risposte adeguate alle obiezioni poste. Sono da rispettare gli atei che con la propria intelligenza ricercano diligentemente la verità mentre sono semmai da compiangere coloro che credono solo a parole e non con la vita. Nel testo in questione sono riportate varie obiezioni che i non credenti solitamente pongono e le relative risposte dei credenti. Spero di aver chiarito la tua osservazione. Con stima
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