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Il filosofo Esposito: «il pensiero dei grandi laici ci conferma nella fede in Dio»

Nelle librerie è possibile trovare l’ultimo libro di Costantino Esposito, docente di Storia della filosofia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari. Studioso in particolare del pensiero di Heidegger, Kant e Francisco Suárez. Il titolo è “Una ragione inquieta. Interventi e riflessioni nelle pieghe del nostro tempo” (Brossura 2011).

Aiutato dai giudizi di Sant’Agostino e don Luigi Giussani, il filosofo analizza il pensiero dei grandi della storia: Dante, Petrarca, Svevo, Woolf, Eliot, Pavese, Cézanne, Stravinskij, Kierkegaard, Schrödinger, van Gogh e tanti filosofi, tanti nichilisti del mondo laico. E’ dal loro pensiero che il cristiano trova conferma della proporia fede, perché «ci aiutano perché colgono la vibrazione ultima dei nostri problemi», dice Esposito.

L’inquietudine del titolo verte sul nesso tra fede e ragione. Il nichilismo dell’uomo, lo diceva Agostino e lo sottolineava Giussani, emerge quando la ricerca del senso, del fondamento della sua esistenza, la risposta all’insopprimibile esigenza umana viene confinata lontana dal rapporto con la realtà e dalla ragione. E’ dunque impossibile, dice il filosofo Ferruccio De Natale presentando il testo di Esposito, separare sentimento e intelletto, «cuore» e ragione, pena la perdita dell’essenza stessa dell’umano: «Quanto più indago, razionalmente, il senso di ciò che mi circonda e di me stesso, più contemplo la bellezza del mondo e dei prodotti dell’uomo, tanto più avverto l’inadeguatezza e il mio bisogno che trovano risposta solo in un infinitivamente Altro da me (che pure si è fatto Presona per me)». La fede non interrompe la continua ricerca, l’esigenza del significato, ma la potenzia: più conosco e più “credo”, e viceversa. E’ un continuo confronto e paragone con il reale.