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IN

GERMANIA 

Nei primi secoli dell'era cristiana, dalla Germania e dai territori vicini giunsero molti di quei "barbari" che diedero il colpo di grazia all'impero romano; tuttavia missionari ardimentosi, come san Ruperto, morto intorno al 718 e poi soprattutto Bonifacio (675-755), non esitarono a penetrare in quelle foreste e ad annunciare con successo il vangelo a quelle popolazioni.

«Nostra amata Signora»

L'amabile e materna figura di Maria deve aver molto colpito quelle popolazioni rozze, tanto che il titolo tedesco corrispondente alla nostra parola "Madonna" è "Unsere Liebe Frau" (Nostra amata Signora), espressione tutt'ora in uso, che sta a esprimere un profondo senso di ammirazione e di affetto verso la Madre di Dio. Con Carlo Magno, legato alla nazione tedesca non meno che alla Francia, (la sede preferita dell'impero era ad Aquisgrana, Aachen in tedesco), il culto mariano conobbe un momento di grande splendore.  L'imperatore era molto devoto alla Vergine: portava sempre con sé una piccola icona e volle dedicare a lei la chiesa del palazzo d'Aquisgrana, la cosiddetta "Cappella Palatina ". 

Luigi il Pio

Luigi il Pio o il Buono (778-840), poco dopo la morte del padre Carlo Magno, fece innalzare la bella cattedrale di Nostra Signora Hildeshein su un luogo boscoso, dove era stato dimenticato dal cappellano di corte un reliquario mariano, ritrovato dopo una partita di caccia, fra una corona di freschissime rose. Il ricordo del prodigio restò così vivo nei secoli successivi che il vescovo Eggehard nell’anno 1000 scrisse:” Non sono un vescovo, ma il servo di Maria, e mi sforzerò con tutti i mezzi a mia disposizione per essere utile a questo sacro luogo”. Il “rosario millenario” si è conservato fino alla seconda guerra mondiale, mentre il reliquiario si trova tuttora nel tesoro del duomo. Matilde, madre dell'imperatore Ottone I (912-973), fondò a Nordhausen "in onore di Dio e della Santa Vergine" un convento di 2 mila benedettine. Corrado II (990-1039), sempre in onore della Madonna, fece costruire il duomo di Spira, come luogo di sepoltura degli imperatori tedeschi. 

Le prime immagini mariane

Le prime immagini mariane, prodotte in Germania intorno al 1100 erano in genere delle Madonne assise in trono, eseguite sul modello di quelle venerate dai pellegrini a Roma o in Oriente. Erano delle statue molto severe; del resto l'arte tedesca difficilmente indulge nella ricerca della bellezza in sé, tesa com'era alla rappresentazione fedele del simbolo o alla espressività della figura e del gesto. 

La fioritura di cattedrali

In quel periodo, nell'architettura trionfò il romanico,  solenne e monumentale.  

Sotto la dinastia imperiale degli Ottoni (secc. X-XI) vi fu una stupenda fioritura di cattedrali in stile romanico, molte delle quali dedicate alla Madre di Dio, come quelle di Magonza, di Basilea (ora in Svizzera), di Strasburgo (ora in Francia). Ugualmente vari monasteri sorsero consacrati alla Vergine, che divennero anche spesso meta di pellegrinaggio, come quelli di Colonia, di Treviri, di Reichenau, di Ratisbona e di Maria Laach, e centri di feconde iniziative religiose e culturali, come Confraternite e Associazioni mariane, tra le quali anche l'Ordine cavalieresco dei Fratelli ospedalieri della Santa Vergine, più noti sotto il nome di Cavalieri Teutonici. Nei monasteri si favorivano anche le sacre rappresentazioni, il cui tema ricorrente era rappresentato dal pianto di Maria sul Figlio morto, che impressionava il popolo e sollecitava gli artisti, pittori e scultori, a realizzare l'immagine delle Pietà con la Vergine seduta, recante sulle ginocchia il corpo del Figlio morto. Queste statue ebbero una vasta diffusione in tutta la Germania e ancor oggi si trovano numerose nei santuari.

Alla fine del 1200, dalla vicina Francia si diffuse lo stile gotico, che in breve tempo si affermò incontrastato in tutta la Germania.  Fu allora che venne iniziato quel capolavoro di pietra che è il duomo di Colonia, dedicato, come quasi tutte le cattedrali gotiche francesi, alla Vergine. 

Le confraternite

Nella seconda metà del Medioevo il culto mariano raggiunse una vitalità eccezionale per le Confraternite dell'Addolorata e del Rosario, per gli incontri di preghiera e di riflessione e, soprattutto, per i frequenti pellegrinaggi ai santuari locali e verso alcuni anche molto lontani, come Roma e Gerusalemme. Si diffusero  soprattutto ad opera degli ordini mendicanti (Domenicani), le sacre rappresentazioni, culminanti nell'episodio drammatico del pianto di Maria sul Figlio morto.  Inoltre tutta una serie di mistici, in particolare santa Geltrude la Grande (1252-1302), posero l'accento sulla passione di Cristo e sui dolori della Vergine. 

Lutero e il culto mariano

Le voci critiche si levarono sempre più numerose e fra di esse soprattutto quella di Lutero (1483-1545).  Egli, che pure in gioventù era stato un assiduo frequentatore di santuari e si era impegnato a lucrare quante più indulgenze poteva, si scagliò con violenza contro il culto popolare e quindi contro i pellegrinaggi.  Da religioso, aveva consacrato a Maria dei cantici che si cantano ancora oggi, che sono di una grande delicatezza di sentimenti e di una ammirabile fattura. In uno di essi si leggono questi suggestivi versi:

"Ella mi è cara, la preziosa ancella, E io non posso dimenticarla.

A lei si attribuiscono onore, lode, purezza.

Ella ha preso possesso del mio cuore... Ella vuole darmi la gioia

Col suo fedele amore per me, Ella vuole sedersi accanto a me.

E soddisfare a tutti i miei desideri".

C'era quindi una certa ambivalenza nel pensiero e soprattutto nel comportamento di Lutero che si scagliò con violenza contro ogni pratica religiosa popolare e soprattutto contro i pellegrinaggi mariani, ritenendoli atti degni dei pagani. I luterani più zelanti abbatterono altari, bruciarono immagini e reliquie e perseguitarono i più coraggiosi dei sacerdoti e dei fedeli.

Tuttavia dal momento che se certe cose è il buon Dio che le vuole, non esiste persona che possa cancellarle, varie immagini antiche e miracolose restarono per circostanze anche le più impensate. Così la città di Wittemberg sull'Elba, dominio per eccellenza di Lutero, contribuì involontariamente allo sviluppo di numerosi pellegrinaggi mariani, quasi una risposta del Cielo allo stesso Lutero che in cuor suo chiamò sempre Maria: "Mia Signora", tanto è vero che Spalatino, amico intimo di Lutero, inviò alla sua parrocchia natale di Spalt, diocesi di Eichstatt, una scultura rappresentante Gesù e Maria in testimonianza della sua inalterabile devozione verso la Vergine.

Nello stesso tempo furono riprodotte e messe in commercio copie della celebre Vergine d'Innsbruck del pittore vittenberghese Luca Cranach  fu venduto un certo numero d'immagini da pastori protestanti a parroci cattolici. Infatti la Madonna del Buon Soccorso di Passali che si venera nella chiesa dei Cappuccini, situata a sud della città su di una verde collina, è una immagine miracolosa, copia di quella del Cranach.

A volte alcune chiese protestanti, in origine cattoliche, sono restate intatte nel loro arredamento statuario e decorativo, come la celebre cattedrale di Ulm col più alto campanile del mondo (m 161) e con molte immagini della Madonna, di cui la più caratteristica è quella che la rappresenta fra gli Apostoli con un calice in mano. 

I santuari tornano a nuova vita: i Capuccini e i Gesuiti

Nelle zone cattoliche, soprattutto verso la fine del XVI secolo, si ha una notevole ripresa religiosa, che interessa anche il campo mariano. Nella riorganizzazione del cattolicesimo in Germania grande merito hanno avuto i cappuccini e i gesuiti; tra questi ultimi merita soprattutto di essere ricordato san Pier Canisio, autore di un poderoso volume in cui rivendica la legittimità del culto a Maria; inoltre egli fu un instancabile propagatore delle associazioni e riconfermatore delle confraternite mariane del Rosario, che poi svolsero un ruolo importante nel cristianesimo di quel Paese. Gli Ordini religiosi, in particolare i Cappuccini e i Gesuiti, non si arresero al ciclone protestante e passarono alla difesa, riorganizzarono le istituzioni con nuove iniziative, scrissero libri sull'argomento, riaprirono santuari e ne fecero sorgere altri. Il gesuita S. Pietro Canisio (1521-1597) scrisse un grosso volume polemico: "De Maria Virgine incomparabili et Dei Genitrice sacrosancta", ed amava ripetere agli amici: "Ego me adversariis etiam pro Maria iugulandum offeram'' (Per Maria mi farò anche strangolare volentieri dagli avversari). 

Ancora ostilità

Nel secolo XVIII l'influenza dei filosofi provocò una nuova ondata di ostilità contro il culto della Santa Vergine e le armate della Rivoluzione francese tentarono di sradicarlo completamente nella Renania con profanazioni orribilmente sacrileghe.

Il secolo successivo non fu migliore: santuari e conventi subirono a più riprese condizionamenti e confische per effetto di varie leggi, come quelle del Kulturkampf (1837-1884:), emanate da Bismark.

Tuttavia i cattolici opposero valida resistenza, specialmente per opera del "Centro Cattolico", capitanato da Luigi Windthorst, e numerosi poeti, anche di estrazione protestante, vi contribuirono efficacemente con una letteratura mariana di grande qualità, come Max Von Schenkendorf, Giuseppe Von Eichendorff, Federico Guglielmo Weber e Annetta Von Droste-Hülshoff.

 

I tempi attuali

All'inizio del  secolo XX la situazione sembrò tornare normale con numerose Associazioni mariane, dirette dai Gesuiti, e con i Movimenti giovanili operai di Schönstatt e soprattutto di mons. Mosterts la cui organizzazione raggiunse oltre 350 mila membri.

Ma il nazismo di Hitler, nel 1933, acuì i contrasti con la Chiesa, tanto da sopprimere tali Associazioni e scatenare la seconda guerra mondiale, che si concluse disastrosamente per la Germania con milioni di morti e feriti, chiese e santuari distrutti o gravemente danneggiati, e la divisione del territorio nazionale in due Stati contrapposti.

Le conseguenze della seconda guerra mondiale furono tremende per la Germania: milioni di morti e feriti, città intere rase al suolo, il territorio nazionale mutilato, una divisione in due stati contrapposti e lo spirito nazionale abbattuto.

I santuari posti fuori delle città vennero in genere risparmiati dai bombardamenti, ma gli altri vennero quasi tutti distrutti o seriamente danneggiati.  A Colonia la chiesa di Santa Columba fu distrutta, ma la statua mariana che vi si venerava rimase intatta e rappresentò un segno di speranza, tale da rianimare gli spiriti.  Venne invocata, e lo è tutt'ora, con il titolo di «Nostra Signora, fra le rovine».