00 05/05/2018 12:22









La notizia è appena arrivata dall’agenzia “Christians in Pakistan”, dell’omonima associazione non-profit pakistana che accompagna le attività dei cristiani nel Pakistan.


 


In seguito ad una nuova ondata di persecuzione di cui i cristiani sono le principali vittime, Mons. Joseph Arshad, arcivescovo di Islamabad-Rawalpindi, già presidente della Conferenza episcopale cattolica in Pakistan, ha invitato tutti i credenti in Pakistan a pregare per le vittime dell'intolleranza religiosa.


 


In risposta all’appello di Mons. Arshad, una giornata di preghiera ha avuto luogo il 29 aprile anche nella cattedrale di Lahore, dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

















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L’arcivescovo di Lahore, Mons. Sebastian Francis Shaw OFM, ha preso parte a questo atto esortando i suoi fedeli a pregare per le vittime della persecuzione, chiedendo al tempo stesso al Signore di portare pace e conforto alle famiglie delle vittime.


 


Ti ricordo che il Pakistan è al quinto posto nella lista dei paesi dove i cristiani vengono più perseguitati, secondo la lista di Open Doors, l’associazione americana che monitora la persecuzione religiosa nel mondo.


 


Secondo il rapporto di Open Doors, in Pakistan i gruppi radicali islamici fioriscono e si espandono; alcuni di loro in particolare sono corteggiati dai partiti politici, dall’esercito e dal governo.


 


I gruppi radicali islamici continuano a condurre migliaia di madrassa (le scuole coraniche) e continuano ad istigare specialmente i giovani, incoraggiandoli ad agire contro le minoranze religiose come i cristiani.


 


Per i convertiti ex-musulmani, la situazione è ancora peggio. Oltre ad affrontare queste forze ostili, per loro il pericolo maggiore proviene dalle famiglie, poiché l’abbandono dell’islam viene vissuto come vergogna.


 


Le chiese storiche sono controllate e regolarmente prese di mira da attacchi, i cristiani soffrono a causa della discriminazione istituzionalizzata, basti pensare che i lavori considerati come i più abietti, sporchi e spregiativi, sono riservati ai cristiani.


 


Molti cristiani sono poveri e sono costretti a lavorare in schiavitù. Le famigerate leggi sulla blasfemia colpiscono in particolare le minoranze cristiane.


 


Il caso di Asia Bibi, la donna cristiana ancora in carcere e che rischia la pena di morte con una falsa accusa di blasfemia, ne è l’esempio più clamoroso.


 


Con i miei più cari e cordiali saluti,

















Silvio Dalla Valle
















Silvio Dalla Valle
Responsabile Campagna Osservatorio sulla Cristianofobia