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LE PRINCIPALI IPOTESI TRASFORMISTE.

IL LAMARCHISMO.

LAMARCK spiega la trasformazione delle specie con l'adattamento degli individui che

le compongono ai cambiamenti del mezzo nel quale essi vivono. L'adattamento risulta

dall'interferenza dei fattori interni, che attengono alla costituzione stessa dell'animale e gli

conferiscono una certa plasticità, e dei fattori esterni quali il clima, l'alimentazione, ecc..

IL DARWINISMO.

DARWIN fa intervenire un principio nuovo: quello della concorrenza vitale, che fa capo

alla selezione naturale. Piccole modificazioni utili alla specie si sarebbero prodotte per caso.

Gli individui che ne sarebbero stati provvisti, dotati così di un'attitudine superiore, avrebbero

trionfato nella lotta per la vita e sarebbero sopravissuti. É per l'accumulazione di questi caratteri

favorevoli, sviluppati nel corso dei tempi e trasmessi per eredità, che si sarebbe realizzata

la trasformazione delle specie.

IL MUTAZIONISMO.

A differenza delle ipotesi precedenti, secondo le visuali umane e non confermate dall'esperienza,

il mutazionismo parte da un fatto scientifico incontestabile:

Si è constatato nelle diverse specie vegetali o animali, l'apparizione brusca e imprevedibile

di esseri che presentano delle differenze dai loro ascendenti, e questa trasformazione brusca

o "mutazione" si rivelerebbe ereditaria. Il lamarchismo e il darwinismo non sembrano più

accettabili ai nostri giorni agli occhi dei trasformisti; solo il mutazionismo beneficia ancora

di un certo credito, a dispetto del carattere secondario e piuttosto regressivo delle mutazioni

costatate.