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Maria, la donna nemica dell'antico serpente, creata senza colpa e in stato di grazia come Eva, dovette attraversare una prova molto più forte della prima donna.
Eva infatti su quell'albero vedeva un frutto che non gli apparteneva e doveva limitarsi a non farsi vincere dal suo desiderio di gustarlo per acquisire la divinità senza la fedeltà.
Maria invece, vedeva il frutto del suo stesso seno appeso sull'albero della Croce, torturato, abbeverato di aceto e morente tra spasimi di dolore, ma non ripeté le parole tentatrici di scendere da quell'albero. Volle bere con lui il calice amaro senza chiedere che fosse mutato in buon vino come fece a Cana. Soffrì il sacrificio del figlio in silenzio adorante. Rimase in assoluta fedeltà e umiltà di fronte alla giustizia del Padre che solo così poteva riparare la prima colpa umana con tutte le altre che vi si sono aggiunte.
Essa è Madre dei veri viventi perché mentre il nostro essere esteriore, ereditato da Eva si corrompe, il nostro essere interiore si riveste di vita nuova in Cristo.