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La santa e beata Trinità è indivisibile. La sua unita è tale che
quando viene nominato il Padre, va immediatamente pensato sia il
Verbo sia lo Spirito che è nel Figlio. E se viene nominato il Figlio,
va inteso che il Padre è nel Figlio e che lo Spirito non è fuori del
Verbo.

Unica infatti è la grazia che venendo dal Padre attraverso il Figlio
si compie nello Spirito Santo. Unica pure è la divinità e non c'è che
un solo Dio, che è al di sopra di tutto, agisce per tutto ed è in
tutte le cose.

Dio non è come l'uomo, e la sua natura non è il frutto di una
divisione di parti. Il Padre non genera il Figlio cedendo parte di
sé, per cui il Figlio diventerebbe a sua volta padre: Dio come tale
non viene da un padre. Tanto meno il Figlio è parte del Padre e non
genera, anche se lui è stato generato; invece è tutto immagine e
splendore di tutto il Padre.

In seno alla divinità solo il Padre è in senso proprio "Padre" e il
Figlio è in senso proprio "Figlio"; solo di loro ha valore affermare
che da sempre il Padre è Padre e da sempre il Figlio è Figlio.

Come il Padre non potrebbe mai essere figlio, così il Figlio non
potrebbe mai diventare padre. E come il Padre non cesserà mai di
essere soltanto Padre, così il Figlio non cesserà mai di essere
soltanto Figlio.

È una pazzia anche solo pensare e dire che al nome di Figlio si possa
aggiungere quello di fratello e al nome di Padre quello di nonno.
Nelle Scritture lo Spirito non è chiamato né, figlio, perché non lo
si immagini fratello del Figlio, né è detto figlio del Figlio, perché
il Padre non sia pensato nonno. Ma il Figlio è detto Figlio del
Padre, e lo Spirito è Spirito del Padre.

In questo modo la divinità della Trinità santa è una, e una la nostra
fede in essa.

Dalle "Lettere a Serapione sullo Spirito Santo" di sant'Atanasio.
Epistolae ad Serapionem. I,14.16. PG 26,565.569.