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In memoria di Alessandro Volta:
«la fede è credibile alla ragione»

Volta fu anche un uomo dalla profonda fede cattolica, addirittura la famiglia volle avviarlo al sacerdozio ma l’amicizia con il fisico e gesuita Giulio Cesare Gattoni lo indirizzò agli studi scientifici. Continuò a recarsi a messa quotidianamente e fu anche a lungo catechista presso la parrocchia di San Donnino a Como. Nelle sue lettere in particolare si rileva un’intensa vita spirituale, la recita quotidiana del rosario, gli studi biblici, teologici e apologetici.

Marito e padre di tre figli, le sue scoperte rivoluzionario in modo determinante il mondo scientifico e ci sembra inutile ricordare dettagliatamente il suo contributo. Il suo nome è inserito nel nostro dossier di citazioni dei più importanti scienziati cristiani e cattolici, a conferma dell’inesistenza di una dicotomia tra scienza e fede.

La sua persona lo dimostra: «Ho sempre tenuto e tengo per unica, vera ed infallibile questa santa religione cattolica, ringraziando senza fine il buon Dio d’avermi infusa una tal fede, in cui propongo fermamente di voler vivere e morire con viva speranza di conseguir la vita eterna. La riconosco sì per un dono di Dio, per una fede soprannaturale: non ho però tralasciato i mezzi anche umani di viepiù confermarmi in essa, e sgombrare qualunque dubbio potesse sorgere a tentarmi, studiandola attentamente ne’ suoi fondamenti; rintracciando colla lettura di molti libri sì apologetici che contrari, le ragioni pro e contro, onde emergono gli argomenti più validi, che la rendono anche alla ragione naturale credibilissima; e tale che ogni animo ben fatto non può non abbracciarla ed amarla. Possa questa protesta, ostensibile come si vuole, e a chiunque, giacché non erubesco Evangelium (io non mi vergogno del Vangelo n.d.r.) possa produrre qualche buon frutto» (citato in M. Monti, D. Vittani, A. Longatti, “Alessandro Volta. Entra in scena la luce”, Enzo Pifferi Editore 1997).