00 13/09/2010 16:01
Eremo San Biagio

Dalla Parola del giorno
Neanche in Israele ho trovato una fede così grande.

Come vivere questa Parola?
Nei versetti che precedono, Gesù ha esplicitato quali siano i connotati di un'autentica fede. Ha quindi esortato i suoi discepoli a fondare la propria vita sulla roccia della sua Parola ascoltata e praticata. Oggi l'invito è ad allargare gli spazi della nostra "casa".
A offrire l'occasione è un ufficiale pagano capo di una centuria romana, amico e benefattore dei Giudei. Avendo un servo gravemente ammalato, egli invia a Gesù alcuni anziani dei Giudei per supplicarlo di guarirlo. Alla loro insistente preghiera, Gesù si mette in cammino, ma, quando è ormai vicino alla casa del centurione, questi, con profonda umiltà e delicatezza di tratto, non permette al Maestro di varcarne la soglia. Conosce, infatti, la legge di Mosè e non vuole esporlo al rischio di contrarre impurità. Ma ciò che maggiormente risplende è la sua incrollabile fiducia nella forza guaritrice di Gesù e nella potenza della sua Parola. Il testo evidenzia l'ammirazione del Maestro dinanzi a tanta fede: "Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". L'accento cade sulla fede, e la fede di un pagano. Un esplicito invito a verificare sia la qualità della nostra adesione a Dio, sia la capacità di riconoscere i valori degli altri diversi da noi per cultura, razza, religione...

Oggi si parla tanto di dialogo: la Chiesa stessa ci invita a farlo. Ma il nostro atteggiamento nei riguardi degli altri è di autentico apprezzamento?

Nella mia pausa contemplativa, ripeterò più volte a Gesù l'espressione del centurione: Signore non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma comanda con una parola e il mio "cuore" sarà guarito.