00 06/04/2011 08:24

La Bibbia è un buon libro. A dirlo non è un cristiano o un teologo cattolico, ma il Primo Ministro australiano Julia Gillard, a capo del partito laburista, quindi di sinistra, e dichiaratamente “non credente”. Afferma però: «Penso sia importate per la gente capire le loro storie alla luce della Bibbia, non perché io sostenga la religione, ma, ancora una volta, quello che si è formato dalla Bibbia è una parte così importante per la nostra cultura. E’ impossible capire la letteratura occidentale senza avere come chiave di lettura la storia biblica e come la nostra letteratura si costruisce su essa e decostruisce essa e poi vi ritorna assieme».

Sul The Sydney Morning Herald, leggiamo che la Gillard si è addirittura vantanta in Parlamento di quando da studentessa vinse alcuni  premi per la sua perfetta recitazione di diversi biblici. Ha anche sfidato il leader dell’opposizione, Tony Abbott, devoto cattolico ed ex seminarista, in questo modo: «Un giorno faremo un testa a testa sulla nostra capacità di recitare passi della Bibbia a memoria!».

In un programma televisivo -dice The Australian- andato in onda domenica 20/3/11, la Gillard ha rivelato di avere radici profonde in una cultura conservatrice e tradizionalista culturale: «credo nella cortesia e nela parsimonia, nella forza del dovere fare e nella disciplina. Queste sono cose che facevano parte della mia educazione e fanno parte di chi sono io oggi». Questo comunque è evidente in tutta una serie di questioni, dal sostengo ai valori biblici alla cultura del canone occidentale, dalla convinzione che il patrimonio sociale dovrebbe mantenere istituito il matrimonio solo tra un uomo e una donna al rifiuto dell’eutanasia.

Sul matrimonio omosessuale, il primo ministro ha dichiarato: «Mi trovo ad essere sul lato conservatore a causa della strada attraverso cui la nostra società è arrivata ad essere come è, e ci sono alcune cose importanti del nostro passato che devono continuare ad essere parte del nostro presente e parte del nostro futuro». Tale situazione non consente compromessi. In merito all’eutanasia ha invece ha respinto l’argomento. Ha dichiarato che la politica dei pro-eutanasia non è «mai riuscita a soddisfare, a offrire sufficienti garanzie». La sua preoccupazione, decisamente fondata, è che le leggi pro-eutanasia «aprano la porta allo sfruttamento e, forse, all’insensibilità verso le persone nella fase finale della loro vita».

[Modificato da Credente 09/05/2011 12:35]