00 11/03/2013 08:38
O Padre, a che servono le mie indignazioni di fronte a tanto tuo amore per l'uomo? Quando mi vedi sulla via di casa, tu mi corri incontro, e se ho disperso tutte le cose che avevo raccolto di me, tu mi avvolgi di nuova vita, perché non ho perduto l'unica cosa che davvero vale, quella di essere tuo figlio. E anche quando resto fuori della porta perché la rabbia mi paralizza e mi tiene lontano dalla vita, tu esci e mi vieni incontro, mi ricordi che sono figlio e non servo, che le tue parole non sono comandi, ma espressione di quella passione straordinaria che ti ha spinto a pensarmi, a volermi, a custodirmi, ad amarmi da sempre. Quando la tua vita scorre in me, nulla è più desiderabile che il tuo abbraccio quotidiano, il tuo sguardo amante che consente al mio anelito interiore di gemere e nascere come urlo che fende i tempi e gli spazi umani per giungere fino a te.