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V. 3. Nella sua stagione. Oh quale aurea e ammirevole parola! Con essa si afferma la libertà della giustizia cristiana. Gli empi hanno i loro giorni e i loro tempi stabiliti. Hanno certe opere e certi luoghi a cui attenersi strettamente, che se anche i loro vicini stessero morendo di fame, loro non se ne accorgerebbero. Quest’uomo benedetto, però, essendo libero in ogni tempo, in ogni luogo, per ogni opera e per ogni persona, sarà disposto a servirvi ogni qual volta gli si presenti l’opportunità, e qualunque altra cosa debba fare, egli lo farà. Egli non è né un Giudeo, né un Gentile, né un Greco, né un barbaro, e neanche un’altra persona in particolare. Porta frutto nella sua stagione ogni qual volta Dio o un uomo esige il suo intervento. I suoi frutti, così, non hanno nome, come anche i suoi tempi. Martin Lutero.

V. 3. La cui fronda non appassisce. Davide descrive il frutto, prima di descrivere le foglie. Lo stesso Spirito Santo insegna, a ogni fedele predicatore nella Chiesa, a sapere che il Regno di Dio non consiste tanto di parole, ma di potenza (cfr. 1 Co 4:20). E ancora: Gesù prese e a fare e a insegnare (At 1:1), che era un profeta potente in opere e in parole (Lu 24:19). E così, colui che professa la parola di dottrina, prima produca i frutti della vita, se non vuole lasciare che il suo frutto rinsecchisca, perché Cristo maledisse l’albero di fichi che non portava frutto alcuno. Come disse Gregorio, l’uomo la cui vita è disprezzata è condannato dalla sua stessa dottrina, perché predica agli altri, ma egli stesso è reprobo. Martin Lutero.

V. 3. La cui fronda non appassisce. Gli alberi del Signore sono tutti dei sempreverdi. Il freddo invernale non può distruggere il loro verde. A differenza, però, dei sempreverdi nel nostro paese, essi portano tutti del frutto. C. H. S..