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V. 6. Qui l’ebraico rende meglio il concetto: Il Signore, conoscendo la via dei giusti. Egli costantemente guarda la loro via, e anche se fosse avvolta dalla nebbia e dall’oscurità, la riconoscerebbe. Anche se si trovasse nelle nuvole e nella tempesta dell’afflizione, egli la capirebbe. Il Signore conta i capelli del nostro capo, e non tollererebbe che ci fosse fatto del male. Ma la via ch’io batto ei la sa; se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l’oro (Gb 23:10). Ma la via degli empi conduce alla rovina. Non solo essi stessi periranno, ma andrà in rovina pure la loro via. Il giusto scolpisce il suo nome sulla roccia, ma il malvagio scrive i suoi ricordi sulla sabbia. I giusti tracciano i loro solchi di terra, e vi seminano un frumento che non sarà mai pienamente raccolto, se non quando entreranno a godere dell’eternità. Per quanto riguarda i malvagi, essi arano il mare, e sebbene vi sia dietro alla chiglia della loro nave una scia scintillante, le onde ben presto vi passeranno sopra, e la loro memoria sarà spazzata via per sempre. La stessa “via” degli empi perirà. Se esiste in loro ricordo, sarà solo un ricordo della loro malvagità perché il Signore farà sì che il nome dei malvagi si corrompa e diventi come fetore al naso dei buoni, noto solo agli stessi malvagi per il suo putridume. Possa il Signore purificare i nostri cuori e le nostre vie, tanto da farci sfuggire dal destino degli empi, per godere solo della beatitudine dei giusti!