24
PAOLO INSEGNA L’AMORE 1Corinzi 13
Paolo era instancabile ad insegnare ciò che riguardava il Signore Gesù e ciò che a lui più piace. E che cosa piace più di tutto a Gesù? Ciò che a lui piace di più è l'amore. «Se io sapessi parlare tutte le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come una campana che suona, come un tamburo che rimbomba. Anche se io fossi un profeta, e conoscessi tutti i misteri, anche se avessi una fede che trasporta le montagne, ma non avessi l'amore, che cosa conterebbe? Anche se io distribuissi tutte le mie ricchezze ai poveri, ma non avessi l'amore, non avrei nulla. Chi ama è paziente. Chi ama è premuroso. Chi ama non è invidioso. Chi ama non si vanta. Chi ama non si gonfia d'orgoglio. Chi ama è rispettoso. Chi ama tutto scusa, & tuffi ha fiducia, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine. Ora vediamo Dio confusamente, come in uno specchio antico, ma un giorno lo vedremo faccia a faccia. Tre sono le cose che contano: la fede, la speranza e l'amore. Ma la più grande è l'amore.»
25
IN FAVORE DI UN SERVO FUGGITO Lettera a Filemone
L'apostolo Paolo era prigioniero a Roma, quando ebbe modo di avvicinare un certo Onesimo. Era questi un servo fuggito dal suo padrone, dopo averlo derubato. Paolo gli parlò, e lo convinse a cambiare vita e a divenire cristiano. Lo convinse addirittura a tornare dal suo padrone, con una lettera che lo stesso Paolo gli scrisse. Egli conosceva il padrone di Onesimo: si chiamava Filemone, ed era un cristiano che accoglieva nella sua casa per le preghiere in comune gli altri Cristiani della sua città. A Filemone dunque Paolo scrisse: «Ti rimando Onesimo, divenuto per me come un figlio. Se ti ha offeso o se deve restituirti qualcosa, provvederò io per lui. Sarei stato contento di poterlo tenere con me, ora che sono in catene per avere annunziato il Signore Gesù, ma te lo rimando. Tu non accoglierlo più come un servo, ma come un caro fratello. Se mi consideri tuo amico, ti prego, accogli Onesimo come accoglieresti me!» Le cose andarono proprio così: Filemone accolse il suo servo fuggitivo, e invece di punirlo lo trattò da fratello. Come aveva chiesto Paolo, ma soprattutto come aveva insegnato il Signore Gesù.
26
IL POVERO E IL RICCO Lettera di Giacomo 1
Tra i seguaci di Gesù c'era un uomo di nome Giacomo, che fu il capo della comunità cristiana di Gerusalemme. Giacomo fece suoi gli insegnamenti di Gesù a proposito della povertà e della ricchezza. Scrisse Giacomo: «Fratelli, se qualcuno di voi è povero, sia orgoglioso perché Dio lo onora. Se invece uno di voi è ricco, sia contento perché Dio lo umilia. Il ricco infatti passa via come il fiore del campo. Si leva il sole, il suo ardore fa seccare l'erba, il fiore cade e tutta la sua bellezza svanisce. »
27
UNA VITA OFFERTA IN SACRIFICIO 2Timateo 4
La prigionia di Paolo a Roma durò due anni. Alla fine egli venne riconosciuto innocente e venne posto in libertà. Paolo riprese allora a viaggiare, a portare ovunque la parola di Dio, visitando le comunità già costituite e fondandone nuove. Fu ad Efeso, nell'isola di Creta, a Corinto, a Mileto, nella regione della Troade. Forse fu anche in Spagna. Ma al tempo dell'imperatore Nerone egli fu nuovamente arrestato e condotto a Roma. In vent'anni di viaggi e di insegnamento egli aveva portato il vangelo in tutto l'Impero romano. Tuttavia la sua vita stava volgendo al termine, ed egli stesso si sentiva prossimo al martirio. Per questo egli scrisse all'amico Timoteo e gli disse: «La mia vita sta per essere offerta in sacrificio a Dio. È giunta per me l'ora di partire per l'ultimo viaggio. Ho combattuto la buona battaglia, sono arrivato fino al termine della mia corsa ed ho conservato la fede. Ora è pronta per me la corona del vincitore, premio di chi è giusto. Il Signore, che è giudice giusto, me la consegnerà. Nell'ultimo giorno egli la consegnerà non solo a me, ma a tutti quelli che aspettano con amore il momento del suo ritorno». Le opere
28
LE OPERE BUONE Lettera di Giacomo 2
Quanti meravigliosi insegnamenti sono scaturiti dalla parola di Dio! Tra questi uno, importantissimo, dice che le parole non bastano, ci vogliono anche le azioni. Scrive Giacomo: «Fratelli, a che serve se uno dice di avere la fede, ma poi non lo dimostra con i fatti? Supponiamo che uno di voi abbia poco di che coprirsi o abbia poco da mangiare. Bene, se tu gli dici: "Copriti pure! Mangia quanto vuoi!", ma poi non gli dai quello che gli serve per non avere freddo o fame, che senso hanno avuto le tue parole?»
29
IL VERO CRISTIANO AMA LA PACE Lettera di Giacomo 3
Chi è il vero cristiano secondo Giacomo? Il vero cristiano è un uomo buono e mite, con il cuore pieno del desiderio della pace. E un uomo a cui Dio ha dato la sua saggezza. E la saggezza che viene da Dio è pura, pacifica, docile, piena di bontà e di comprensione, e si esprime attraverso i frutti delle opere buone. Le persone che creano la pace intorno a sé sono come i seminatori che raccolgono il frutto delle loro fatiche. E infatti coloro che fanno opera di pace raccolgono pace e il frutto di una vita giusta. Per essere pacifici bisogna anche sapere moderare la propria parola. Scrive Giacomo: «La lingua è una piccola parte del nostro corpo, ma e responsabile di grandi imprese. Assomiglia al timone di una nave: se c'è il timone che la guida, anche un'imbarcazione grande e pesante, spinta da un vento impetuoso, va dove il pilota vuole». Il vero cristiano è paziente e attende fiducioso il ritorno del Signore, come il contadino attende le piogge. Il vero cristiano è sincero, e non giura né in nome del cielo, né in nome della terra, ma dice sì quando è sì, e dice no quando è no! Anche Gesù, ricordi, aveva detto così!