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LA PARABOLA DEL FICO Matteo 24
Quando Gesù parlò del suo ritorno, disse che in quel giorno questo mondo finirà e un nuovo mondo comincerà. Ma quando sarà quel giorno? «Nessuno lo sa» disse Gesù «tranne Dio». Per questo è necessario essere sempre pronti a rendere conto delle proprie azioni. «Dalla pianta del fico e dalle altre piante imparate questa parabola» disse Gesù. «Quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è vicina. Così dovrete fare voi: tenervi pronti e desti per il regno di Dio».
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SI DECIDE LA MORTE DI GESU’ Giovanni 11
I capi del popolo d'Israele si riunirono per prendere una decisione definitiva a proposito di Gesù. Dicevano: «Egli fa numerosi miracoli e la gente lo segue. Avete notato che l'hanno accolto come un trionfatore, quando è venuto in città? Se non interveniamo, andrà a finire che lo proclameranno re. Ma l'imperatore di Roma che ci governa non permette a noi di avere un nostro re; allora manderà i suoi soldati a distruggere il tempio e forse a ucciderci tutti». Per questo decisero di farlo morire, e si accordarono con uno degli apostoli, Giuda Iscariota. In cambio di trenta denari egli promise loro che li avrebbe condotti dove potevano catturano. Gesù sapeva che lo volevano catturare e mettere a morte. Lo sapeva: proprio per questo lui, il Figlio di Dio, si era fatto uomo! Volle però che la sua morte avvenisse quando decideva lui, in coincidenza con la festa di Pasqua. Con quella festa di aprile gli Ebrei ricordavano l'alleanza stipulata da Dio con il suo popolo, mediante Mosè. Mediante Gesù, morto e risorto, Dio stipulava un'alleanza nuova, non solo con gli Ebrei ma con tutti gli uomini.
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L'ULTIMA CENA DI GESU’ Marco 14; Giovanni 6; 13
Prima di lasciarsi catturare Gesù volle riunirsi con i suoi apostoli a consumare la cena di Pasqua: e fu quello un incontro colmo di avvenimenti straordinari. A quei tempi, prima di mettersi a tavola, il padrone di casa ordinava ai servi di lavare i piedi degli ospiti. Ma quella sera Gesù stesso riempì l'acqua di un bacile e passò a lavare i piedi degli apostoli. Poi spiegò loro il significato di quello che aveva fatto. Disse: «Voi mi chiamate Signore e Maestro, e fate bene perché lo sono. Se dunque io, il vostro Signore e Maestro, ho compiuto questo gesto di amore per voi, tanto più voi dovrete compiere gesti di amore gli uni per gli altri». Diede poi agli apostoli un annuncio: «Uno di voi mi tradirà». Tutti rimasero sbalorditi e quasi non volevano credere. Ma era vero: Giuda Iscariota per trenta denari aveva promesso ai capi del popolo di fare catturare Gesù. Giuda, vistosi scoperto, usci nella notte. La cena proseguiva secondo le regole della cena di Pasqua, con l'agnello arrostito, il pane senza lievito e le erbe amare. Ma a un certo punto Gesù introdusse una sconvolgente novità: prese il pane, lo spezzò e lo diede agli apostoli dicendo: «Prendete e mangiatene tutti. Questo è il mio corpo, che io do in sacrificio per voi». Allo stesso modo prese il calice del vino e lo fece passare dicendo: «Prendete e bevetene tutti. Questo vino è il mio sangue, versato per voi e per tutti. E il sangue con il quale Dio stabilisce una nuova alleanza con gli uomini e perdona i peccati». Questo comando viene rispettato ogni volta che si celebra la Messa. Gesù ha realizzato così la promessa fatta nella sinagoga di Cafarnao: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna».
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L'ORTO DEGLI ULIVI Marco 14
Conclusa la cena di Pasqua, Gesù e gli undici apostoli rimasti uscirono dalla casa dove si erano riuniti e si avviarono al monte degli Ulivi, appena fuori città. Ai piedi del monte vi era un uliveto chiamato Getsemani. Esso apparteneva a certi amici di Gesù, i quali gli permettevano di andare a trascorrervi la notte. Anche quella notte Gesù vi si recò. Quando vi giunse disse agli apostoli di sedersi mentre egli si allontanava a pregare accompagnato da Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù era il figlio di Dio, e perciò sapeva a quante sofferenze stava per andare incontro. Però era anche uomo, e come tutti gli uomini temeva la sofferenza. Per questo cercava forza, chiedendola nella preghiera a Dio suo Padre. Disse Gesù: «Padre, se ti è possibile, allontana da me questi dolori. Però sia fatto non come voglio io, ma come vuoi tu». Era tanto grande la sofferenza di Gesù, che egli sudò sangue. Dopo aver pregato Gesù si avvicinò ai tre apostoli, e vide che si erano addormentati. Li svegliò e disse: «Non avete saputo stare svegli un'ora sola con me? Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
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GESU’ ARRESTATO Matteo 26
Giuda Iscariota, il traditore, sapeva che Gesù si ritirava a passare la notte nell'uliveto del Getsemani. Alla testa di un gruppo di guardie armate di spade e bastoni egli si stava avvicinando, e aveva dato loro un segno perché non si confondessero nel buio con gli altri apostoli e arrestassero proprio Gesù. Aveva detto: «E’ quello che io bacerò». Giuda entrò nel Getsemani con le guardie, si avvicinò a Gesù e lo baciò dicendo: «Salve, Maestro». Gesù gli ripose: «Amico, con un bacio mi tradisci?» Le guardie si precipitarono per prendere Gesù. Pietro voleva impedirlo: estrasse la spada e colpì una guardia di nome Malco, staccandogli un orecchio. Ma Gesù lo rimproverò: «Metti via la spada» gli disse. «Chi di spada ferisce, di spada perisce.» Poi toccò l'orecchio di Malco e lo guarì. Disse poi a Pietro: «Che cosa credi? Se lo chiedessi, il Padre mi manderebbe un esercito di angeli a condurmi in salvo. Ma deve compiersi quello che i profeti avevano annunciato». Mentre le guardie portavano via Gesù, gli apostoli si fecero prendere dalla paura e fuggirono.
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PIETRO RINNEGA GESU’ Luca 22
Quando Gesù era stato arrestato e trascinato via dalle guardie, gli apostoli erano fuggiti. Pietro però gli era andato dietro di nascosto, per vedere dove lo portavano. Lo considerava un impegno cui non poteva venir meno. Infatti, durante l'ultima cena, Pietro aveva promesso a Gesù: «Se anche tutti ti abbandonassero, io non ti abbandonerei mai!» «Davvero?» gli aveva risposto Gesù. «E invece questa notte stessa, prima che il gallo canti, dichiarerai tre volte che non mi conosci!» Ora Pietro voleva dimostrare di essere coraggioso e fedele. Per questo di lontano seguì Gesù, e giunse fino al cortile della casa di Caifa, il sommo sacerdote. Ma quando seppe che Gesù veniva percosso e che era stato condannato a morte, cominciò a avere paura. Pietro si avvicinò ad un gruppo di persone riunite intorno al fuoco in mezzo al cortile per scaldarsi: la notte era piuttosto fredda. Una serva di Caifa lo osservò un poco, poi gli disse: «Tu stavi con quell'uomo di Nazaret, non è vero?» Pietro fu preso dalla paura di fare la stessa fine di Gesù, e rispose: «Non so neppure chi è». Si allontanò dal gruppo, ma una guardia lo riconobbe e gli disse: «Non eri con lui nel podere degli Ulivi?» «No» ribatté Pietro. «Non è vero!» Altri allora si raggrupparono intorno a lui e osservarono: «Ma sì, sei uno dei suoi! Si capisce anche dall'accento che sei delle sue parti». E Pietro ripeté: «Non è vero. Vi dico che non lo conosco!» E in quel momento un gallo cantò. Pietro si ricordò di quello che il Signore Gesù gli aveva detto: «Questa notte stessa, prima che il gallo canti, dichiarerai tre volte che non mi conosci». Pietro allora uscì fuori e pianse amaramente.
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GESU’ PROCESSATO DA CAIFA Marco 14
Gesù fu portato a casa del sommo sacerdote Caifa per essere processato. Vi erano anche gli altri capi del popolo, e tutti avevano pagato dei testimoni perché accusassero falsamente Gesù. Caifa chiese a Gesù: «Se sei il Figlio di Dio, dillo!» E Gesù rispose: «Sì, lo sono!» A queste parole Caifa esclamò: «Ha bestemmiato! Non abbiamo più bisogno di testimoni: voi tutti l'avete sentito. Merita la morte!» Allora molti si misero a insultare Gesù, a colpirlo con pugni e schiaffi. Qualcuno gli sputò in faccia.
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GESU’ DAVANTI A PONZIO PILATO Luca 23
I capi del popolo non potevano mettere a morte Gesù senza il permesso del governatore Ponzio Pilato, che comandava in Palestina per conto dell'imperatore di Roma. Per questo lo portarono davanti a lui, e per convincerlo a condannarlo gli dissero che Gesù si era proclamato re, e quindi era rivale dell'imperatore romano. Pilato capi che i capi del popolo volevano condannare Gesù per altre ragioni, quindi gli chiese: «Tu sei re?» «Sì, lo sono» rispose Gesù. «Ma il mio regno non è di questo mondo.»
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GESU’ TORTURATO Luca 23
Per liberarsi di Gesù, Pilato lo mandò da Erode Antipa, re della Galilea, che in quei giorni si trovava a Gerusalemme. Erode lo interrogò, ma Gesù non rispose. Fu così che lo rimandò da Pilato. I capi del popolo avevano radunato una gran folla davanti al palazzo di Pilato, e l'avevano pagata perché gridasse che Gesù doveva essere condannato a morte. Pilato tentò di placare la folla. Ordinò ai soldati di frustare Gesù. Ed essi si divertirono a torturarlo fingendo che fosse un re: gli misero un manto rosso sulle spalle, una canna come scettro e una corona di spine in testa. Gesù era tutto sanguinante quando Pilato lo presentò alla folla dicendo: «Ecco l'uomo».. Ma dalla folla di nuovo gridarono: «A morte! Crocifiggilo! Crocifiggilo!» Pilato fece un ultimo tentativo. Disse: «Per Pasqua è usanza che io liberi un prigioniero. Volete che liberi Barabba, o questo Gesù?» Barabba era un assassino. Ma la folla gridò: «Barabba! Barabba!» «Ma che male ha fatto quest'uomo?» insistette Pilato. «Io non trovo nessuna colpa in questo Gesù!» Ma la folla mandata dai capi ripeté: «Crocifiggelo! Crocifiggelo!»