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Se tu vedi colui che ti guida a operare miracoli e ricevere la gloria, guarda, gioisci, rendi grazie a Dio di aver trovato un tale maestro, ma non ti scandalizzare di vederlo disonorato dagli uomini, vederlo schiaffeggiato e trascinato a terra: con l’ardore di un nuovo Pietro afferra la tua spada, stendi la mano, taglia non soltanto il lobo dell’orecchio, ma la mano e la lingua di colui che osa parlare contro tuo padre. E allo stesso modo se, come Pietro, tu capisci i suoi rimproveri, in ogni caso riceverai ancora di più per il tuo grande amore e la tua fede. E ugualmente se, da uomo quale sei, nel tuo spavento tu dirai : "Non conosco questo uomo", piangi non meno, piangi amaramente su di lui, ma non farti sommergere dalla disperazione. Io confido che Lui, il Primo, ti ricondurrà a sé. Se tu lo vedi messo in croce come un criminale, sofferente dalla parte dei criminali, se lo puoi, muori con Lui: altrimenti non ti unire al malvagio e al traditore, non condividere con loro il sangue innocente, ma dopo aver abbandonato un momento il tuo pastore, come uno stolto e un pusillanime, conserva la fede in Lui. Se Lui è liberato dai suoi lacci, ritorna presso di Lui e, come un martire, veneralo di più: ma se Lui soccombe ai tormenti, prendi il tuo coraggio, reclama il suo corpo e rendigli i più grandi onori. Stringilo a te, ricoprilo di profumi e seppelliscilo sontuosamente: di fatto, anche se non è il terzo giorno, nientemeno l’ultimo giorno resusciterà. Credilo, Lui si avvicina a Dio in tutta libertà, anche se tu hai deposto il suo corpo dentro la tomba: invoca senza esitare la sua intercessione, Lui ti soccorrerà quaggiù, ti guarderà da tutte le avversità, ti accoglierà all’uscire dal tuo corpo e ti preparerà una dimora eterna.



SIMEONE NUOVO TEOLOGO, CATECHESI XX, 130-160