00 14/09/2015 16:38
Si noti in particolare l'espressione usata da Paolo in 1 Cor 8, 10 dove dice:

"...Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli? 11 Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto.

Dunque per Paolo il mangiare carne sacrificata agli idoli non sarebbe nulla di male considerato in se stesso, in quanto il cibo, ogni cibo in se stesso, essendo creato da Dio è buono. Ma ciò che costituisce invece un problema è la coscienza di chi lo mangia e la coscienza di chi ci vede mangiare quel cibo che egli ritiene non si debba in coscienza mangiare.

In tal caso, Paolo ribadisce il concetto, come aveva espresso il Concilio, che conviene non mangiarne pur essendo persuasi nella propria coscienza che non vi sarebbe nulla di male, perchè potrebbe esserne scandalizzato il proprio fratello che è più debole nella fede, in quanto ritiene che sia necessario non mangiare quel determinato cibo.

Ecco dunque la chiave per comprendere la decisione del Concilio riguardo alle carni sacrificate agli idoli e per conseguenza anche riguardo al sangue.