00 27/07/2017 08:30
Dice la lettera agli Ebrei: "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri,... ultimamente ha parlato a noi per mezzo del Figlio". Nelle letture di oggi cogliamo proprio i diversi modi del suo linguaggio.
Sul Sinai parla attraverso lo sconvolgimento della natura: "Ci furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba... il monte Sinai era tutto tremante... il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono". Nel Vangelo invece Gesù parla con semplicità, in modo umano, a volte esplicitamente, a volte con parabole, secondo le categorie dei suoi ascoltatori.
In qualunque forma la voce di Dio si faccia udire, è fondamentale essere attenti, con cuore docile. Gesù esprime chiaramente la condanna per chi si chiude alla sua parola: "A loro non è dato conoscere i misteri del regno dei cieli", perché "il loro cuore si è indurito, son diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non vedere e non sentire". E tanto facile essere duri d'orecchio verso il Signore, quando altre voci ci lusingano e altri rumori ci piacciono di più. E non ci accorgiamo che sono proprio solo "rumori", aria in movimento, senza contenuto.
Chiediamogli la grazia di saper sempre udire e seguire la sua voce, per avere la beatitudine che egli ha promesso: "Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono! In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato ascoltare quello che voi ascoltate".
Non capiremo mai abbastanza quanto sia grande il dono che Dio ci ha fatto con la sua parola scritta e con la sua parola vivente, Gesù, verbo del Padre.