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NC
I vangeli presentano Pilato, un procuratore romano molto titubante e propenso a graziare Gesù, mentre invece vari dati storici lo presentano come crudele e spietato. Come si possono accettare i racconti sul processo di Gesù considerato tali caratteristiche di Pilato?

CR
Un accenno breve ma significativo sulla ferocia di Pilato lo troviamo nello stesso Vangelo di Luca quando riporta al cap.13 la seguente informazione:
1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? --- Oltre alle notizie riportate nel topic abbiamo dunque una testimonianza della personalità crudele e spietata del procuratore romano anche nel Vangelo. Ma allora come mai con Gesù sembra invece dai Vangeli essere stato più "umano"? -- I vangeli riportano a riguardo una circostanza non da poco conto, e cioè che la moglie stessa di Pilato, si era molto impegnata col marito nel cercare di fargli evitare di condannarlo. avvisandolo : «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua».Matteo 27,19 --- Dunque la moglie spesso ha un ascendente sul marito, e in questo caso ebbe l'effetto solo di fargli tentare di evitare a Gesù la condanna a morte per il fatto che la moglie gli ricordava che si trattava di un GIUSTO. E di questo Pilato era sicuramente stato edotto dai suoi centurioni romani, che conoscevano bene il territorio e sapevano anche che Gesù aveva guarito qualcuno che apparteneva alla loro milizia. --- Dunque per quanto crudele Pilato non era stupido e non voleva far sorgere malcontenti se non era necessario, considerando anche che molti ebrei erano simpatizzanti di Gesù. Ovviamente fu messo alle strette dagli astuti e inamovibili farisei che gli presentarono l'accusa di pretesa regalità da parte dell'imputato. Al che cedette nonostante avesse provato a scrollarsi di dosso la responsabilità della condanna.