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- L`umiltà, custode di tutte le virtù



Nessun`altra cosa devi ritenere che sia più pregevole e più amabile dell`umiltà, in quanto questa virtù è quella che ti preserva e che ti fa custode - per così dire - di tutte le altre virtù. Non c`è altro che ci rende così accetti agli uomini e a Dio del ritenerci all`ultimo posto per umiltà, anche se siamo in vista, grazie ai meriti della nostra vita. Tant`è vero che la Scrittura dice: Quanto più sei grande, tanto più ti devi umiliare, e allora troverai grazia davanti a Dio (Sir 3,18); e Dio fa dire al profeta: Su chi altro mi poserò, se non su chi è umile, in pace, e timoroso delle mie parole? (Is 66,2).

L`umiltà a cui devi tendere, però, non è quella che si mette in vista e che viene simulata dal portamento esteriore o dalle parole sussurrate a metà, ma quella che lascia trasparire un genuino sentimento interiore. Una cosa, infatti, è avere una virtù, e altra cosa lo scimmiottarla; una cosa è andare dietro a un`ombra di realtà, e altra cosa è seguire la verità. Quella superbia che si nasconde sotto certi accorgimenti di umiltà è molto più mostruosa. Non so perché, ma i vizi che si mascherano con apparenze virtuose sono molto più ripugnanti.



Girolamo, Le Lettere, IV, 148,20 (a Celanzia)

7a. - Le reliquie dei martiri

Le reliquie dei martiri le onoriamo per adorare il Dio per il quale essi si sono fatti martiri! Onoriamo i servi affinché l`onore che diamo ai servi ridondi sul loro padrone, che ha detto: Chi accoglie voi accoglie me (Mt 10,40). Ma sarebbero dunque impure le reliquie di Pietro e di Paolo? Sarebbe dunque immondo il corpo di Mosè che secondo il testo ebraico autentico fu seppellito personalmente dal Signore?. Dunque, ogni volta che entriamo nelle basiliche degli apostoli, dei profeti e di tutti i martiri, ogni volta, dico, noi veneriamo - secondo loro - templi di idoli? dunque, i ceri accesi davanti alle loro tombe sarebbero emblemi idolatrici?...

Se le reliquie dei martiri non bisogna onorarle, come mai leggiamo: E` preziosa, agli occhi del Signore, la morte dei suoi santi (Sal 115,6)? Se le loro ossa contaminano chi le tocca, come mai Eliseo, da morto, ha risuscitato un morto (cf. 2Re 13,21); e il suo corpo, che secondo Vigilanzio giaceva immondo, ha dato la vita a un altro? Dunque, tutte le truppe dell`esercito di Israele e del popolo di Dio sarebbero state anch`esse immonde, dato che avevano portato nel deserto Giuseppe (cf. Es 13,19) e i corpi dei patriarchi, e avevano riportato nella terra santa delle ceneri immonde! E Giuseppe, che è stato la figura anticipata del nostro Signore e Salvatore, fu anche lui un criminale per aver portato con tutta quella solennità le ossa di Giacobbe a Ebron (cf. Gen 49,29-31; Gen 50,5-13), per aver messo suo padre, impuro, assieme al nonno e al bisnonno, essi pure immondi, dato che ha unito un morto a altri morti?

Lo ripeto ancora: le reliquie dei martiri sono dunque immonde? E quale punizione hanno allora meritato gli apostoli, che si sono messi in testa al corteo funebre del corpo impuro di Stefano, svoltosi con tutta quella grandiosità, e che hanno fatto per lui un gran pianto (cf. At 8,2) proprio perché la loro tristezza si cambiasse in gioia per noi? Girolamo, Le Lettere, III, 109 (al sacerdote Ripario)



Deciso distacco dal mondo

Ti metto in guardia, e te ne scongiuro con lacrime e gemiti: finché su questa terra siamo in corsa, non portiamoci addosso due tuniche (voglio dire: una doppia fede); non appesantiamoci i piedi con scarpe di cuoio (intendo dire: con opere morte); non ci curvi verso terra una bisaccia colma di ricchezze e non appoggiamoci a un bastone qual è quello della potenza temporale. Non crediamo di poter tenere contemporaneamente l`anima su Cristo e sul mondo.

Le cose brevi e caduche, invece, posponiamole a quelle eterne!

E poiché ogni giorno - mi riferisco al corpo - sentiamo di morire un po`, non illudiamoci di essere eterni per il resto. Solo così potremo essere immortali.

Girolamo, Le Lettere, 23,4 (a Marcella)