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III. L'avarizia spirituale.

1268. Quest'avarizia e` cosi` descritta da San Giovanni della
Croce 1268-1:

a) "Vi sono incipienti che non si saziano mai di ascoltare consigli e
precetti spirituali e di avere e leggere quantita` di trattati
speciali, consumando piuttosto il tempo in questo che in mortificarsi
ed esercitarsi nel perfetto spogliamento interiore dello spirito.
b) Si caricano inoltre di immagini, di rosari, di croci molto curiose
e costose. Ora lasciano queste e prendendo quelle; ora fanno baratti e
li disfanno; le vogliono cosi` e cosi`; attaccandosi piu` a questa che a
quella, perche` piu` curiosa e preziosa". Tutto questo e` apertamente
contrario allo spirito di poverta`, e mostra nello stesso tempo che si
da` troppa importanza all'accessorio, trascurando cio` che e` principale
nella devozione.

1269. Conclusione. E` chiaro che tali imperfezioni sono di gran danno
al progresso spirituale. Ecco perche`, dice S. Giovanni della Croce,
Dio, per correggerli, li introduce nella notte oscura di cui presto
diremo. Le anime poi che non vi sono introdotte si studieranno di
liberarsi da questi impacci, praticando quanto abbiamo detto sul modo
di trar profitto dalle consolazioni e dalle aridita`, n. 921-923;
sull'obbedienza, sulla fortezza, sulla temperanza, sull'umilta` e sulla
dolcezza, nn. 1057, 1076, 1127, 1154.