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Possiamo subito osservare come in questi passi non vi sia alcun accenno esplicito al Figlio di Dio.

La gloriosa persona spirituale che porta questo nome è definita "uno dei primi principi", "il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo [il popolo di Daniele]", e "l’arcangelo".

Nel primo di questi versetti notiamo che Michele viene definito "uno dei primi principi". Questo non si può certo dire dell'Unigenito Figlio di Dio. Egli, infatti, non è solo uno dei tanti ma l'Unico Figlio. Chi sono quindi gli altri "principi", compagni di Michele? Evidentemente sono altri angeli preminenti, come l'angelo Gabriele, menzionato nello stesso libro (8:16; 9:21). Tale conclusione appare ovvia. Tuttavia i TdG, pur di negare questa evidenza, giungono al punto di fare la seguente affermazione: «Daniele 8:11, 25 ... parla di Geova Dio come del "Principe delle milizie" e "Principe dei Principi". Geova è il Principe in capo, e con Lui suo Figlio Michele è "uno dei primi principi"» (Sia fatta la tua volontà in terra, p.313, § 14). Secondo i TdG quindi Jahveh (Geova) sarebbe uno dei due principi menzionati in Daniele 10:13. Ora si noti che l'Altissimo, nel libro di Daniele, non viene semplicemente definito un principe ma il Principe dei Principi. La differenza è sostanziale. Inoltre Dan. 10:13 non fa assolutamente pensare che si parli di due soli principi e che Uno di questi sia addirittura l'Iddio Onnipotente! È più che evidente che nel passo si parla di vari angeli preminenti e non certo di Jahveh.

Anche il fatto che Michele vigilasse sul popolo di Daniele non lo identifica automaticamente con il Figlio di Dio: nel libro di Daniele si dice che delle potenze angeliche (buone o malvagie) erano costituite a capo di varie nazioni. Si menziona quindi il "Principe di Persia" (10:13), il "Principe di Grecia" (10:21) e il Principe custode di Israele, Michele appunto. Ma questo incarico protettivo non autorizza la conclusione che questo angelo-capo sia il Figlio Unigenito di Dio.

Fra l'altro, se leggiamo i primi versetti del cap. 10 di Daniele, possiamo notare la descrizione di una figura che ricorda moltissimo il Cristo glorificato. Cito dalla TNM:


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 Rbi8 Daniele 10:4-7 ***

E il ventiquattresimo giorno del primo mese, mentre io stesso ero sulla sponda del gran fiume, cioè l’Iddechel, allora alzavo gli occhi e vedevo, ed ecco un certo uomo vestito di lino, con i fianchi cinti d’oro di Ufaz. E il suo corpo era simile al crisolito, e la sua faccia simile all’aspetto del lampo, e i suoi occhi simili a torce infuocate, e le sue braccia e il luogo dei suoi piedi erano simili alla visione del rame forbito, e il suono delle sue parole era simile al suono di una folla. E io, Daniele, da solo, vidi l’apparizione; ma in quanto agli uomini che erano con me, non videro l’apparizione. Comunque, su di loro cadde un gran tremito, tanto che corsero a nascondersi. E io, io fui lasciato rimanere solo, così che vidi questa grande apparizione. E non fu lasciata rimanere in me nessuna potenza, e la mia propria dignità si cambiò su di me in rovina, e non ritenni alcuna potenza.