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5. - L'anima che sa trarre profitto dalle umiliazioni può sorpassare un'altra anima meno soggetta a sbagliare.

Se dalle nostre colpe sapremo ritrarre amore all'umiliazione, avremo fatto un profitto enorme, poiché il nostro amabile S. Francesco, pone nell'umiltà il termometro della santità, e non teme d'affermare che un'anima la quale faccia servire così le sue colpe, può sorpassare un'altra che pure è meno soggetta a sbagliare: “Una suora che vedete mancare e cadere in molte imperfezioni, può essere più virtuosa e cara a Dio (sia per il coraggio che conserva, malgrado le imperfezioni, sia per l'umiltà che ne ricava e sia per l'amore alla sua abiezione) di un'altra la quale ha più virtù naturali o acquisite, ma lavora di meno e, per conseguenza, ha meno coraggio e meno umiltà. S. Pietro fu scelto a capo degli Apostoli, quantunque andasse soggetto a molte imperfezioni, tanto da commetterne anche dopo aver ricevuto lo Spirito Santo; ma poiché, sebbene difettoso, conservava sempre un grande coraggio e non s'abbatteva mai, Gesù lo fece suo Vicario e lo favorì più di tutti gli altri, e nessuno poté affermare che non meritasse d'essere preferito a S. Giovanni e agli altri Apostoli” (10).
S. Giovanna di Chantal amava ripetere questo insegnamento del suo santo Padre spirituale: “Mia cara piccola, scriveva a Suor F. A. della Croce di Fesigny, i vostri scoraggiamenti non sono altro che tentazioni; poiché, ditemi, che vantaggio vi apportano e che frutto ne ricavate? Pensate voi che sia in nostro potere l'essere sempre fissi in Dio e non commettere mai delle colpe? Bisognerebbe essere Angeli. Perciò, vi prego a rassegnarvi alla misera condizione di questa vita, ma senza ansietà e senza turbamento, e ad umiliarvi senza scoraggiarvi, quando mancate, di fedeltà. Questa umiliazione e amore alla vostra abiezione, ricevuta con pace e tranquillità, sarà a Dio più gradita che non le vostre puntigliose fedeltà” (11).