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Insegnamento 11. Diceva che due cose fanno da ali all’anima per salire all’unione con Dio; sono: la compassione piena d’amore per la morte del Cristo e per quella del prossimo. Quando l’anima si sofferma sulla compassione della croce e sulla passione del Signore, ricordi che egli fu solo a sostenere questa sofferenza mentre realizzava la nostra redenzione, come sta scritto: Torcular calcavi solus: La vasca l’ho pigiata da solo (Is 63,3). Da ciò trarrà e le si offriranno riflessioni e pensieri molto proficui.
Insegnamento 12. Parlando della solitudine in una certa predica tenuta nel convento di Almodóvar del Campo, citò le parole del papa Pio II, di felice memoria, che diceva che il frate vagabondo è peggiore del demonio; e che i religiosi, se vanno in visita, vadano in case oneste, dove si parla con cautela e modestia.
Insegnamento 13. Spiegando le parole di san Paolo: Signa apostolatus nostri facta sunt super vos in omni patientia, in signis et prodigiis et virtutibus: I segni dell’apostolo li avete veduti in opera in mezzo a voi, in una pazienza a tutta prova, con miracoli, prodigi e portenti (2Cor 12,12), osservava che l’apostolo antepone la pazienza ai miracoli, per cui la pazienza è segno certo dell’uomo apostolico più che il risuscitare i morti. Attesto che in questa virtù il padre fra Giovanni della Croce fu uomo apostolico, perché sopportò con singolare pazienza e tolleranza le prove molto intense che gli si presentarono e che avrebbero abbattuto i cedri del Libano.