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Zefirino, romano (199-217)

Sotto questo pontificato si accendono le dispute più serie sulla cristologia: l'adozionismo, secondo cui Gesù era stato semplice uomo fino al Battesimo e dopo divenne "divino", continuava a propagarsi malgrado la severa condanna già di Papa Vittore I. Singolare la clemenza del Papa che perdona un certo Natale, prete scismatico adozionista fatto vescovo, ma che si pentì accettando la penitenza che il Papa gli diede

Più gravemente si propagò il "modalismo" insegnato da Noeto, Prassea e Sabellio, che eliminava ogni distinzione fra le Persone della Trinità, mentre la Chiesa insegnava già che è proprio attraverso la Trinità che le Tre Persone sono distinte pur mantenendo un unica natura comune.

Ippolito mandò una lettera severa a Zeferino per non aver agito in modo molto più incisivo e severo contro queste forme di eresie, chiedendo a nome dei vescovi una scomunica immediata.

La risposta di Zeferino non si fece attendere, ammettendo pubblicamente che non vi era nella Chiesa, una dottrina che parlasse esplicitamente delle Tre Persone nella Trinità e che a scanso di confusione aveva preferito aspettare un giro di consultazioni. Non c'era di fatto una terminologia che potesse aiutare a comprendere la questione. Sarà questa conversazione, di fatto, a far maturare l'idea di un Concilio, nel quale poi si definirà per sempre tale dottrina