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14. Oh, Signore del cielo e della terra! È possibile che anche stando in questa vita mortale si possa godere di voi con una intimità così straordinaria? E che lo Spirito santo lo dica tanto apertamente con queste parole del Cantico che noi non vogliamo ancora capire? Oh, di quali doni favorite le anime in questo Cantico! Quali premure, quali tenerezze! Una sola di tali parole dovrebbe bastare a farci struggere d’amore per voi. Siate benedetto, Signore, giacché non verranno mai da voi le nostre perdite! Per quante vie, con quanti mezzi e in quanti modi ci dimostrate il vostro amore! Con tribolazioni, con una così dura morte, con tormenti, soffrendo ogni giorno ingiurie e perdonandole. E non solo con questo, ma con quelle parole che voi rivolgete nel Cantico all’anima alla quale insegnate a ripeterle a voi. Sono parole che feriscono così profondamente chi vi ama, che non so come si possano sopportare se voi non intervenite con il vostro aiuto a renderle tollerabili a chi le sente, non come meritano di essere sentite, ma come lo comporta la nostra debole natura.
15. Allora, Signore mio, non vi chiedo altro in questa vita se non che mi baciate colo bacio della vostra bocca. E fatelo in modo che, anche se volessi staccarmi da questa amicizia e da questa unione, la mia volontà, Signore della mia vita, sia sempre costretta a non allontanarsi dalla vostra e che nulla mi impedisca, mio Dio e mia gloria, di poter dire, in tutta verità: Migliori e più deliziose del vino sono le tue mammelle.