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CAPITOLO 38 (22)
Continua a parlare dell’orazione mentale.
1. Sì, avvicinandovi a lui cercate di pensare chi sia colui con il quale vi disponete a parlare o al quale già state parlando. Neppure con mille vite delle nostre arriverete a comprendere come meriti di essere trattato questo Signore, di fronte al quale gli angeli tremano. Egli impera su tutto: volere, per lui, è agire. Sarà dunque giusto, figlie mie, che ci adoperiamo a raggiungere alcune di tali grandezze del nostro Sposo e che comprendiamo con chi siamo sposate e quale vita dev’essere la nostra. Oh, mio Dio! Quaggiù, quando ci si sposa, anzitutto si conosce la persona, con le sue qualità e le sue sostanze; e noi, già promesse in matrimonio, come lo sono tutte le anime in virtù del battesimo, non potremo pensare al nostro Sposo prima del giorno delle nozze, in cui ci farà entrare nella sua casa? Visto che qui non proibiscono di farlo a quelle che sono promesse agli uomini, perché devono impedire a noi di cercare di sapere chi sia il «nostro» Uomo, chi sia suo Padre, quanto possiede, quale il paese dove mi condurrà dopo sposata, quale sia la sua condizione, come potrò meglio contentarlo, in che cosa compiacerlo e studiare il modo di conformare il mio temperamento al suo? Perché, infatti, una donna sia una buona sposa, non le danno altro consiglio che questo, anche se il marito è un uomo di condizioni molto umili. Mio Sposo, dunque, si dovrà proprio in tutto far meno apprezzamento di voi che degli uomini? Se ad essi ciò non sembra giusto, lascino in pace le vostre spose, che devono trascorrere la vita con voi. E che vita felice! Se uno sposo è tanto geloso da non volere che la sua sposa esca di casa o tratti con alcuno, non sarà certo una bella cosa non cercare di compiacerlo e non capire come sia giusto adeguarsi a tale desiderio, e non voler trattare con altri, poiché in lui si ha tutto ciò che si può desiderare!
2. Comprendere queste verità, figlie mie, è fare orazione mentale. Se a tali considerazioni volete aggiungere qualche preghiera vocale, va benissimo. Ma non vogliate, vi scongiuro, parlare con Dio e pensare ad altre cose, perché questo significherebbe non capire che cosa sia l’orazione mentale. Credo di avervelo spiegato abbastanza. Nessuno v’intimidisca con tali paure. Sia lodato Dio che è potente sopra tutti e nessuno potrà vietarvi di farlo. Peraltro, se qualcuna di voi non riesce a recitare vocalmente con la suddetta attenzione, sappia che non fa ciò cui è obbligata. Se vuole pregare con perfezione, deve tendervi con tutte le sue forze, sotto pena di non adempiere il suo dovere di sposa di un così grande Re. Supplicatelo, figlie, che egli mi dia la grazia di fare anch’io ciò che vi consiglio, perché ancora non vi sono arrivata. Sua Maestà, per quello che è, vi provveda.