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Sentiamo ancora una volta la parola di Elisabetta, completata nel Magnificat di Maria: "Beata Colei che ha creduto". Il primo e fondamentale atto per diventare dimora di Dio e per trovare così la felicità definitiva è credere, è la fede, la fede in Dio, in quel Dio che si è mostrato in Gesù Cristo e si fa sentire nella parola divina della Sacra Scrittura. Credere non è aggiungere una opinione ad altre. E la convinzione, la fede che Dio c'è non è una informazione come altre. Di molte informazioni, a noi non fa niente se sono vere o false, non cambiano la nostra vita. Ma se Dio non c'è, la vita è vuota, il futuro è vuoto. E se Dio c'è, tutto è cambiato, la vita è luce, il nostro avvenire è luce e abbiamo l'orientamento per come vivere. Perciò credere costituisce l'orientamento fondamentale della nostra vita. Credere, dire: "Sì, credo che Tu sei Dio, credo che nel Figlio incarnato sei Tu presente tra di noi", orienta la mia vita, mi spinge ad attaccarmi a Dio, ad unirmi con Dio e così a trovare il luogo dove vivere, e il modo come vivere. E credere non è solo un tipo di pensiero, un'idea; è, come già accennato, un agire, è una forma di vivere. Credere vuol dire seguire la traccia indicataci dalla Parola di Dio.

Omelia, Castel Gandolfo, 15 agosto 2006