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26.01.2013

Per mezzo di Gesù gettiamo, per così dire, uno sguardo nell’intimità di Dio. Giovanni, nel suo Vangelo, lo ha espresso così: Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1, 18). Ma Gesù non ci ha soltanto lasciato guardare nell’intimità di Dio; con Lui Dio è anche come uscito dalla sua intimità e ci è venuto incontro. Questo avviene innanzitutto nella sua vita, passione, morte e risurrezione; nella sua parola. Ma Gesù non si accontenta di venirci incontro. Egli vuole di più. Vuole unificazione. È questo il significato delle immagini del banchetto e delle nozze. Noi non dobbiamo soltanto sapere qualcosa di Lui, ma mediante Lui stesso dobbiamo essere attratti in Dio. Per questo Egli deve morire e risuscitare. Perché ora non si trova più in un determinato luogo, ma ormai il suo Spirito, lo Spirito Santo, emana da Lui ed entra nei nostri cuori congiungendoci così con Gesù stesso e con il Padre – con il Dio Uno e Trino.

OMELIA alla Veglia di Pentecoste, Piazza San Pietro, 3 giugno 2006


[Modificato da ulisseitaca 26/01/2013 11:24]