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Benedetto il Signore che libera i suoi amici

27.06.2013
Dt 31,14-23; Sal 19; Lc 8,22-25

«Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a Gesù e lo svegliarono dicendo: “Maestro, maestro, siamo perduti!”. Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: “Dov’è la vostra fede?”. Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque Costui, che comanda anche ai venti e all’acqua e gli obbediscono?”». (Lc 8,23-25)

Stupisce vedere Gesù addormentato mentre infuria la tempesta sulle acque, simbolo del male che minaccia l’uomo. Stupisce quando è proprio Lui ad ammonirci più volte sull’urgenza di vigilare, vegliare, stare ben svegli.
Ma in realtà è una constatazione ricorrente: davvero di fronte al mistero travolgente del male, che l’umanità ha conosciuto e conosce nella sua storia, Dio sembra dormire; forse nella sua indifferenza, o impotenza, o inesistenza. Eppure la risposta di Dio al dramma del male è la sua sicura vittoria finale ottenuta a prezzo della Croce di Cristo, vittoria della potenza dell’Amore impotente.

Preghiamo col Salmo

Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde sal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.