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La devozione degli astronauti e il Salmo 8






In tanti hanno già parlato delle immagini della Stazione spaziale internazionale che ritraggono la “nostra” Samantha Cristoforetti, impegnata nella sua nuova missione. Alle sue spalle, appese alle pareti della navicella, c'erano alcune icone cristiane e un crocifisso.

In molti hanno paragonato la notizia -emersa in contemporanea- con quella di Davide Zotti, responsabile scuola dell’Arcigay, che ha rimosso il crocefisso dall’aula della scuola in cui insegna per fare un dispetto alla Chiesa e a Papa Francesco i quali ribadiscono un punto di vista sull’omosessualità differente dal suo. E’ stata aperta una procedura presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Friuli Venezia Giulia e il militante Arcigay rischia un procedimento disciplinare. La Corte Europea legittima il crocifisso nelle aree pubbliche, i militanti laicisti lo rimuovono insofferenti e gli astronauti lo portano in cielo con loro.

«Dicono che non ci sono atei in trincea, ma probabilmente non ve ne sono nemmeno nelle navicelle spaziali», ha ironizzatol’astronauta statunitense Michael Timothy Good. Il suo collega Josu Feijoo ha confermato: «non si può essere un astronauta senza credere in Dio». Forse il più famoso è Neil Armstrong, il primo essere umano a camminare su un corpo celeste extra terrestre (sua la frase «questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità»), un uomo profondamente religioso, come abbiamo raccontato. Bella anche l’intervista a John Herschel Glenn, primo americano in orbita nello spazio.

Quando si parla di questo a molti viene in mente anche Yuri Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio. Come ha rivelato in un’intervista nel 2006 un amico di Gagarin, il colonnello Valentin Petrov, fu Nikita Kruscev durante il congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica ad affermare: “Gagarin è volato nello spazio, ma non ha trovato nessun Dio. Dopo il crollo della potenza sovietica, tuttavia, alcuni ex colleghi di Gagarin rivelarono che il cosmonauta era un cristiano ortodosso e che aveva fatto battezzare una delle due figlie proprio alla vigilia del famoso viaggio. Una devozione confermata dal colonnello Petrov.

La bellezza dell’Universo richiama inevitabilmente la grandezza di Dio, la sproporzione tra la piccolezza dell’uomo rispetto all’infinità vastità dello spazio amplificano la domanda estasiata del profeta: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?” (Salmo 8). Lo ha confermatoanche Paolo Nespoli, in orbita nel 2011: «Non ho trovato segni, ma da lassù si capiscono molte cose sulla vita. E su Dio».


[Modificato da Credente 30/11/2018 15:38]