00 08/03/2012 13:18

VII

I CHIODI NEI POLSI

«Se non gli vedo nelle mani il foro dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi, non credo... Metti qua il tuo dito, e guarda le mie mani (Gv 20, 25 e 27)

Giunti sul Calvario, strappano a Gesù la tunica che aderisce alle piaghe.

Poi lo distendono a terra, nella polvere e nella ghiaia che impastano le sue ferite.

L'afferrano per le braccia e lo stirano a forza sul patibolo.

Un chiodo lungo, quadrato e appuntito, è presentato sul polso: non sul palmo, che non avrebbe potuto reggere al peso e si sarebbe dilacerato.

I colpi del grosso martello aprono e dilaniano la piaga, fino a che il chiodo non sia conficcato nel legno.

La lesione del nervo mediano ha fatto ripiegare sotto il palmo il pollice, che infatti nella Sindone non appare. La lesione dei grossi tronchi nervosi dà lo spasimo più atroce che un uomo possa sopportare.

I nervi feriti rimangono a contatto col chiodo, sul qua­le tra poco tutto il peso del corpo farà sentire la trazione e li farà vibrare ad ogni scossa.

Per l'altro braccio gli stessi gesti, gli stessi dolori.

Fa' comprendere. anche a me, o Signore, che sono più utili per la redenzione le mani immobili, inchiodate nel sacrificio, che non le mani immerse nell'attività.