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Significato

Sanders ha affermato che 11QPsa rappresenterebbe un salterio "canonico" che testimonierebbe del carattere fluido ed aperto del terzo libro dei Salmi prima del 1° sec. A.C. Tuttavia vi sono elementi contro questa concezione del canone, infatti la LXX testimonia dell'ordine del testo masoretico, inoltre l'accordo tra il TM dei Salmi e 11QPsa sembra indicare che il compilatore di 11QPsa fosse conscio dell'ordine del TM.
Probabilmente l'intento del rotolo era quello di dare lustro al fatto che Davide avesse composto migliaia di Salmi, il rotolo sarebbe dunque da intendersi come uno scritto settario in opposizione ai Salmi del TM contenente solo 150 salmi (notevole di nota è il fatto che il Salmo 151 nella LXX fosse considerato "fuori numerazione", probabilmente vi era qualche significato connesso alla cifra 150).

Rotolo di Rame (3Q15)

Era originariamente formato da 3 fogli saldati assieme da chiodi ribattuti, lo scriba per poterlo incidere con un bulino, lo fissò con dei chiodi a qualche tipo di sostegno; già nell'avvolgerlo si era spezzato in due in uno dei punti di congiunzione.
All'epoca del rinvenimento, esso si presentava costituito da due rotoli di rame separati, tanto ossidati da impedirne lo srotolamento.
Dopo 5 anni di studio si decise di tagliare i due rotoli in 25 strisce semi-cilindriche.
La scrittura utilizzata è l'erodiano antico, molto usata dagli esseni, per tale motivo il rotolo è datato tra il 30 e il 130 d.C. Il tipo di ebraico è definito "mishnico", cioè "parlato".
"Nella fortezza che è nella Valle di Acor, 40 cubiti sotto il lastrico entrando da est: una cesta di monete e il suo contenuto, dal peso di 17 talenti."
Così esordisce la prima colonna del Rotolo di Rame, un misterioso scritto rinvenuto nel 1952, nella grotta 3 del Khibert Qumran, sulle rive del Mar Morto.
Allegro e Milik ritenevano che i tesori descritti nel Rotolo di Rame, sembravano ammontare ad ingenti quantità di oro (26 tonnellate) e argento (65 tonnellate), sotto forma di monete e vasi, per un valore complessivo di svariati miliardi di lire!

Tale interpretazione era determinata da un doppio Kaf che appariva precedere tutte le lettere non ebraiche. Questi studiosi si concedettero la libertà di assegnare qualsiasi valore numerico a ciascuno di questi segni. Altri studiosi hanno inteso il doppio Kaf una contrazione di Kikar che significa lingotto. Molto più verosimilmente esso sta per "kaf Sofit", che significa "come questo", pertanto risulterebbe essere solo un segno di inventario.
Interpretare le indicazioni topografiche del rotolo e molto difficile, infatti abbondano termini tecnici e nomi di località geografiche non tutte ben localizzabili.
Alcuni studiosi pensano che il testo possa essere un esempio molto antico del genere letterario detto "catalogo di tesori", attestato tanto in Israele quanto nel mondo arabo. Si tratterebbe di un genere popolare, con dati in gran parte fantastici e fiabeschi.
Il Rotolo di Rame, dopo essere stato dimenticato per circa 20 anni nel Museo di Amman, è stato oggetto in tempi recenti di un rinnovato, a causa della scoperta di un vasetto di Shemen Afersimon (Olio dell'Unzione) nella grotta 13 fatta da un team di archeologi del Vendyl Jones Research Institutes, in collaborazione con la Hebrew University, e l'assistenza dei proff. Yoseph Patrich, Benny Arubas e Benny Agur.

La parte in rilievo del rotolo di rame è quella destinata alla "lettura". Ma molto più probabilmente era la terracotta sulla quale il rotolo di rame era stato steso, il supporto destinato a durare. Gli specialisti di Manchester, che curarono il restauro non colsero tale peculiarità e pensarono che la terracotta fosse soltanto fango che il rotolo di rame aveva acquistato con la sua permanenza nella grotta (tale dato è stato smentito da un'analisi della consistenza della polvere della grotta). Rimuovendo la terracotta andò perduto molto testo, e inoltre l'ossidazione del rame non permise neppure un recupero soddisfacente del supporto di rame.
Recenti scoperte hanno permesso di identificare molti dei luoghi indicati dal rotolo, ciò grazie anche alla correzione dell'errata trascrizione di moltissime delle lettere ebraiche incise sul rame. L'ipotesi più accreditata è che il rotolo contenga una lista degli oggetti ritenuti preziosi appartenenti agli arredi del primo Tempio (Tempio di Salomone) e non a quello fatto costruire da Erode.

Manuale di Disciplina o Regola della Congregazione (1Q28a [1QSa])

Conosciuto anche con il nome di Serekh ha-Yahad, questo frammento fu rinvenuto nella Grotta 1 di Qumran. Il questo documento (allo stesso modo che nel commento ad Habacuc e nel Documento di Damasco, si evita accuratamente di citare il tetragramma YHWH).
Il manoscritto è datato all'epoca dei Maccabei (104-76 a.C.).

Originariamente era incluso in un rotolo chiamato Regola della Comunità o Manuale di Disciplina (1QS), e nonostante la forma frammentaria, appare essere uno scritto abbastanza completo.
In esso vengono stabilite le regole di comportamento da adottare all'interno della "congregazione di Israele" negli "ultimi giorni", contro le nazioni straniere. Il sacerdote o "figlio di Zadok," è descritto come la più alta autorità della comunità, sebbene il testo parli anche dell'autorità del "messia".
Le regole di condotta in esso contenute valgono per uomini, donne e bambini.
Dopo una breve introduzione, vengono date regole per maschi, dalla giovinezza alla vecchiaia.
L'insegnamento della Legge doveva iniziare dall'infanzia; all'età di 20 anni diventavano membri pieni della comunità. A questa età si diventava adatti alla guerra.
Mano a mano che progredivano negli anni, crescevano anche le responsabilità, e a seconda delle capacità, anche la posizione di autorità nella comunità.

Doveri speciali erano affidati agli uomini della tribù di Levi, che erano sottoposti all'autorità dei figli di Aaronne (i sacerdoti). I sacerdoti che presentavano vari tipi di impurità o di difetti fisici, non potevano prendere parte al consiglio dell'assemblea. Il testo termina con la descrizione del "concilio della comunità" e con istruzioni per la consumazione di una bevanda. I primi ad entrare nel concilio sono il Sommo Sacerdote e i sacerdoti, poi un "messia" (in pratica il capo politico, il cui status sociale era inferiore a quello del Sommo Sacerdote) insieme con i saggi e i capi delle tribù di Israele. La bevanda veniva assunta prima dal Sommo Sacerdote poi dal "messia", tale ordine valeva anche per l'ordine di inizio di qualsiasi altro tipo di pasto.

Documento di Damasco (4QD)

Nella grotta 4 di Qumran son stati ritrovati frammenti del cosidetto Documento di Damasco (4QD); frammenti di tale documento sono stati scoperti anche in altre grotte.
Il Documento di Damasco (fogli 1-8= X° sec., foglio 9= XI°-XII° sec.) è il solo documento della setta essena ad essere stato conosciuto prima della scoperta dei rotoli del Mar Morto. Esso fu rinvenuto molti anni prima in una Genizah di Ezra nella parte vecchia del Cairo. La Genizah è uno sgabuzzino annesso alla sinagoga, nella quale secondo i precetti della halakhah giudaica, vanno accatastati i testi che recano il nome di Dio. La Genizah del Cairo, era stata gradualmente riempita di testi per circa un millennio, fino a che non fu scoperta da Salomon Schechter nel periodo 1896-7 e svuotata del tutto.
Furono rinvenuti più di 200.000 frammenti di manoscritti, compresi pochi documenti di cui sarebbero state ritrovate copie tra i rotoli del Mar Morto.
I frammenti rinvenuti al Cairo affini a quelli ritrovati a Qumran sono: Frammenti del Documento di Damasco (CD-A e CD-B), con un possibile terzo piccolo frammeto in pergamena; frammenti del libro aramaico di Levi; frammenti dell'originale ebraico della Sapienza di Ben Sira.

Può essere che tali testi fossero stati ininterrottamente copiati per tutto il Medio Evo o che essi siano stati scoperti in grotte durante il Medio Evo in Palestina (Origene e Timoteo descrivono tali ritrovamenti) e poi ricopiati (in circoli quasi ereticali come quello dei Karaiti) fino a terminare la propria carriera in Egitto.

Frammenti di 8 manoscritti del Documento di Damasco furono trovati nella grotta 4 di Qumran (4Q266-273), la cui scrittura fu datata paleograficamente dal 1° sec. a.C. al 1° sec. d.C. (frammenti furono ritrovati anche nelle grotte 5 e 6: 5Q12, 6Q15).
Il Documento di Damasco getta luce su vari elementi interni alla vita della setta:

(1) Le origini della Comunità. In una pericope accanto all'inizio dell'Ammonizione (CD A 1.1-2.1), troviamo un sommario dell'origine della setta. E' detto che l'infedeltà pre-esilica fu punita da Dio e fu seguita da un "periodo di ira" datato 390 anni dopo la conquista di Nebuchadnezzar (esilio babilonese 587/6 a.C.). Seguono 20 anni durante i quali il popolo avrebbe riconosciuto la propria colpa, a ciò avrebbe fatto seguito la comparsa di un "Maestro di Giustizia" che avrebbe rivelato la volontà di Dio. A costui si sarebbe opposto "l'uomo di menzogna" che iniziò la persecuzione della setta. Il periodo d'ira daterebbe al 196-7 a.C. e l'apparizzione del Maestro di Giustizia al 177-6 a.C. Ma il numero 390 è sospetto, poichè sembrerebbe preso da Ezechiele 4, dove corrispondono agli anni decretati per la punizione di Israele. Inoltre i 20 anni potrebbero essere intesi come la metà dei 40 anni di punizione decretati nel medesimo brano.
Questa pericope del Documento di Damasco sembrerebbe essere un brano poetico, poichè può essere facilmente suddiviso nelle coppie parallele tipiche dello stile poetico ebraico. Ciononostante i numeri e le referenze a Nebuchadnezzar non si attagliano alla struttura poetica del brano, e sembrerebbero essere aggiunte posteriori.

(2) Il Maestro di Giustizia. Questo leader è menzionato come se fosse una figura del passato e in CD B 20.32 come un personaggio tanto del passato quanto del presente. Appaiono riferimenti anche ad "un unico maestro" (un'emendazione suggerisce "il maestro di Yachad") in 20.1, che "fu imprigionato" secondo 20.14. Questa frase è intesa significare. Un "maestro" è menzionato in 20.28 e vi è un oscuro riferimento "all'imprigionamento" e ad "uno che insegna" o "un maestro" in CD B 19.35. In CD A 6.11 verrà in futuro "uno che insegna giustizia". Il Documento di Damasco dà l'impressione che vi siano stati e vi saranno molti "maestri di giustizia".

(3) "Damasco" nel Documento di Damasco. Il titolo del documento deriva dai sette riferimenti all'attività del gruppo in "Damasco" o nella "terra di Damasco". Sono state proposte tre interpretazioni del termine: a) potrebbe essere un riferimento letterale alla città siriana; b) potrebbe essere un riferimento obliquo a Babilonia; c) potrebbe essere un termine cifrato per una località segreta, forse Qumran.
Il significato letterale è implicito in 6.4-5, e si riferisce ai "convertiti (o "ritornati") di Israele che andarono fuori dalla terra di Giuda ed abitarono nella terra di Damasco". Ma la parola Damasco è derivata da Amos 5:26-27, che minaccia l'apostata Giuda di esilio "oltre Damasco" o, secondo il testo citato in CD A 7.14-15, "oltre le tende di Damasco". Questa espressione in Amos significa "Babilonia". Jerome Murphy O'Connor ha congetturato che la setta di Qumran fosse nata a Babilonia sulla scorta di tale interpretazione. La terza interpretazione riposa sul fatto che nomi in codice abbondano nei rotoli di Qumran (ad esempio: il Maestro di Giustizia, i Kittim, il Sacerdote Malvagio).