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"La Chiesa e l'aldilà"
Nota pastorale della Conferenza episcopale dell'Emilia Romagna - 2000

 


INTRODUZIONE

Un problema nuovo

    1. La famiglia oggi è spesso impreparata ad affrontare momenti difficili come la morte di un proprio familiare. Ancor più impreparata si trova di fronte a una malattia improvvisa o a una morte tragica come quella per incidente stradale. Non solo essa si scopre impreparata di fronte alla morte di un proprio membro, ma sembra oggi dichiarare più che in passato il suo sconcerto, come di fronte a una assurdità. La famiglia moderna, in particolare quella urbana, sembra essere diventata uno spazio troppo stretto già dal punto di vista logistico e più ancora sotto il profilo spirituale, per ospitare un evento tanto smisurato come quello della morte.

    2. L'imbarazzo a dialogare con un evento così straordinario per la famiglia, quale la morte di un proprio congiunto, è presente anche in molti cristiani. È l'aspetto su cui oggi c'è maggior confusione, oscurità, dubbio, reticenza, rimozione sia fra i non credenti, sia fra i credenti, anche se praticanti. Il silenzio dei credenti sulla morte, sulla vita dopo la morte, sul mistero dell'aldilà è tanto più ingiustificato e inopportuno quanto più si incontrano persone che si interrogano sulla morte, su ciò che ci attende dopo, sulla possibilità di vedere davvero il volto di Dio e di rivedere il volto dei propri cari. Tale richiesta è particolarmente diffusa oggi nelle famiglie provate dalla morte violenta di un proprio congiunto. È il caso della madre colpita della morte tragica di un proprio figlio, senza riuscire a darsi una ragione, e che vorrebbe poter comunicare con lui, ricevere una spiegazione, sapere come si trova.