00 06/06/2018 12:30
QUALE ATTEGGIAMENTO POSSIAMO IMPARARE DAL SERMONE AI REALI DI INGHILTERRA.

È raro che il cristianesimo sia positivamente sotto i riflettori, e noi cristiani faremmo bene a chiederci perché. Non ci si aspetta sicuramente che assecondiamo il mondo, e il fulcro dell’essere cristiani è aspettarsi la persecuzione, ma quello a cui credo che il mondo stia rispondendo in questo sermone virale è questo: “Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2 Timoteo 1, 7).

Quello a cui il mondo sta rispondendo è quel fuoco, quel coraggio, quella passione disposta a sostenere quello in cui crediamo davanti a tutto e tutti. Non dovremmo avere una fede timida, e tuttavia spesso esitiamo ad essere aperti sulla nostra fede, temiamo di essere entusiasti al riguardo per paura di quello che la gente potrebbe pensare o di come potrebbe giudicarci.

Non sto suggerendo che dobbiamo essere esattamente come questo predicatore. Dobbiamo rispettare la nostra personalità e i doni individuali che Dio ci ha dato, che potrebbero essere meno espliciti di quello che abbiamo visto al royal wedding, ma quello che tutti noi potremmo fare è cercare di capire se siamo timidi riguardo alla nostra fede. Lo spirito parla allo spirito, e nelle conversazioni quotidiane la gente non vuole impegnarsi in una fede che viene presentata in modo esitante, o con imbarazzo o mancanza di convinzione. La gente vuole impegnarsi in una fede solida, non apologetica, entusiasta e sufficientemente fondata nell’amore di Cristo da capire che indipendentemente dal potenziale di persecuzione sappiamo bene cosa sosteniamo. La gente è molto attratta dalle persone che sanno da dove vengono e dove vanno e che non si scusano per questo. Possiamo dire questo di noi stessi e della nostra fede?

E allora non è tanto il contenuto del sermone che vorrei commentare – per quanto sia importante –, quanto la reazione del mondo. Al di là dell’umorismo, penso che possiamo esserne incoraggiati. Chiedete forza, coraggio e audacia nella vostra fede, e dei modi per mostrarla agli altri quando è necessario. Il mondo non vuole, o non ha bisogno, delle nostre scuse o del nostro imbarazzo. Vuole un messaggio chiaro, non diviso, diretto. Vuole la verità, e indipendentemente dalla reazione dobbiamo continuare a dire quella verità. Dobbiamo annunciarla con gioia, calore e amore, come ha fatto il vescovo Curry, e si noterà.