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ERRORI da EVITARE nelle relazioni e nella comunicazione 


Disinformazione


Non vuol dire mentire apertamente, ma condividere solo una parte dell’argomentazione tralasciando altre informazioni. È più insidioso del mentire, perché è molto più facile da giustificare. So che posso parlare agli altri in un modo tale che le mie azioni appaiano ragionevoli e perfettamente giustificate, ma è solo perché ho tralasciato molte cose. In realtà sto comunicando solo metà della storia. Alla fin fine, la disinformazione distorce la verità quanto la menzogna. Quando ero bambino, ad esempio, dicevo allegramente che mio fratello aveva rotto il mio set Lego, ma per convenienza tralasciavo di dire che lo aveva rotto perché io gli avevo dato un pugno nello stomaco.


Parliamo con chiarezza e onestà totale. Può essere umiliante ammettere la nostra parte in un conflitto, ma nel lungo periodo essere onesti e riconoscere tutta la verità porterà a una linea di comunicazione molto più sana.


Calunnia


La calunnia è la descrizione sensazionalistica delle azioni altrui, o un’esagerazione di parole e motivazioni. La calunnia è tentatrice perché fa sì che la nostra risposta sembri più contenuta, ma porta a ferire i sentimenti e condotta all’estremo ci fa disumanizzare gli altri e trasformarli in nemici con cui non possiamo e non dovremmo scendere a compromessi.


Anziché alla calunnia, possiamo aggrapparci a uno standard di accuratezza più alto nel modo in cui parliamo degli altri. Cos’ha detto davvero l’altra persona? Qual è l’aspetto più positivo che posso attribuire alle sue parole e alle sue azioni? Se usiamo quelle che Francesco definisce “parole ponderate e chiare” quando parliamo degli altri, le vie di comunicazione restano aperte.

Diffamazione

La diffamazione è l’abitudine di riportare alla luce errori del passato. Diffamo qualcuno quando ne menziono i difetti senza che sia necessario. Potrei anche dire la verità su quella persona, ma la comunicazione in sé è superflua e dannosa. Ogni volta che lo faccio, in seguito mi rendo conto che l’ho fatto per lenire i miei sensi di colpa e farmi sentire meglio, ma non è giusto rinfacciare continuamente errori passati altrui per far prevalere il proprio punto di vista.

Anziché diffamare gli altri, prendiamo l’abitudine di parlare positivamente di loro. Visto che tendo ad avere un atteggiamento cinico, l’ho resa una regola. Ogni volta che in una conversazione si menziona una persona, le prime parole che mi escono dalla bocca in risposta devono essere qualcosa di positivo su quella persona. Nel corso del tempo questa regola è diventata un’abitudine, e la trovo sempre più semplice da applicare. Il risultato più sorprendente per me è stato il fatto che man mano che le mie abitudini di comunicazione cambiavano è diventato più positivo anche il modo in cui penso alla gente.