00 27/02/2012 09:53

Pontifex.RomaAssodato che non poche riviste cattoliche (o presunte tali) non vengono distribuite nelle chiese a motivo del fatto che molti sacerdoti si rifiutano di distribuire ai fedeli giornali che come ha detto Celentano (in modo discutibile) fanno molta politica e zero teologia, l’argomento più gettonato andato in onda nei giorni scorsi sui media italiani aveva per argomento i novissimi. 

I novissimi, spiega la teologia cattolica, sono le cose ultime che riguardano la morte, il giudizio, l’inferno, il paradiso e il purgatorio. Nella scorsa settimana per una singolare coincidenza, ben tre personaggi hanno parlato di quello che spetta agli esseri umani dopo la morte. Celentano ha detto che Famiglia Cristiana e Avvenire non parlano mai di paradiso; la vincitrice del Festival Emma Marrone ha vinto con la canzone “Non è l’inferno” e infine al Chiambretti Sunday Show il tradizionalista veronese Maurizio Ruggero, citando San Paolo, ha ricordato all’ex prete scomunicato  Franco Barbero che i sodomiti e gli effeminati non entreranno nel regno dei cieli, bensì all’inferno.

Nonostante il “novello” Savonarola scaligero abbia ricordato una semplice verità delle Sacre Scritture e del Magistero, vale a dire che l’inferno c’è ed esiste, poco è mancato che il pubblico aizzato da Platinette lo lapidasse in diretta.

Ma l’ignoranza circa la sottovalutazione dell’inferno non concerne unicamente i “don Celentano” o pochi laici “superbi” che ne vorrebbero sapere più della Chiesa Madre e Maestra, ma anche una fetta di clero che ha scambiato l’istituzione fondata da Cristo per una sorta di crocerossina laica finalizzata alla realizzazione della pace e della giustizia sociale.

In realtà, la Chiesa Cattolica che è stata eretta da Gesù Cristo e affidata a Pietro e a suoi successori, esclusivamente per la salvezza delle anime, ricorda da sempre questi articoli di fede, e il catechismo riporta con precisione quanto occorre sapere sui cosiddetti NOVISSIMI.

Parlare, come fanno alcuni, solo e sempre di uno di essi equivale a illudere i peccatori che le loro colpe non saranno punite, oppure  di mandare i mancati “penitenti tra le fiamme eterne.