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02. L’esperienza narrata dal Vangelo di Marco si ripete oggi tale e quale nei confronti della Chiesa: la Chiesa subisce la stessa sorte di Gesù nel momento in cui essa va nella sua patria, cioè viene a dimorare dentro alla storia carnale dell’uomo. Anche nei confronti di essa allo stupore iniziale subentra lo "scandalo", ed alla fine il disprezzo. Per quale ragione? Per la stessa che per Gesù: la pretesa da essa sempre avanzata non semplicemente di essere il veicolo di una Presenza di Dio, ma di esserlo attraverso l’umano. Anzi: l’umano com’è nella sua quotidianità, impastato di miseria e di grandezza, di fango e di luce.

Ed anche nei confronti della Chiesa è scattata quell’operazione di imbroglio combinato dalla cultura moderna: togliere lo scandalo di uomini infermi e carnali dai quali dipende il perpetuarsi della Presenza del Verbo incarnato. Ma nello stesso tempo far credere che solo attraverso questa soppressione, la vera natura della Chiesa sarebbe stata finalmente affermata.

Questa soppressione dello scandalo della Chiesa, sempre esattamente nello stesso modo che nei confronti di Cristo, è preceduta su due strade (né poteva essere diversamente!). O togliere la carnalità: la Chiesa è solo dei santi: è una società di spiriti eletti; il resto è solo apparenza o zavorra. O togliere la Presenza: la Chiesa è una delle più grandi organizzazioni sociali per il benessere dell’umanità; una specie di Croce Rossa chiamata a raccogliere i feriti lasciati lungo i fossi dalla spietata società occidentale; il resto è pura evasione. O neghi la carnalità inferma, relegando la Presenza fuori dal vissuto quotidiano della vita umana; o affermi la carnalità inferma, negandone la capacità di veicolare la Presenza. Nell’uno e nell’altro caso lo "scandalo"è tolto; e l’uomo, quello vero che chiedo solo che gli si dica se può continuare a sperare in un incontro che sia risposta al suo illimitato desiderio di beatitudine, è imbrogliato.

Ma allora, che cosa è la Chiesa? Quale carta d’identità essa esibisce per essere riconosciuta? Ed è ragionevole che noi le crediamo quando dice ciò che dice di se stessa? In fondo cercheremo di rispondere ai seguenti due interrogativi.

Il primo: che cosa è la Chiesa? Il secondo: è ragionevole credere che la Chiesa sia ciò che essa dice di essere?
 
 

1. [Il mistero della Chiesa]. Il primo momento della risposta al primo interrogativo è il seguente: la Chiesa è un Mistero.

Sono ora costretto a fermarmi a spiegare questa parola chiave del vocabolario cristiano, dal momento che – a causa dell’imbroglio di cui ho parlato – il vocabolario cristiano, nei suoi termini chiave, è diventato insostenibilmente ostico a molti di noi. Che cosa significa "mistero" nel vocabolario cristiano?

Parto da un esempio. Se voi fate analizzare da un chimico il marmo di cui è fatta la Pietà di Michelangelo e un qualsiasi pezzo di marmo estratto dalle Apuane, avrete lo stesso risultato, la stessa formula chimica. Sulla base di questa identità, ci può essere chi conclude: "visti i risultati dell’analisi chimica, non c’è nessuna differenza fra la Pietà di Michelangelo ed un qualsiasi pezzo di marmo. E pertanto, tutti i di discorsi fatti sulla Pietà di Michelangelo sono frutto di illusione: vedono in un pezzo di marmo ciò che non c’è. Il diverso trattamento-atteggiamento tenuti nei confronti della Pietà di Michelangelo sono frutto di oscurantismo fanatico".

Non so come avete reagito dentro di voi ascoltando questo modo di pensare che ritiene la Pietà di Michelangelo un normale pezzo di marmo: so comunque come ho reagito io di fronte a questa ipotesi. Mi sono ricordato di un’esperienza vissuta tanti anni fa, quando studente universitario a Roma, vidi per la prima volta la Pietà in S. Pietro. Ciò che ho provato nel cuore, non l’avevo mai provato di fronte ad un normale pezzo di marmo, poiché vedevo in quel marmo ed attraverso quel marmo espressa una umanità, una verità sull’uomo nella quale mi trovavo pienamente coinvolto. E sono sicuro che anche ciascuno di voi, vedendo la Pietà, ha vissuto la stessa esperienza.

Che cosa fa il "primo personaggio"? compie un’operazione riduttiva che consiste nel ridurre "il segno" ad "apparenza", nell’interpretare una realtà (la pietà di Michelangelo) soltanto nel suo aspetto percettivamente immediato. Egli in fondo dice: "la Pietà di Michelangelo non è altro che [ecco la riduzione!] marmo e ve lo dimostro, staccandone un pezzo e facendolo analizzare da un chimico".

Che cosa invece accade nel "secondo personaggio"? vede nel marmo la presenza di una realtà che, da una parte, non è esattamente il marmo stesso, ma, dall’altra, non si rende presente se non attraverso il marmo. E’ la presenza di una realtà significata visibilmente.

L’esempio fatto ci aiuta, spero, a capire il significato del termine cristiano "mistero". Che cosa è il "mistero"? e’ la Presenza di Dio salvatore nella realtà sensibile ed attraverso la realtà sensibile, la quale pertanto diventa "segno" di quella Presenza stessa. Mistero e segno in un certo senso coincidono: il "mistero" diventa sperimentabile attraverso il "segno". Il segno indica la presenza del Mistero; lo segnala ai nostri occhi, alle nostre mani, alle nostre orecchie; lo rende sperimentale perché ne realizza la Presenza (cfr. 1Gv 1,1-4).

Abbiamo ora la possibilità di avere il primo approccio intelligente alla realtà che è la Chiesa. Che cosa è la Chiesa? La Chiesa è il mistero. Cioè: è il "segno" visibile, palpabile, nel quale si rende presente Cristo stesso e la sua potenza redentiva della dignità dell’uomo. Fra la Chiesa in quanto realtà visibile, descrivibile, constatabile e la Presenza nel tempo e nello spazio di Cristo non c’è né separazione né confusione, ma l’unità nella distinzione. Non c’è separazione: la Chiesa è la via, il metodo attraverso cui Cristo vive ed opera nel tempo, così come Cristo è la via, il metodo, attraverso cui Dio ha deciso di comunicarsi all’uomo. Non c’è confusione: la Chiesa è una comunità di persone precise, ciascuna con la propria irripetibile singolarità e la proprio storia; Gesù Cristo crocifisso-risorto è nella sua assoluta unicità, assolutamente distinto. C’è unità nella distinzione: è l’unità propria di "segno" e "mistero" nella quale il "mistero" si fa presente attraverso il "segno" [=unità], senza che il "segno" venga a perdere la sua consistenza propria [=nella distinzione]. La S. Scrittura ha espresso tutto questo con due simboli: la Chiesa è il "corpo di Cristo"; la Chiesa è la "sposa di Cristo". Col primo ci svela l’unità profonda che lega Cristo alla Chiesa. Il corpo è la persona; la persona è espressa, diventa visibile nel e mediante il suo corpo. Col secondo ci svela al contempo e l’unità e la distinzione che vige fra Cristo e la Chiesa. Gli sposi sono "due in una sola carne": permangono nella loro distinta persona e nello stesso sono l’una per l’altro, l’uno dell’altro.

Cerchiamo allora di penetrare più profondamente dentro al "mistero" che è la Chiesa, cioè (è la stessa cosa) alla Presenza di Cristo crocefisso-risorto nella ed attraverso la comunità dei suoi discepoli.

A questo scopo è necessario avere un’intelligenza vera della realtà della Presenza di Cristo, vera chiave di volta per capire il "mistero" che è la Chiesa.

Proviamo a rileggere con grande attenzione la pagina scritta da S. Luca in atti di Apostoli 2,1-42, dove viene descritta la nascita della Chiesa, il giorno di Pentecoste.

1,1. Noi costatiamo un gruppo di persone che si trovano insieme [vedremo poi la profondità di questo "trovarsi assieme"] non per custodire il ricordo di una persona, Gesù di Nazareth, come fosse ormai consegnata al passato. Era successo già altre volte che uomini discepoli di un maestro, alla sua morte, ne tenessero vivo il ricordo, ne meditassero le parole e gli insegnamenti. Come non pensare a Platone, per non citare che un caso, ed al suo rapporto e ricordo di Socrate. Non è questa la "logica" che fa nascere la Chiesa. Essa si costituisce nella storia degli uomini come rapporto col Cristo vivente nella sua fisicità, nel suo corpo: col Cristo crocefisso che è risorto nel suo vero corpo. Il fatto costitutivo di quel gruppo di persone è questo: non è la volontà che un insegnamento così grande non andasse perduto; non è una sorta di "fissazione nostalgica" in un’esperienza straordinaria, ma passata.

Essi non vanno in giro per il mondo per comunicare in primo luogo una dottrina. La loro unica "dottrina" che per loro costituiva il tutto, era un "fatto": "quel Gesù che è stato crocefisso ed era morto, è ora vivo nel suo corpo, e noi siamo in rapporto con Lui". Non si proponeva in primo luogo di aderire ad un’ideale di vita: si offriva ad ogni uomo la possibilità di vivere con Gesù che era risorto nel suo vero corpo.

Dio non è venuto dentro alla storia per qualche anno, per uno spazio di tempo inafferrabile per chi viene dopo che quello spazio di tempo che si è chiuso. Egli vi rimane, in compagnia di ogni uomo che voglia vivere con Lui. Questa è la completa descrizione del contenuto della coscienza che la Chiesa ha di sé: la compagnia che Dio in Cristo fa ad ogni uomo che lo voglia. Ciò che è accaduto il giorno di Pentecoste accade ogni giorno là dove c’è la Chiesa.