00 21/03/2014 19:01

Le benedizioni pasquali sono più che legittime




Benedizioni pasqualiC’è sempre chi si affanna per cancellare ogni traccia di religiosità dallo spazio pubblico. In Sicilia, ad esempio, i Cobas hanno inviato una lettera a tutte le istituzioni scolastiche, minacciando persino di ricorrere all’autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio, «in caso di conoscenza o notizia di violazione» delle leggi, ovvero se si organizzino attività «di natura religiosa». In poche parole si vogliono vietare le annuali benedizioni pasquali nelle scuole da parte di vescovi o sacerdoti.


Peccato che Nicola Incampo, esperto per l’Insegnamento della religione cattolica della Conferenza episcopale italiana e attivo nel sito www.culturacattolica.it, ha spiegato: «Per sostenere che nelle scuole non si possono promuovere attività di “natura religiosa”, come, per esempio, le tradizionali benedizioni pasquali, i Cobas citano una sentenza del Tar dell’Emilia Romagna del 1993. Un pronunciamento ribaltato da ben due ordinanze del Consiglio di Stato, la 391 e la 392 del 26 marzo 1993 e dalla sentenza 3635 del 2007 del Tar del Veneto».


Proprio quest’ultima ha messo un punto fermo circa la possibilità, per i vescovi diocesani, di effettuare visite pastorali nelle scuole, confermando la «piena legittimità di queste manifestazioni». Inoltre, a dimostrazione della «malafede» dei promotori dell’iniziativa siciliana, viene «spacciata per circolare ministeriale, un semplice parere dell’Avvocatura dello Stato, che il Ministero non ha mai per altro recepito».


E’ utile ricordare a genitori e tutti coloro che lavorano nelle scuole che «da oltre vent’anni è in vigore la circolare ministeriale 13 febbraio 1992, che stabilisce che “il Consiglio di circolo o di istituto possa deliberare di far rientrare la partecipazione a riti e cerimonie religiose tra le manifestazioni o attività extrascolastiche previste. Analogamente si ritiene possa operarsi per quanto attiene alle visite pastorali del vescovo”. L’unica condizione posta è che la partecipazione degli alunni e dei docenti dovrà essere libera. Ma non credo che nessuno nelle scuole italiane abbia mai pensato di imporre con la forza la partecipazione a queste attività», ha spiegato ancora l’esperto.


«Dirigenti e insegnanti possono stare tranquilli – conclude Incampo–nessuno li potrà denunciare nel caso volessero promuovere, con il via libera del Consiglio d’istituto, iniziative per la Quaresima o la Pasqua con i propri studenti». Anche perché, quando ad esempio ci ha provato l’associazione fondamentalista UAAR, non solo il Consiglio di Stato ha respinto il tutto ma ha anche colmato un vuoto legislativo importante, affermando che la visita dei vescovi alle scuole non è «in contrasto con le garanzie di autonomia culturale e libertà di culto» sancite dalla Costituzione, anzi, è una «testimonianza sui valori» che fondano «l’esperienza religiosa e sociale di una comunità».