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3. La fenomenologia della New Age

3.1 Un paradigma e una epistemologia nuova

Come si è già detto nell’introduzione storica, la realtà che accomuna tutti i network new age è l’idea dell’avvento, ormai prossimo, di una nuova era, quella dell’Acquario. La formulazione moderna di questa idea la troviamo nel libro di Marylin Ferguson, The Aquarian Conspiracy che ha appunto come sottotitolo Personal and Social Transformation in the 1980s. La Ferguson, studiando il cervello e la coscienza, enuncia questa novità, questo cambiamento in atto, a livello planetario, frutto però di un cambiamento personale. Anch’essa, riprendendo le tradizioni della legge dei cicli dell’umanità, si fa profetessa di questo avvento dell’età dell’Acquario, che porterà poi alla scomparsa del Cristianesimo.

Ecco il suo programma: “Un network senza guide, e tuttavia di grande potenza, è all’opera per introdurre in questo modo un cambiamento radicale. I suoi membri hanno preso congedo da determinate concezioni fondamentali del pensiero occidentale, e forse hanno persino interrotto la continuità della storia. Questo network è la “dolce cospirazione” nel segno dell’Acquario”. Questo sarà possibile attraverso un cambiamento della coscienza, quindi, con una sua espansione. Qui si possono iscrivere l’utilizzo delle diverse tecniche di meditazione e di alterazione degli stati di coscienza. Questo cambiamento non potrà poi non influire anche sul paradigma materialista e meccanicista che la società odierna ha costruito. Fritjof Capra parla di un nuovo pensiero ecologico e dinamico, che sorpassa la visione cartesiana e newtoniana del mondo, e ci avvicina alla rappresentazione mistica quale il Tao cinese. Il cambiamento avverrà anche a livello psicologico: la New Age vuole ristabilire l’aspetto spirituale della realtà, integrando così le possibilità dell’uomo perché possa raggiungere la sua statura reale, e così riconquistare l’armonia.

3.2 Il cambiamento della coscienza e del cervello, per arrivare al risveglio ed entrare nella nuova era

Come già accennato sopra, il cambiamento parte dalla singola persona, anzi dalla concezione che si ha della propria coscienza e del proprio cervello. Si sa che le possibilità del cervello umano sono infinitamente superiori a quelle che noi utilizziamo: è necessario allora allenarsi per utilizzarle meglio, irrobustendo la nostra attenzione e i nostri sensi interni. Anche la biologia afferma che gli emisferi celebrali sono due: quello sinistro, preposto all’aspetto più razionale dell’uomo (linguaggio, operazioni aritmetiche, organizzazione) e quello destro, più legato all’aspetto emotivo (sogni, fantasia, istinto). Nella maggior parte di noi occidentali, la parte sinistra è quella che campeggia. Tuttavia esistono tecniche quali la meditazione, la contemplazione artistica e così via che riconducono ad un maggiore equilibrio tra i due emisferi: questo è il segreto, secondo la New Age, dell’inizio di una nuova spiritualità.

Diverse sono le tecniche che aiutano l’accesso all’esperienza interiore per una trasformazione della coscienza: l’isolamento e il sovraccarico sensoriale, il biofeedback,il training autogeno, attività creative, l’esperienza estetica e lo psicodramma, l’ipnosi, la meditazione, la psicoterapia contemporanea, le discipline corporee, le psicotecniche.

Al termine della trasformazione si arriva ad una nuova qualità di coscienza. è il ritrovare se stessi, scoprendo una nuova vita, un tutt’uno con “l’Essere universale e primordiale”, con la “Coscienza cosmica” : si va così oltre l’esperienza personale per riconoscersi nel tutto che è Dio. Apparirà così il Sé trascendente, universale, transpersonale. E in questa ricerca i figli dell’Acquario sanno di non essere soli: non si può per questo non annunciare agli altri questo “messaggio di vita”. Essere newager diventa una vera e propria missione. Il tutto però sempre per attuare il risveglio, che si traduce in una nuova qualità dell’attenzione e della conoscenza.

I cambiamento avverrà anche in campo scientifico: se fino ad ora ogni disciplina scientifica era diventata un’isola anche a causa delle diverse specializzazioni, il compito dei figli dell’Acquario è quella di porre in comunicazione i diversi campi tra loro eterogenei: un nuovo uomo che ha una nuova scienza.

3.3 Le terapie alternative e i movimenti di sviluppo del potenziale umano

Cosa si intende dire quando si parla di terapie nuove? Fedeli all’ipotesi monistico-olistica, le terapie new age partono da una lettura della malattia all’interno del suo contesto e dei suoi aspetti anche meno appariscenti. Un tempo i medici separavano il corpo e lo spirito: questo è sbagliato, proprio perché l’uomo è un tutt’uno, in continuo rapporto anche con la realtà. Nasce un nuovo modo di essere medico, che partendo da uno stato di empatia con il paziente, cerca di capire dov’è venuta meno l’armonia, in mancanza della quale si è persa la salute. Invece di limitarsi a trattare i soli sintomi, si ricercano le cause. Invece di porre l’accento sulla specializzazione e sull’efficacia, ci si prende cura del paziente nella sua totalità. L’approccio olista riconosce così valevoli tutte quelle terapie che non sono certo classiche, quali l’agopuntura, la digitopressione, lo yoga, l’omeopatia, e molte altre. Tutto ciò sottende un’antropologia differente. Basandosi su una concezione orientale, infatti il medico deve ristabilire l’armonia tra i diversi campi energetici: anche il lavoro sugli aspetti psicologici della malattia può essere salutare al fine della guarigione. Alla base di tutto ciò, si scorge un’antropologia che talvolta ha aspetti affini all’esoterismo: da ciò si comprende anche il carattere mistico-religioso di certe terapie che oggi hanno tanto credito. La salute da ristabilire infatti non è solo a livello fisico, ma anche psicologico-relazionale. Negli Stati Uniti si parla di più di un centinaio di queste organiz­zazioni spirituali, esoteriche, terapeutiche. Alcune di esse si sono anche organizzate ufficialmente in Chiese: un esempio è la Scientologia. è normale che oggi si vada dallo psicoterapeuta come prima si andava dal sacerdote e prima ancora dallo stregone del villaggio: un segno di tutto questo è anche il costituirsi di comunità attorno ad un guru. Tra le diverse terapie ricordiamo: l’Analisi transazionale la Terapia reichiana, la Bioenergetica, la Terapia Gestalt, le ginnastiche dolci, il metodo Mézières, l’eutonia di Gerda Alexander, il metodo Feldenkrais, i massaggi. Tra le differenti tecniche di massaggi ricordiamo: il massaggio californiano, il massaggio reichiano, i massaggi orientali come il Do-in e lo Shiatsu giapponese. La Terapia primordiale, il Rebirthing, la Sofrologia. Molteplici inoltre le tecniche di rilassamento:la Sofrologia, il Training autogeno di J. H. Schultz, il Rilassamento a induzioni multiple di Michel Sapir, la Regolazione del tono muscolare di Eugène Jacob­son, la già citata Eutonia di Gerda Alexander e la Rieducazione psicotonica.

3.4 Il channeling nella New Age

Una delle applicazioni di grande successo nella New Age è il channeling. Secondo alcuni autori questa moderna via di comunicazione con l’aldilà ha non solo un ruolo rilevante ma addirittura fondamentale Super-movimento.

In cosa consiste il channeling? Shirley MacLaine, nota attrice ed ora impegna­ta a tempo pieno nel diffondere le idee e i progetti della nuova era lo paragona ad una telefonata: una persona chiama, qualcuno ascolta, tra i due si sviluppa un colloquio. Allo stesso modo nel channeling occorre un “canale” (channel) che trasmette, qualcuno che rice­ve la comunicazione (channeler), quindi un “messaggio” o in­formazione o “rivelazione” trasmessi (channeling). Una differenza però c’è: il “canale” non è un filo o strumento visibile, e chi trasmette non è una persona viva, bensì una “entità” che parla da un “mondo superiore”. In questo senso si può a buon diritto accostare il fenomeno a quello dello spiritismo: si dice infatti che il chan­neling è una “forma moderna” dello spiritismo “classico”. Tuttavia ci sono alcune differenze.

Schematicamente possiamo così descrivere il cambiamento avvenuto: dai fenomeni fisici nella pratica dello spiritismo tra­dizionale, si passa a nuovi fenomeni che, attraverso diverse enti­tà invisibili, mettono l’uomo in comunicazione con un mondo superiore. Ecco allora extraterrestri, spiriti collettivi, anime reincar­nate, angeli, folletti e gnomi, dévas delle piante, il Cristo stesso. Se le entità nello spiritismo classico erano anime di persone defunte, ora invece nel channeling si parla di realtà comunicanti da un mondo invisibile, su­periore; inoltre, mentre nello spiritismo tradizionale la perso­na defunta, con cui si entra in contatto, mantiene la propria identi­tà personale, nelle comunicazioni tramite channel l’identità scompare dissolvendosi in un’entità, in uno spirito universale, che è poi il “Sé co­smico”, o il “Gran Tutto”.

Tre sono le correnti di pensiero che hanno concorso in modo particolare alla nascita e all’affermazione del channeling: i nuovi vange­li, le guide indiane, i culti dei dischi volanti o culti ufo­logici.

3.5 Una visione ecologica

Se la New Age può sembrare semplicemente una vasta terapia di sapore religioso, essa non dimentica l’ampia cornice in cui l’uomo è inserito: la terra. L’uomo fa parte di questo grande organismo vivente, Gaia, eppure la tratta quasi fosse un semplice magazzino a cui attingere risorse e su cui compiere esperimenti: egli ignora che tra la terra e lui stesso intercorre un profondo legame vicendevole, e a loro volta essi sono connessi con la Coscienza Universale. È necessario dunque che l’uomo ritrovi i suoi legami di parentela con la Natura.

Per addentrarci in questa visione ecologico-globale ci serviremo di due realtà chiarificatrici per quanto riguarda questo tema: l’esperienza comunitaria del Giardino di Findhorn, nella quale le New Age ritrova una sua roccaforte e l’ipotesi Gaia sviluppata da taluni scienziati.

3.5.1 L’avventura di Findhorn

Nel 1962, Peter Caddy con alla moglie Ei­leen affitta un piccolo terreno sabbioso per coltivarvi un giar­dino. Uniti all’amica e collaboratrice Dorothy MacLean, iniziano a coltivare, pur non avendo alcuna conoscenza o pratica specifiche in agri­coltura. Dialogando con gli spiriti della natura, i dévas, fanno crescere legumi giganteschi su un suolo di fatto sterile e in un clima estremamente duro. La notizia di questi fatti straordinari si diffonde in particolare in quegli ambienti che in seguito diventeranno quelli della New Age. Nasce così una comunità che lavora in stretta collaborazione con i dévas. In ogni paese nascono comunità simili: in Italia, tra le tante ricordiamo Damanhur.

Findhorn è prima di tutto, a sua definizione, una comunità spirituale, che vuole sperimentare un nuovo modo di vivere, che vuole fare esperienza dell’Unità, come unico modo per dare un futuro all’umanità.

Una con­vinzione lega i diversi membri della comunità: ognuno di noi è poten­zialmente “un dio in azione”. Per questo, attraverso la mediazione di questa divinità interiore i membri della comunità sanno e sentono di costituire tutt’uno con ogni altro essere e con ogni forma di vita sulla terra. è questa una sensazione produce un cambiamento radicale di coscienza che ha dei risvolti imprescindibili nella vita quotidiana, visibili nella cooperazione con la natura, attraverso una vita comunitaria, in una mistica quotidiana.

3.5.2 L’ipotesi Gaia

La terra è un gigante vivente, che ha come scopo quello di essere portatore di vita. Ogni cosa, ogni albero, batterio, virus, ma anche gli oceani, i venti, le rocce collaborano al grande equi­librio vitale tra il minerale, il vegetale e l’animale, per mantenere e sviluppare la vita. Nata dagli studi del fisico-chimico James Lovelock, l’ipotesi gaia viene fatta propria dalla New Age. La Terra si comporta come un organismo vivente vero e proprio. Non è così assurda allora la possibilità che ci si trovi realmente dinanzi a un essere vivente, in cui tutti gli elementi presenti, dal più piccolo al più grande, interagiscono tra loro. Non si può più prescindere allora dalla disciplina ecologica, che ci permette di ricomprendere l’uomo all’interno di tutto il bio-sistema, quale semplice elementi di esso, di cui la terra, potrebbe fare a meno, se egli tentasse di distruggerla.

Secondo questa ipotesi dunque, la Terra, sta­rebbe per percepire essa stessa il suo ambiente, e sarebbe ormai in grado di crearsi la propria rete di comunicazioni. E gli uomini, abitanti di Gaia, sarebbero la sede del pensiero di questo cervello. Osservando la diffusione dei legami d’intercomunicazione, come le linee telefoniche, i telex, le banche dati, nonché ultimamente Internet, si potrebbe dire unitamente a Lyall Watson che entro l’anno Duemila la Terra sarà dotata di uno strumento tanto ricco e potente quanto il nostro cervello. I dieci mi­liardi di terrestri saranno così uniti tra loro come lo sono i dieci miliardi di cellule che costituiscono il cervello umano.

4. La dottrina della New Age

4.1 Per uno sguardo d’insieme

Chi è allora il newager? Vernette, tentando di collocare la spiritualità acquariana nell’ambito esoterico-mistico così la descrive: per il “mistico”, l’accesso al divino avviene attraverso la conoscenza dei misteri nascosti, con una ricerca di tipo individuale (senza far parte quindi necessariamente di un gruppo), in uno spirito universalista e tollerante, che attinge in maniera sincretista alle diverse tradizioni religiose e ne fa il suo proprio contenuto. Non può e non vuole rinchiudere la sua ricerca nei dogmi rigidi di un catechismo, oppure appartenendo a un’istituzione religiosa ben precisa. Del resto passa spesso dall’una all’altra. E più che professioni di fede offre orientamenti di pensie­ro. La sua etica non consiste certo nell’aderire, sottomettendosi alle leggi della Chiesa, ma è un’obbedienza alla legge di coscienza. Libera il suo cuore all’indagine interiore, alla meditazione, all’amore uni­versale, al sentimento pregnante della presenza di un In­globante. E questo vive sia nel qui-e-ora che nell’“altrove” attraverso una ricerca del Reale dietro l’apparente, dell’Ori­gine dietro il tempo, del Trascendente dietro il fugace, della Tradizione primordiale dietro le tradizioni effimere, dell’Al­tro oltre l’ego, della scintilla del Divino cosmico oltre l’in­dividuo incarnato. Desidera costantemente “ritornare alle Fonti”.

È questa una bella descrizione che calza a pennello per il figlio dell’Acquario, che, certo dell’impossibilità di raggiungere la verità, vaga qua e là, per essere sempre più partecipe, in modo cosciente della sua essenza divina.

Il figlio dell’Acquario ricerca una visione olistica, unificante delle cose, totalizzante, e in particolare nel cam­po religioso, anche attraverso l’unità trascendente delle religioni, vedendo in esse semplici manifestazioni storiche, occasionali dell’unico Spirito cosmico ed universale. Per questo il newager si avvale delle numerose tecniche che gli vengono proposte: dalle ginnastiche dolci all’utilizzo degli allucinogeni.

La spiritualità dell’Età dell’Acquario diviene allora quella di una religione universale. Essa potrà assumere forme dif­ferenti ma il fulcro sarà lo stesso. Ciascuno seguirà il me­desimo cammino, in un processo di trasformazione personale continuo, ma su un sentiero spirituale proprio. Questo attraverso le numerose reincarnazioni necessarie per realizzare compiutamente il pro­prio sviluppo morale e spirituale. L’obiettivo del newager e della sua avventura tanto personale quanto comune, di fatto, a tutti gli altri, non è altro che acquisire una coscienza elevata, e cioè risvegliarsi e coscientizzare l’Energia universale che anima ogni esistenza, e all’Unità metafisica che è sottesa all’apparente diversità.

4.2 La teologia acquariana

4.2.1 Il postmoderno e la crisi dell’immagine classica di Dio

“Ogni epoca storica, ogni cultura ha il Dio che si merita”. Così la no­stra epoca, narcisistica, egocentrica, senza alcun ideale sociale e neppure alcu­na aspirazione metafisica, si sta creando una concezione del divino che si intravede nel suo stesso modo di vivere e di comprendere la realtà di oggi. Questa visione di Dio e del divino ricalca matrici orientali, ma è anche una visione che paga il suo tributo a tutti i nostri malan­ni; ha un aspetto mistico, proveniente appunto dall’oriente, ma anche una scansione quasi di tipo psicologico e a sfondo psicolabile: quella derivata dal nostro mondo, che si è costruito sul pensiero “debole” e sulla psicologia. La teologia classica cristiana è di conseguenza parados­salmente messa fuori causa, in quanto non fornisce alcun apporto rilevante a questa esperienza di nascita di un nuovo Dio. Anche questo è un segno della sua emarginazione dalla cultura contemporanea. Si può a buon diritto leggere la New Age chiaramente attraverso un giudizio di questo tipo. Ormai non esistono più manuali di teologia, ma, attraverso la New Age, si arriva ad una nuova sintesi culturale-religiosa. Tutto ciò è frutto di un background culturale composito che ha influenzato ogni minima parte della cultura odierna. La crisi del mondo razionale oggi vene proiettata prima di tutto sul piano divino: l’unica certezza è quella che si alimenta di incertezza. Ne deriva una sopravvalutazione del soggetto e del soggettivo, facendo scadere la dinamica soggetto-oggetto, dando sempre più adito a ciò che è istintuale, intuitivo, immediato, femminino e, in ultima analisi, ir­razionale. Si perde “l’identità oggettiva del soggetto, la quale non si può in alcun modo risolvere in termini di coscienza riflessa di sé”.

4.2.2 Le tesi su Dio e sul divino dei newagers

Tra i testi che vanno letti per capire questo fenomeno vi è quello della Ferguson: The Aquarian Conspiracy. Ecco come presenta nella sue pagine la figura di Dio.


“Nella tradizione spirituale che sta prendendo forma, Dio non è l’incarnazione della nostra men­talità da catechismo domenicale, ma corrisponde piuttosto a quella dimensione che William James descrive nel modo seguente: “Mi sembra che le frontiere più ampie del nostro essere si immergano in una dimensione dell’esistenza total­mente diversa da quella del mondo razionale semplicemente comprensibile. [...] Apparteniamo a questa dimensione in senso più stretto che non al mondo visibile, poiché nel no­stro intimo tendiamo là dove sono i nostri ideali. [...] Chia­merò questa parte superiore dell’universo con il nome Dio. Dio viene sperimentato come un fluente, come totalità, co­me un infinito caleidoscopio della vita e della morte, come causa ultima, come fondamento dell’essere, come ciò che Alan Watts chiama il silenzio da cui proviene ogni suono. Dio è la coscienza che si manifesta come Lila, il gioco dell’uni­verso, Dio è la matrice organizzatrice che sperimentiamo ma che non possiamo descrivere, ciò che anima la materia”.


Dio come il sé più profondo, Dio come l’anima del mondo, come co­scienza universale, come totalizzazione dello spirito che vive in ogni realtà. Per questo la Ferguson invita ad andare nelle profondità di se stessi, come fa il mistico Eckhart, per scoprire Dio. Essa scrive: “...va nelle profondità dell’anima, il posto segreto, va alle radici!” Di conseguenza, nessuno può conoscere Dio se prima non conosce se stesso. Dunque Dio come esperienza del sé più profondo, ma anche come esperienza della somma totale della coscienza dell’universo, che si espande attraverso l’evoluzione uma­na. Un altro insigne rappresentante del movimento, David Spangler afferma che la New Age è “essenzialmente un simbolo che rappresenta il cuore e l’intelletto umano nello sforzo di creare unitamente a Dio un mondo migliore che possa celebrare i valori della comunità, della totalità e della sa­cralità del mondo”. Così egli definisce il divino: “vi è l’esperienza di una totalità in cui noi siamo avvolti: è la percezio­ne della presenza di Dio. È l’esperienza dell’unità con tale presenza, la scoperta dello spirito di Dio all’interno di noi stessi”.

4.2.3 L’immagine classica di Dio e l’immagine proposta dalla New Age

Il primo obiettivo dei figli dell’Acquario è quello di accusare tutti i filosofi che hanno costruito un Dio come causa del mondo, come primo motore, attraverso una ragione che dimostra quasi logicamente l’esi­stenza di Dio nel mondo. Tutto ciò, per la New Age, è completamente errato. Dato che Dio e il divino abitano in noi, solo attraverso l’esperienza possiamo comprendere la sua verità, e, se l’energia che ci circonda è un elemento divino, proprio nel mondo, nella terra, nella vita, nei cicli stagionali, e così via, dobbiamo riconoscere la sua presenza. L’esperienza, allora, diventa l’unico mezzo attraverso cui si può vedere Dio e parlarne in maniera significativa. Questo lo abbiamo già notato ad esempio nell’esperienza di Findhorn. In particolare, qui si considerano gli spiriti e degli dei della natura: i dévas. Si tratta di una conoscenza naturale del divino, diretta, sen­za mediazioni: Dio e il divino sono nella terra che dà frutti, nei fiori, nelle piante, in tutto ciò che vive. Non si può per questo ridurre Dio ad un concetto: è necessaria un’esperienza più diretta e immanente.

La New Age è anche contro la concezione teologica del Dio bi­blico: esso infatti è il Dio di un popolo, un Dio particolare, rivelato agli ebrei, ai cristiani, e quindi troppo confinato nella storia e nel passato di un popolo. La vera rivelazione è di carattere esperienziale. Dio non si è rinchiuso soltanto alla storia passata, ma si consegna alla storia presente, non limitandosi ad un solo testo sacro, ma attraverso tutti i testi sacri di tutte le religioni. Si legge qui un concetto di trasver­salità anche della realtà di Dio che ricade poi nella trasversalità della stessa religione in quanto esperienza religiosa. Per chi è abituato alla visione teologica classica, tutto questo crea soltanto caos, porta il disordi­ne anche nelle religioni, e il sincretismo tanto detestato dai teologi, dove si finisce con il dire che tutte le religioni si equivalgono. Anche questo è la New Age: contro il fondamentalismo, si sceglie un con­cetto di rivelazione esperienziale, e tutto ciò che è esperienzia­le nasce dai bisogni dell’uomo che in definitiva non possono non in­contrarsi con le concezioni del divino stesso, una volta che si ammet­ta un paradigma unitario.

Ogni rivelazione, se letta in questo senso, diviene così una fonte per la New Age.

Fondamentale diventa così l’immagine che la New Age ha sulla realtà, e sulla natura: l’aspetto esperienziale diventa fondante per il rapporto con Dio. E così non si parla più di panteismo, ma di pan-en-teismo: “Dio in tutto” o anche “tutto in Dio”. Ne deriva che Dio coincide talmente con ciò che è, che egli non può esistere prima, indipendentemente da esso e dopo di esso. Non si parla più di creazione quindi, quanto piuttosto di un Dio che è anima del mondo.

Con tutto quanto detto non appare certo un volto chiaro, quello del Dio della New Age. Esso infatti è per se stesso sfocato, anche se ha la pretesa di essere più intenso e coinvolgente rispetto a quello che fino ad oggi la dottrina teologica ci ha presentato. Certo egli perde i connotati personali suoi propri, che noi conosciamo dalla dottrina cattolica, per mezzo della rivelazione. Cade così anche il dualismo, che la New Age vede soggiacente al cristianesimo, per lasciare spazio ad una nuova concezione olistico-monistico-panteista, che vede il flusso energetico del divino presente in ogni realtà, anche la più piccola, realtà della quale anche l’uomo fa parte. E per questo è nel conoscere il sé più profondo che il newager può conoscere e raggiungere Dio, colui che è intimior intimo meo. Tutto ciò non può non minare alla base la riflessione e la rivelazione cristiana: a partire dal Cristo fino ad arrivare alla Chiesa. Indubbio è allora la necessità di lasciarsi interrogare da queste tendenze culturali che hanno la pretesa di dire qualcosa su Dio, e che comunque segnalano il bisogno di un uomo che fa difficoltà a riconoscere se stesso.

4.3 Gesù Cristo e la New Age

Nella storia del Cristianesimo si è sempre avuta una “tradizione parallela”, esotero-occultista, che ha tentato di leggere la figura di Gesù in modo differente rispetto alla tradizione ecclesiale, alla ricerca di quello che era il suo insegnamento iniziatico. Egli infatti sarebbe il depositario di una saggezza universale e di un potere cosmico frutto dei suoi viaggi iniziatici in Egitto, in India o in Tibet. Per la gnosi, in realtà, ciò che è rilevante non sono i gesti concreti di Gesù, ma i simboli eterni che essi rivelano. La sua esistenza storica perde l’importanza dinanzi all’insegnamento iniziatico del Maestro venuto per ricordare agli uomini la conoscenza dimenticata e risvegliare in loro le energie cosmico-divi­ne, sul modello dei Maestri discesi dalle “sfere superiori”: Bud­dha, Zoroastro, Pitagora.

Seguendo A Course in Miracles e gli scritti di Spangler, possiamo dire che per la New Age Gesù è semplicemente colui che meglio ha realizzato il “Cristo Cosmico”. Ma che significato ha l’espressione “Cristo Cosmico” per i figli dell’Acquario? Per la New Age esso è un principio, che ritrova in ogni uomo, è la scintilla interiore che si deve coltivare e riscoprire. Essa fa parte della stessa natura divina dell’Unità ultima dell’universo e costituisce “il Cristo Cosmico, l’Io Sono, in ogni creatura”. Questa scintilla cosmica anima ogni uomo, ma anche tutto l’universo: è questa una delle motivazioni per la tematica ecologica, elemento imprescindibile per la New Age, come abbiamo visto.

Un altro aspetto del Cristo che la New Age presenta è quello del Cristo futuro, il Cristo come Maestro Universale che deve venire. Già la Società Teosofica lo aveva riconosciuto presente in un giovane indiano. Egli “corrisponde” al Maitreya del buddismo e al Cristo glorioso che per il cristianesimo tornerà alla fine dei tempi. Egli tornerà per far si che avvenga la nuova era. In particolare questa concezione è stata veicolata dalla Blavatsky, e presentate nel libro di Ann Alice Bailey The Reappearance of the Christ.

Non si può certo parlare di una cristologia vera e propria, dopo quanto detto.

4.4 L’antropologia della New Age

La New Age, come abbiamo più volte detto, presenta un nuovo paradigma, cioè un grande modello di comprensione e di spiegazione dell’universo e dell’uo­mo, un nuovo complesso di concezioni, di conoscenze, di creden­ze, di valori e di tecniche che costituiscono una visione globale, la quale deve sottendere una dinamica di cambiamento. L’avvento di questa umanità nuova si verificherà attraverso la trasformazione della coscienza: solo così potrà nascere l’umanità dell’Acquario. Il principio fondamentale è l’olismo, che, come sappiamo, esige un approccio in­tegrale e totalizzante del reale a tutti i livelli: scienza, antropolo­gia, esperienza, universo. A livello ontologico l’Uno è divino, è l’Energia-vita, fondamento di tutti gli esseri, un’Energia divi­na anima del cosmo, legame fra tutti gli esseri. Il cosmo è un or­ganismo vivente nel quale è compresa ogni cosa. I newagers hanno per questo un approccio globale con gli ele­menti che compongono l’uomo: psiche, corpo e ambiente natura­le. Come per lo gnosticismo l’uomo è una particella divina, un nucleo concentrato di energia, un microcosmo. Il suo corpo è sol­tanto un rivestimento perché l’uomo è essenzialmente Spirito, principio divino immortale in possesso di un’anima sottile che unisce lo spirito al corpo. Prendendo coscienza di essere scintilla divina ed energia cosmica, l’essere umano scopre la sua unità con l’universo. In questa visione olista, l’elemento fondamentale è la coscien­za cosmica universale alla quale partecipa la coscienza indivi­duale. Tutto si basa sulla coscienza: l’uomo, la natura e il cosmo formano un tutto in cui l’uomo si riconosce come un frammento della coscienza cosmica, un microcosmo. L’uomo deve volgersi verso le sue capacità trascendenti per arrivare al risveglio. Il metodo olistico lo spinge verso una cono­scenza esoterica che cerca di superare la dicotomia soggetto - og­getto, utilizzando il potere superiore dell’intelligenza: l’intuizio­ne, l’illuminazione, la chiaroveggenza, l’esperienza di coscienza, l’iniziazione, il contatto diretto con il divino. L’accento è posto sull’acquisizione di un sapere nuovo attraverso una dilatazione della coscienza.

4.5 La reincarnazione nella religiosità della New Age

La reincarnazione è un’eredità del mondo orientale ricevuta dai figli dell’Acquario, che si basa certo sulla convinzione dell’esistenza di una coscienza cosmica planetaria.

Questa crescente influenza dell’oriente è da prendere in con­siderazione. Va tuttavia ricordato che le due concezioni differenziano tra loro. La New Age infatti non vede la reincarnazione finalizzata alla purificazione dell’anima dai suoi errori, cioè della legge della giusta ricompensa (per l’induismo si parla di legge del kar­ma), ma la legge sotto un’ottica influenzata quasi da una spe­ranza cristiana, che si augura una nuova vita come più bella della pre­cedente.

La reincarnazione è una scoperta inte­riore suscettibile di variazione secondo le persone. Di conseguen­za, aprire la propria mente alla reincarnazione significa superare il rigore intellettuale per dare libero corso all’imma­ginario che diventa la forma più in sintonia con il mondo moder­no. Il newager non può non stimolare la sua immaginazione, sca­tenare il potere del suo spirito e per produrre un’energia capace di procurarsi lo scopo desiderato. È il procedimento utilizzato per avere accesso alle vite precedenti, alle immagini delle loro esistenze passate.

La New Age fornisce la versione moderna della credenza della reincarnazione, che per altro, vediamo oggi molto diffusa anche negli ambienti che si definiscono cattolici.

5. Alcune applicazioni

Diversi sono i network che compongono la New Age: già nei capitoli precedenti li abbiamo descritti. Dopo aver tentato di esporre per sommi capi quali sono le caratteristiche della Cospirazione dell’Acquario, vorrei dilungarmi ora su due aspetti che oggi si incontrano facilmente: la musica e la letteratura new age. Sono queste due sfaccettature del fenomeno che non ha nome che hanno una diffusione preoccupante, se visti con l’occhio di colui che teme il confronto e il dialogo.

5.1 La musica new age

Oggi si sente spesso catalogare un brano musicale con l’aggettivo new age, forse il più delle volte usato senza alcune distinzioni di sorta: infatti sono state incluse nel genere new age tutti quegli autori e quelle musicalità che non sono facilmente catalogabili nei generi già esistenti. Ma dove possiamo ritrovare le linee di tendenza di questo nuovo gusto musicale?

Per tornare alle sorgenti della musica new age bisogna risalire agli inizi degli anni settanta, dove si possono notare due linee di tendenza:

1. l’una nata in Germania, dove si sviluppa la musica elettronica: ricordiamo in particolare i Tangerin Dream, che sono i primi pionieri di questa musica;

2. l’altra si sviluppa in California, segnata dalla ricerca di musiche più acustiche, cristalline, in polemica con la durezza del rock che fino ad allora manteneva il primato in campo musicale.

Cosi nasce la musica new age, che avrà poi sviluppi differenti nei suoi molteplici rappresentanti, tra cui non possiamo tralasciare di menzionare Braian Eno, i già citati Tangerim Dream, Vangelis, Vollenweider, Enya, e molti altri.

Se in questo tipo di musicalità sono molteplici i caratteri che concorrono a definirla, una caratteristica che li accomuna sta nell’utilizzare la musica come mezzo prettamente comunicativo: essa ha un linguaggio proprio, comunica direttamente con l’anima, basta saperla interpretare.

Calda, intensa, questa musicalità vuole evocare spazi immensi luoghi incantati, liberando dallo stress della società ormai frenetica. è una musica che riporta all’interiorità e all’equilibrio, richiamandosi per questo anche a tonalità orientali e misticheggianti. Una musica appassionante e avvolgente, anche se non sempre di immediata comprensione a primo ascolto: tuttavia bisogna notare che i diversi autori portano tra loro differenze a volte notevoli.

Negli anni ottanta questo tipo di musica ha una forte diffusione e si amplia anche lo scenario degli autori che si riconoscono in questa nuova musicalità.

L’interrogativo che oggi più che mai ricorre è quanto sia dipendente la musica new age dall’omonimo movimento.

Questa richiesta è conscia anche della diffusione in diversi ambiti dell’uso di questa musica, nella terapeutica ad esempio, e non ultimo come aiuto e sottofondo a tipologie di preghiera che, in alcuni casi risentono di metodologie orientali. L’utilizzo può avere certo delle implicazioni quantomeno da chiarire. In questo contesto non si può dimenticare la problematica dei messaggi subliminali, sulla quale però non mi soffermo.

Diverse sono le risposte: vi sono certo autori che ricercano semplicemente nuove sonorità, seguendo uno stile di musica new age. Non si può comunque negare che la diffusione di questa nuova musica, se non in modo sempre diretto, può portare anche alla diffusione di stili di vita, di modelli di pensiero new age, propinati anche attraverso la divulgazione di queste nuove sonorità. Se quindi non si può negare a priori un possibile utilizzo anche in un ambito quale quello della preghiera, questo va fatto a ragion veduta. Con ciò non si può certo affermare che l’ascoltatore di musica new age sia a fortiori un newager: resta sempre il gusto di una musica che, una volta fatta propria, ha un suo indubbio fascino.

5.2 La letteratura new age: un esempio

Entrando in tutte le librerie, o passando nelle edicole si trova ormai dappertutto una sezione riservata alle pubblicazioni new age. Sono molti i testi e le pubblicazioni che oggi si possono catalogare sotto il segno della New Age: dalle pubblicazioni terapeutiche, a quelle di mistica new age, oppure la psicologia transpersonale e della conoscenza e del potenziamento del sé. Tra le tante merita l’attenzione un romanzo di indubbio successo, che con la sua diffusione ha avuto certo un ruolo nella divulgazione delle idee new age: La profezia di Celestino di James Redfield. La copertina poi riporta quasi a commento del titolo Un antico manoscritto. Nove chiavi per arrivare alla conoscenza. Una nuova era di consapevolezza spirituale. La trama del romanzo è semplice. Un americano va in Perù per scoprire la verità su un presunto manoscritto, che un’amica dice esistente. Arrivato la si trova in una serie di coincidenze (solo successivamente comprese come non fortuite) che lo portano a scoprire pian piano il contenuto del manoscritto, che si snoda attraverso una serie di nove illuminazioni. Tutto ciò con l’aiuto di alcuni scienziati aperti, progressivi che già conoscono in parte il messaggio del manoscritto. Contro di loro vi sono la gerarchia cattolica, capitanata dal cardinale Sebastian, figura di un moderno inquisitore ed il governo peruviano, con al suo servizio le forze militari: essi vogliono scoprire per primi l’ultima parte del manoscritto, per distruggerlo, dopo aver confiscato di volta in volta le copie delle precedenti illuminazioni. Il protagonista, dopo il ritrovamento dell’ultima illuminazione, viene catturato e ampiamente redarguito perché non diffonda le idee del manoscritto; successivamente può tornare negli Stati Uniti, dove diffonderà il contenuto delle illuminazioni e si preparerà alla ricerca di un’ulteriore illuminazione. Ho parlato di un protagonista: il vero protagonista però dell’intero romanzo è il manoscritto stesso. Di fatto tutta la vicenda sembra essere presa solo a pretesto per rivelare il contenuto del manoscritto (che, sempre secondo l’autore non sarebbe un espediente letterario, ma esisterebbe davvero), e le sue nove illuminazioni. La nona ed ultima illuminazione de La profezia di Celestino (220-248) si fa annunciatrice di una nuova era, e della consapevolezza che l’uomo assumerà, nel vivere le altre otto illuminazioni. è la nuova era (New Age), in cui gli uomini, ridando spazio alle foreste, potranno raggiungere una “carica energetica” straordinaria e raggiungere un nuovo stato di esistenza in cui tutti diventeranno invisibili e immortali.

Si può vedere come La profezia di Celestino sia un’esposizione quasi programmatica, di molte idee in voga nella New Age. Così anche la letteratura diviene mezzo di diffusione per l’ambiente popolare delle idee new age; tuttavia è anche vero che in questo modo essa rischia di codificare in un vero e proprio “decalogo” il credo della New Age, andando contro una sua precipua caratteristica: l’adottrinalità. Nello stesso tempo si dimenticano altri elementi fondamentali quali l’astrologia e la reincarnazione.