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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 3)
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07/07/2011
14:23
Riflessione sul brano di
Gen 44,18-21.23-29; 45,1-5
La storia di Giuseppe è già come una bellissima anticipazione del Vangelo; vi si trovano sentimenti così delicati di bontà da commuoverci sempre. Nella lettura di oggi Giuseppe si rivela ai suoi fratelli: "Io sono Giuseppe!". Atterriti alla presenza di colui che avevano voluto sopprimere, essi non trovano neppure la forza di parlare, ma egli li rassicura: "Venite vicino a me! Sono il vostro fratello che voi avete venduto per l'Egitto. Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate: Dio mi ha mandato qui prima di voi per mantenervi in vita". Questo è meraviglioso. Giuseppe riconosce, nella terribile vicenda di cui egli stesso fu vittima, l'intenzione provvidente e misericordiosa di Dio. Avrebbe potuto dire: "Dio mi ha salvato e ora mette nella tribolazione i miei persecutori. Adesso io posso rallegrarmi, e loro portano giustamente il peso del peccato che hanno commesso". In fondo è anche detto nella Scrittura che Dio premia i buoni e punisce i malvagi. Ma Giuseppe ha letto più profondamente l'intenzione di Dio. "Voi mi avete venduto". E la cruda realtà, ma al disotto di essa c'è l'intenzione positiva di Dio:
"Dio mi ha mandato qui prima di voi per salvarvi".
La generosità divina si serve anche del male per il bene, ma non è facile riconoscerlo quando il male si è accanito contro di noi. E ancor meno facile è aiutare chi ci ha fatto del male, capire che Dio vuol associarci alla sua infinita bontà dandoci la possibilità di perdonare e di compiere il bene a favore di chi ci ha offeso. E veramente rivelazione divina.
Infatti la storia di Giuseppe è prefigurazione di quella di Cristo, della sua passione e glorificazione. Gesù fu consegnato alla morte per invidia, come Giuseppe fu mandato incontro a una morte quasi sicura per l'invidia dei suoi fratelli. Ma questa vicenda di morte sfocia invece, per volontà di Dio, nella glorificazione di Giuseppe; e Gesù, per aver accettato volontariamente la morte, è glorificato alla destra del Padre suo. Giuseppe avrebbe potuto punire duramente i suoi fratelli ed invece li ha salvati dalla morte; Gesù potrebbe usare il suo potere divino per punire i peccatori, invece porta loro risurrezione e vita. L'ingiustizia tremenda della morte
di Gesù si è trasformata in salvezza e giustificazione per tutti; Giuseppe, alla morte di Giacobbe, dirà ai suoi fratelli pieni di timore: "Non temete! Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene. Sono io forse al posto di Dio?". E stupendo: Giuseppe aderisce di tutto cuore a questa trasformazione operata da Dio. Proprio per questo è figura del Signore Gesù ed è insieme un modello per noi, insegnandoci a riconoscere in ogni vicissitudine l'intenzione di amore di Dio.
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