San Girolamo
San Girolamo |
San Girolamo nel suo studio, di Filippino Lippi. |
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Sacerdote e dottore della Chiesa |
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Nascita | 347 |
Morte | 420 |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa Ortodossa |
Ricorrenza | 30 settembre |
Attributi | il Crocifisso, il cappello da cardinale, il leone, il libro, il teschio |
Patrono di | Castel Cellesi (VT), Nervesa della Battaglia (TV), Torre de' Roveri (BG); archeologi, bibliotecari, traduttori e studiosi in genere |
Sofronio Eusebio Girolamo, noto come san Girolamo, san Gerolamo o san Geronimo (Stridone, 347 – Betlemme, 30 settembre 419/420), è venerato dai cattolici come santo nonché padre e dottore della Chiesa. Fu il primo traduttore della Bibbia dal greco e dall'ebraico al latino.
Studiò a Roma. Nel 379, ordinato prete dal vescovo Paolino di Antiochia, si recò a Costantinopoli, dove poté perfezionare lo studio del greco sotto la guida di Gregorio Nazianzeno (uno dei "Padri Cappadoci"). Risalgono a questo periodo le letture dei testi di Origene e di Eusebio.
Dopo tre anni di vita monastica tornò a Roma, nel 382, dove fu segretario di papa Damaso I, divenendone il più probabile successore. Il rigore morale di Girolamo, però, non era ben visto da buona parte del clero, fortemente schierato su posizioni giovinianiste e decisamente contrario all'eliminazione delle agapete.
| « Oh vergogna, oh infamia ! Cosa orrida, ma vera ! Donde viene alla Chiesa questa peste delle agapete? Donde queste mogli senza marito ? E donde in fine questa nuova specie di puttaneggio ? » |
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Alla morte di papa Damaso I, la curia romana contrastò con grande determinazione ed efficacia l'elezione di Girolamo, anche attribuendogli una forte responsabilità nella morte della sua discepola Blesilla. Questa era una nobile ventenne romana, appartenente alla gens Cornelia e rimasta vedova ancor fanciulla, che aveva seguito la madre Paola e la sorella Eustochio nell'abbracciare convintamente le rigide regole di vita cristiana teorizzate da Girolamo, fatte di preghiera, meditazione, astinenza e penitenza, ben presto morendo a causa dei troppi digiuni. Data la singolarità dell'evento e la grande popolarità della famiglia di Blesilla, il caso sollevò un grande clamore. Gli avversari di Girolamo poterono facilmente dimostrare che le mortificazioni corporali teorizzate dal futuro santo, erano semplicemente degli atti di fanatismo, i cui perniciosi effetti avevano portato alla prematura morte di Blesilla. Contro ogni pronostico, sul finire del 384, fu eletto papa Siricio e Girolamo, seguito dai suoi fedeli, tornò in oriente, dove continuò la sua battaglia in favore del celibato clericale e fondò alcuni conventi femminili e maschili, in uno dei quali trascorse gli ultimi anni. Morì nel 420, proprio nell'anno in cui il celibato, dopo essere stato lungamente disatteso, venne imposto al clero da una legge dell'imperatore Onorio.
Opere
La Vulgata
La Vulgata, prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia, rappresenta lo sforzo più impegnativo affrontato da Girolamo. Nel 382, su incarico di papa Damaso I affrontò il compito di rivedere la traduzione dei Vangeli, successivamente, nel 390, passò all'antico testamento in ebraico concludendo l'opera dopo ben 23 anni.
Il testo di Girolamo è stato la base per molte delle successive traduzioni della Bibbia, fino al XX secolo quando per l'antico testamento si è cominciato ad utilizzare direttamente il testo masoretico ebraico e la Septuaginta, mentre per il nuovo testamento si sono utilizzati direttamente i testi greci.
L'opera di traduttore
Girolamo fu un celebre studioso del latino in un'epoca in cui questo implicava una perfetta conoscenza del greco. Fu battezzato all'età di venticinque anni e divenne sacerdote a trentotto anni. Quando cominciò la sua opera di traduzione non aveva grandi conoscenze dell'ebraico, perciò si trasferì a Betlemme per perfezionarne lo studio.
Girolamo utilizzò un concetto moderno di traduzione che attirò le accuse da parte dei suoi contemporanei; in una lettera indirizzata a Pammachio, genero della nobildonna romana Paola, scrisse:
| « Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l'ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. Ho come maestro di questo procedimento Cicerone, che tradusse il Protagora di Platone, l'Economico di Senofonte e le due bellissime orazioni che Eschine e Demostene scrissero l'uno contro l'altro [...]. Anche Orazio poi, uomo acuto e dotto, nell'Ars poetica dà questi stessi precetti al traduttore colto: "Non ti curerai di rendere parola per parola, come un traduttore fedele" » |
| (Epistulae 57, 5, trad. R. Palla) |
Adversus Iovinianum
Nel trattato Adversus Iovinianum, scritto nel 393 in due libri, l'autore esalta la verginità e l'ascetismo, spesso derivando le sue argomentazioni da autori classici come Teofrasto, Seneca, Porfirio.
Tra gli altri argomenti, in esso Girolamo difende strenuamente l'astinenza dalla carne dimostrandosi un vegetariano ante litteram:
| « Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli animali [...]. Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con l'inizio. Pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la carne degli animali. » |
| (Adversus Jovinanum, I, 30) |
[Modificato da Credente 28/06/2011 21:59]