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39. Le ultime parole del Simbolo, che affermano la resurrezione dei morti, nella loro stringata brevità, portano a compimento la somma di tutta la perfezione, benché anche a tal proposito la fede della Chiesa sia impugnata non solo dai pagani ma anche dagli eretici. Infatti Valentino nega nel modo più assoluto la resurrezione della carne, e anche Mani, come sopra abbiamo dimostrato. Ma costoro non hanno voluto ascoltare il profeta Isaia che dice: "Risorgeranno i morti e si sveglieranno quelli che sono nei sepolcri" (Is 26, 19), e neppure Daniele, il più sapiente di tutti, che afferma: "Allora risorgeranno quelli che sono nella polvere della terra: questi alla vita eterna, questi altri invece alla vergogna e alla confusione eterna" (Dan 12, 2). D’altra parte, anche dai vangeli, ch’essi sembrano accettare, avrebbero dovuto imparare dal Signore Salvatore nostro che, insegnando ai Sadducei, dice: "Quanto poi al fatto che i morti non risorgerebbero, non avete letto come venga detto a Mosè nel rovo: il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti ma dei vivi" (Mt 22, 31-32; Mc 12, 26-27). E in un passo precedente di questo stesso contesto ha anche ricordato quale e quanta sia la gloria della resurrezione, dicendo: "Nella resurrezione dei morti né gli uomini avranno moglie né le donne avranno marito, ma saranno come gli angeli di Dio" (Mt 22, 30).

Perciò la potenza della resurrezione conferisce agli uomini la condizione angelica, perché coloro che sono risorti dalla terra vivano non più di nuovo in terra con gli animali, bensì in cielo con gli angeli. Ma ciò vale per quelli che saranno ammessi a tale condizione in forza di un modo di vita sufficientemente puro: cioè, coloro che già ora custodendo la carne come compagna dell’anima nel servizio di Dio, l’avranno assoggettata con il freno della pudicizia all’obbedienza dello Spirito Santo; in tal modo, purificatala da ogni sozzura di peccato e trasformatala in gloria spirituale per virtù della santificazione, meriteranno di introdurla anche nel consorzio degli angeli.

40. Ma gl’infedeli obiettano e dicono: Ma la carne, che si dissolve putrefatta o si muta in polvere e talvolta anche viene inghiottita dal profondo del mare e viene dispersa dai flutti, in che modo può ricomporsi di nuovo e reintegrarsi insieme, sì che da essa venga di nuovo formato il corpo dell’uomo? A costoro indirizziamo subito una prima risposta con le parole di Paolo: "Sciocco tu! Ciò che semini non prende vita se prima non muore; e quello che tu semini non è il corpo che dovrà nascere, ma semini un nudo chicco di grano o di qualche altra semente. Dio poi gli dà corpo come vuole" (1Cor 15, 36-38). E perciò quel che vedi annualmente accadere per i semi che getti in terra, non credi che possa verificarsi per la tua carne, che per legge divina viene seminata in terra? Perché – ti prego – valuti tanto poco la potenza di Dio da non ritenere possibile che la polvere dispersa di una qualsiasi carne possa riunirsi e ricomporsi secondo la sua forma originaria, mentre vedi che la capacità dell’uomo riesce a scorgere anche le vene dei metalli immerse nel profondo della terra? Infatti l’occhio del competente scorge l’oro là dove l’inesperto vede soltanto terra. E a colui che ha creato l’uomo non concediamo neppure tanto quanto può riuscire a fare l’uomo ch’è stato creato da lui? Così, mentre la capacità dell’uomo mortale scopre che c’è una vena propria dell’oro, un’altra propria dell’argento e una molto diversa del bronzo, e che sotto la superficie della terra sono nascoste vene diverse di piombo e di ferro, non crederemo che la potenza divina sia in grado di individuare e ritrovare le componenti naturali proprie di ogni corpo carnale, anche se esse sono disperse?

41. Ma cerchiamo ancora di aiutare con ragionamenti naturali le anime che vengono meno nella fede. Immaginiamo che uno mescoli insieme semi diversi e indiscriminatamente li dissemini e li sparga qua e là in terra. Che forse il principio formale di ogni seme, dovunque questo sarà capitato, non farà nascere a tempo opportuno il germe secondo la natura della sua specie e non riprodurrà lo stelo secondo la sua forma e il suo corpo? Analogamente, ammettiamo anche che la sostanza di una qualsiasi carne sia stata variamente dispersa in diversi luoghi: tuttavia, allorché per volontà di Dio arriderà la primavera per i corpi seminati in terra, il principio formale che c’è in ogni carne ed è immortale – infatti è carne dell’anima immortale – raccoglierà da terra e riunirà insieme le parti componenti della sua sostanza e li restituirà a quella forma che una volta la morte aveva dissolto. Così avviene che a ogni anima non viene restituito un corpo estraneo o variamente mescolato, ma proprio quello suo, che aveva già avuto: in tal modo, in ragione delle prove della vita presente, la carne insieme con la sua anima o sarà premiata, se si sarà ben comportata, o sarà punita, se si sarà comportata male. Perciò la nostra Chiesa ha qui fatto al Simbolo una prudente e provvidenziale aggiunta, sì che, mentre le altre Chiese tramandano: "la resurrezione della carne", essa tramanda, con l’aggiunta di un solo aggettivo: "la resurrezione di questa carne": di questa, cioè, che colui che fa la professione tocca con la mano, mentre fa sulla fronte il segno della croce. Così ognuno dei fedeli sa che, se avrà custodito pura dal peccato la sua carne, questa sarà vaso per uso onorevole, utile al Signore, adatto per ogni opera buona; se invece la sua carne si sarà contaminata nel peccato, essa sarà vaso d’ira per la morte (2Tim 2, 21; Rom 9, 22).

Se poi uno a questo punto desidera saperne di più sulla gloria della resurrezione e sulla grandezza delle promesse, troverà che questi argomenti sono esposti quasi in ogni libro della Sacra Scrittura. Di tutte queste testimonianze noi ora qui ne ricorderemo solo poche, che servono di richiamo, e così termineremo l’opera che tu ci hai richiesto. L’apostolo Paolo afferma che i morti risorgeranno portando questi argomenti: "Se poi non c’è la resurrezione dei morti, allora neppure Cristo è risorto. Ma se Cristo non è risorto, è vana la nostra predicazione e priva di senso la nostra fede" (1Cor 15, 13-14). E poco dopo: "Ma ecco che Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Come infatti per causa di un uomo è venuta la morte, così per causa di un uomo ci sarà la resurrezione dei morti. Come infatti tutti sono morti in Adamo, così tutti avranno vita in Cristo; ma ognuno secondo il suo posto: prima di tutti Cristo, poi quelli che sono di Cristo al momento della sua venuta; quindi ci sarà la fine" (1Cor 15, 20-24). E dopo aggiunge anche queste parole: "Ecco che vi svelo un mistero: tutti certo risorgeremo, ma non tutti saremo trasformati (o, come troviamo in altri codici: "non tutti saremo morti, ma tutti saremo trasformati"): in un attimo, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba: i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati" (1Cor 15, 51-52). E scrivendo ai Tessalonicesi dice così: "Non voglio, fratelli, che voi siate nell’ignoranza riguardo a coloro che sono morti, perché non abbiate a rattristarvi come quegli altri che non hanno la speranza. Infatti se crediamo che Gesù è morto ed è risorto, così anche quelli che sono morti Dio trarrà a sé per mezzo di Gesù e insieme con lui. Ecco infatti che cosa vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo, che siamo superstiti, all’arrivo del Signore non precederemo coloro che sono morti. Infatti il Signore stesso al comando dato dalla voce dell’arcangelo e dalla tromba di Dio scenderà dal cielo e i morti che sono in Cristo risorgeranno per primi. Poi noi che viviamo, che siamo superstiti, insieme con quelli saremo tratti sulle nubi incontro a Cristo in aria: e così staremo sempre col Signore" (1Tess 4, 13-17).

42. Perché poi tu non creda che la resurrezione dei morti sia annunziata soltanto dalla nuova predicazione di Paolo, ascolta che cosa abbia predetto già tanto tempo fa il profeta Ezechiele ispirato dallo Spirito Santo: "Ecco, io aprirò i vostri sepolcri e vi trarrò fuori dai vostri sepolcri" (Ez 37, 12). E sta a sentire con quanta chiarezza predica la resurrezione dei morti anche Giobbe, tutto traboccante di parole misteriose: "C’è speranza per l’albero – egli dice –: infatti se sarà stato tagliato, potrà ancora germogliare, e il suo virgulto non viene mai meno. Se sarà invecchiato, la sua radice è piantata nella terra; e se il suo tronco sarà morto sulla roccia, rifiorirà al sentore dell’acqua e farà nascere il ramo quasi fosse una pianta novella; e se l’uomo sarà morto, se n’è andato, e se il mortale sarà caduto, ormai non esisterà più?" (Giob 14, 7-10). Non ti sembra che con queste parole Giobbe ammonisca gli uomini in modo un po’ coperto e dica così: A tal punto sono sciocchi gli uomini che, mentre vedono germogliare di nuovo da terra il tronco di un albero tagliato e il legno morto ricevere di nuovo la vita, essi ritengono che per sé non ci sarà nulla di simile al legno e all’albero? Perché poi tu sappia che si deve leggere in forma interrogativa la frase: "e se il mortale sarà caduto, non risorgerà?" (Giob 14, 12), abbine prova da ciò segue. Infatti Giobbe subito aggiunge: "Se infatti l’uomo sarà morto, vivrà" (Giob 14, 14). E poco dopo dice: "Aspetterò fino a esistere di nuovo" (Giob 14, 14). E dice ancora: "Egli risusciterà sulla terra la mia pelle, questa che ora è secca" (Giob 19, 25-26).

43. Questi passi siano stati addotti a comprovare la nostra professione di fede, con la quale nel Simbolo affermiamo la resurrezione di questa carne. Infatti l’aggiunta di "questa" osserva quanto sia in armonia con tutti questi concetti che abbiamo ricordato dalle testimonianza delle Sacre Scritture. Che cos’altro infatti è indicato nelle parole di Giobbe che abbiamo riportato sopra, quando dice: "risusciterà la mia pelle, questa che ora è secca" (Giob 19, 26), cioè, quella che patisce questi tormenti? non dice forse apertamente che avverrà la resurrezione di questa carne, di questa – dico – che ora sopporta i patimenti delle tribolazioni e delle tentazioni? E quando l’apostolo dice: "Bisogna che questo corpo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo corpo mortale rivesta l’immortalità" (1Cor 15, 53), che forse la sua non è parola di chi in certo modo tocca col dito il suo corpo? Perciò questo corpo, che ora è corruttibile, sarà incorruttibile per la grazia della resurrezione, e questo corpo, che ora è mortale, sarà rivestito dalle prerogative della immortalità. In tal modo, come Cristo, risorgendo dai morti, ormai non muore più e la morte non dominerà più su di lui (Rom 6, 9), così anche quelli che risorgono in Cristo, non saranno più soggetti alla corruzione e alla morte, non perché venga abolita la natura della carne, ma perché sarà trasformata la sua condizione e la sua qualità. Perciò il corpo che risorgerà dai morti sarà incorruttibile e immortale, non solo il corpo dei giusti ma anche dei peccatori: dei giusti, perché possano rimanere sempre con Cristo; dei peccatori, perché paghino le pene dovute, senza mai essere distrutti e annientati.

44. Che i giusti rimarranno sempre con Cristo Signore, già sopra lo abbiamo spiegato, dove abbiamo addotto le parole dell’apostolo: "Poi noi che viviamo, che siamo superstiti, insieme con quelli saremo tratti sulle nubi incontro a Cristo in aria: e così staremo sempre col Signore" (1Tess 4, 17). Non meravigliarti se la carne dei santi sarà trasformata dalla resurrezione in tanta gloria da essere tratta al cospetto del Signore sospesa sulle nubi e trasportata in aria, dal momento che lo stesso apostolo, descrivendo quanta dignità Dio conferirà a quelli che lo amano, dice: "Egli che trasformerà il corpo della nostra umiliazione in conformità del corpo del Figlio della sua gloria" (Fil 3, 21). Perciò non c’è niente di assurdo nel dire che i corpi dei santi saranno innalzati in aria sulle nubi, dato che vien detto che essi saranno trasformati in conformità dell’aspetto del corpo di Cristo, che siede alla destra di Dio. E il santo apostolo aggiunge ancora riguardo a sé e a quanti gli son pari per meriti e sede: "Ci ha risuscitato insieme con Cristo e insieme ci ha fatto sedere in cielo" (Ef 2, 6).

Dal momento che la resurrezione dei morti comporterà, secondo le promesse, tali magnificenze e molte altre a queste simili, non sarà certo difficile credere anche a questo che i profeti hanno predetto: "I giusti risplenderanno come il sole e come il fulgore del firmamento nel regno di Dio" (Dan 12, 3). Infatti che difficoltà ci sarà a credere che essi avranno lo splendore del sole e saranno adornati dal fulgore delle stelle e di questo nostro firmamento, dal momento che è preparata loro in cielo la vita e la compagnia degli angeli di Dio e di loro si dice che saranno resi conformi alla gloria del corpo di Cristo (Fil 3, 20-21)? Proprio guardando a questa gloria promessa dalla parola del Salvatore (Mt 13, 43), il santo apostolo ha detto: "Viene seminato un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale" (1Cor 15, 44). Se infatti è vero, come certamente è vero, che la divina bontà assocerà tutti i giusti e i santi al consorzio degli angeli, è certo che trasformerà anche i loro corpi nella gloria del corpo spirituale.

45. Né tale promessa ti sembri essere in contrasto con i principi naturali del corpo. Noi infatti crediamo, secondo quanto è scritto, che Dio, prendendo fango dalla terra, plasmò l’uomo (Gen 2, 7); e questo è il principio naturale del nostro corpo, che per volontà di Dio la terra si trasformi in carne: ma allora perché ti sembra assurdo e contraddittorio se, per il medesimo principio per cui diciamo che la terra ha progredito fino a formare il corpo animale, crediamo che a sua volta il corpo animale progredisca fino a diventare corpo spirituale?.

Tali affermazioni e molte altre simili a queste troverai nelle Sacre Scritture riguardo alla resurrezione dei giusti. D’altra parte, come sopra abbiamo detto, anche ai peccatori sarà dato in forza della resurrezione uno stato di incorruttibilità e immortalità che, come ai giusti serve alla perennità della gloria, così ai peccatori serve al prolungamento della tristezza e della pena. Così attesta anche la parola del profeta che abbiamo ricordato poco fa, là dove dice: "E molti risorgeranno dalla polvere della terra: questi alla vita eterna, questi altri alla confusione e alla vergogna eterna" (Dan 12, 2).

46. A questo punto abbiamo compreso con quanta venerazione Dio onnipotente sia detto Padre, per quale mistero il Signore nostro Gesù Cristo sia ritenuto suo unico Figlio, con quale perfezione sia nominato il suo Spirito Santo, e come la santa Trinità sia una cosa sola quanto alla sostanza, ma distinta per relazione e persone. Abbiamo anche compreso il significato del parto della Vergine, della nascita del Verbo nella carne, del mistero della croce; quale sia l’utilità della discesa di Dio nell’inferno, quale il significato della gloria della resurrezione e del richiamo delle anime dalla prigionia dell’inferno, dell’ascensione al cielo e dell’attesa del giudice venturo. Infine abbiamo compreso quale conoscenza si debba avere della santa Chiesa contro i concili di vanità, quale sia il numero dei libri della Sacra Scrittura e quali le sètte eretiche da evitare; come nella remissione dei peccati la ragione naturale non contrasti affatto con la liberalità divina, e come la resurrezione della nostra carne sia confermata non solo dalle parole della Scrittura ma anche dallo stesso esempio del nostro Signore e Salvatore e dalla logica coerenza della ragione naturale. Se professiamo queste verità in modo organico e completo secondo la norma della tradizione presentata sopra, allora preghiamo che a noi e ai nostri ascoltatori il Signore conceda che, custodita la fede che abbiamo ricevuto e terminata la corsa, noi aspettiamo la corona di giustizia che ci è riservata (2Tim 4, 7-8) e siamo annoverati fra coloro che risorgono alla vita eterna, liberi dalla confusione e dalla vergogna eterna, per Cristo nostro Signore, per mezzo del quale è a Dio Padre onnipotente con lo Spirito Santo gloria e impero nei secoli dei secoli. Amen.